lunedì 28 febbraio 2011

Seminare il futuro: un convegno a Riolo Terme sull'esperienza e le prospettive del Programma di Sviluppo Rurale

L'esperienza fin qui realizzata nella gestione del Programma di Sviluppo Rurale 2007/13 e le prospettive e gli obiettivi del prossimo triennio, sono al centro di un convegno organizzato mercoledì 2 marzo, dalle ore 9.30 alle ore 12.30 a Riolo Terme (Sala San Giovanni), dalla Provincia di Ravenna e dall'Unione dei Comuni montani.
Verranno inoltre presentate le attività di comunicazione e animazione territoriale previste dalla misura 341, finalizzate a diffondere sul territorio ravennate le informazioni sul Programma e in particolare sull’Asse 3.
All'incontro parteciperanno, tra gli altri, l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni, l'assessore provinciale all'Agricoltura Libero Asioli, il Sindaco di Casola Valsenio Nicola Iseppi.

(scarica il programma dell'incontro)

Sulle "quote latte" rischiamo una forte sanzione dell'Europa. Sarà una nuova ‘Bossi-tax’ per gli italiani

Se la Commissione europea aprirà una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia sarà colpa del Governo e, prima ancora della Lega Nord, che con il solito cinismo farà ricadere sugli italiani una nuova ‘Bossi-tax'. E non possiamo dimenticare che i furbetti delle "quote latte" sono già costati al bilancio dello Stato circa 4,4 miliardi di euro
Il portavoce del commissario europeo Ciolos ha chiesto chiarimenti in merito alla proroga delle multe delle "quote latte", contenuta nel milleproroghe, come primo passo di una possibile procedura di infrazione al nostro Paese. 
La crisi del settore lattiero-caseario è particolarmente grave e non si affronta con le furberie, che hanno sempre le gambe corte. Del resto a nessun italiano, tantomeno agli agricoltori poteva venire in mente che la misura prioritaria adottata dal Governo per affrontare la crisi del settore agroalimentare poteva essere rappresentata dalla proroga delle multe degli allevatori splafonatori.
Il Partito Democratico aveva presentato un pacchetto di emendamenti, tutti bocciati, che affrontavano le tante emergenze del settore primario, a cominciare dal caro gasolio il cui eccessivo costo rischia di pesare ancor più negativamente sui bilanci delle nostre aziende agricole oggi particolarmente in difficoltà.

Afghanistan: riflessione seria in Parlamento e non un voto che lavi la coscienza


"Piangiamo la trentasettesima vittima italiana dall'inizio del conflitto in Afghanistan, l'ultima risale all'ottobre scorso. Perché il dolore delle famiglie di oggi a cui si aggiunge il cordoglio di tutti noi che riconosciamo il grande valore dei nostri soldati impegnati nella missione Isaf non si rinnovi domani davanti ad altri morti e ad altri feriti, torno a chiedere all'Italia e all'Europa, di cercare una soluzione che coinvolga realmente i paesi limitrofi all'area, quelli più interessati all'evoluzione positiva di un conflitto che in tempi diversi ha massacrato un paese per più di trentanni. Chiedo al ministro della Difesa di riferire alla Camera e vorrei che in un momento come questo si evitassero speculazioni di ogni tipo. Mi auguro una riflessione vera e immediata, a cominciare dal mio partito, e non un voto che lavi la coscienza". Lo dice Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati PD commentando l'esplosione di un ordigno che ha colpito un veicolo italiano nei pressi di Shindand causando una vittima e quattro feriti.

Afghanistan: dolore per l'uccisione di un militare in un agguato

"Con dolore apprendo di un'altra morte di un militare italiano in Afghanistan resa ancora più crudele dalla circostanza che l'agguato che ha colpito il tenente Massimo Ranzani era rivolto ad un convoglio di ritorno da una missione umanitaria e non militare. Alla famiglia Ranzani esprimo, a mio nome e di tutti i deputati del PD, la più sincera partecipazione e vicinanza con la consapevolezza che i nostri militari, impegnati nell'opera di ricostruzione di una convivenza civile e dell'avvio di una piena vita democratica in Afghanistan, non possono essere lasciati soli in questo difficile compito". Lo ha detto Dario Franceschini, presidente dei deputati del PD.

domenica 27 febbraio 2011

Scarica il modulo. Dai una mano per raccogliere altre firme

Continueremo ad andare in piazza Oriani per raccogliere altre firme per le dimissioni di Berlusconi fino a domenica 6 marzo. A tutti chiediamo di dare una mano per aggiungere altre firme.
Cliccando qui si può scaricare il modulo per la raccolta delle firme: stampatelo e chiedete a amici, conoscenti, famigliari, colleghi di lavoro di firmare.
Le firme raccolte potete consegnarle in Piazza Oriani la domenica mattina o lasciarle nella cassetta postale del Circolo PD in Piazza Oriani 11.

sabato 26 febbraio 2011

Mercoledì 2 marzo, riunione del Comitato direttivo

Mercoledì 2 marzo alle ore 20.45, nella sede di P.zza Oriani 11, riunione del Comitato direttivo del Circolo PD di Casola Valsenio, con il seguente ordine del giorno:
1) Valutazione delle proposte per il candidato del PD al Consiglio provinciale nel collegio di Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme;
2) Programmazione delle attività politiche della campagna elettorale per le elezioni provinciali (maggio 2011);
3) Programmazione delle attività politico-culturali del circolo da organizzare nel breve periodo;
4) Comunicazione dei consiglieri e degli amministratori del PD nel Comune di Casola Valsenio;
5) Analisi della situazione politica locale e nazionale.

Altre vergogne

"Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire di non essere costretti a mandarli a scuola in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori".

Lo ha detto il Presidente del Consiglio (?!) Silvio Berlsuconi, oggi al congresso dei "Cristiano Riformisti".
Non ci si può certo meravigliare se, con uno così, siamo su tutti i carri di carnevale del mondo.

Vergogna! Lega Nord e PdL tagliano i fondi per curare i malati di tumore per darli agli allevatori disonesti

Il senatore Ignazio Marino (PD)
"Il decreto mille proroghe contiene una serie di vergognose sorprese. L'ennesima conferma viene dal taglio dei fondi che la legge del 13 dicembre 2010 destinava a malati di patologie gravissime come il cancro, ora dirottati dal governo a sanare la situazione di allevatori in arretrato con il pagamento delle multe sulle quote latte'', dichiara il senatore del Partito Democratico Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale.
"Per questa norma gli italiani devono ringraziare la Lega Nord che ha deciso di tutelare alcuni allevatori-evasori anche a costo di decurtare le risorse per malattie gravissime tumorali. E' bene che i cittadini che hanno votato per la Lega aprano gli occhi e sappiano di quali scelte e' capace il partito che li rappresenta. Tra gli evasori e i malati, la Lega Nord ha scelto. Loro tutelano i primi, gli ammalati di cancro si arrangino''.
''E' un colpo di mano ignobile che certamente si sperava passasse sotto silenzio. Questa decisione metterà a rischio il diritto alle cure di molti malati terminali in un paese in cui la qualità delle cure e dell'assistenza è già fortemente disomogenea, segnata nelle realtà più difficili da gravi inefficienze e mancanza di risorse''.
''Se a questa norma aggiungiamo quella che impone la schedatura delle donne che ricorrono alla procreazione assistita - con una violazione delle norme sulla privacy che non ha giustificazione - ecco che vediamo chiaramente quanto questo governo abbia a cuore i diritti fondamentali degli italiani''.

Guardate la realtà


«Un esodo biblico come non si era mai visto» (Roberto Maroni, ministro dell'Interno, 11 febbraio 2011).
«Ci aspetta un esodo biblico: 200-300.000 immigrati» (Franco Frattini, ministro degli Esteri, 22 febbraio 2011).
Due dichiarazioni quasi identiche, ma ispirate da situazioni diverse: quella di Maroni è precedente all'esplosione della Libia (e si riferisce allo sbarco a Lampedusa di poche migliaia di tunisini), quella di Frattini è successiva.
Verrebbe da dire che il concetto di “esodo biblico” nel nostro governo è molto elastico. La verità, purtroppo, è che anni e anni di cultura dell'emergenza hanno stravolto il significato di molte parole. E adesso che l'emergenza rischia di diventare serissima, le parole si prendono la loro giusta vendetta.
Faceva quasi tenerezza ieri sentire il ministro dell'Interno invocare la solidarietà dell'Europa e chiedere la realizzazione di un sistema continentale per l'asilo. Ma non avevamo risolto tutto da soli con la collaborazione dell'amico Gheddafi? Dove sono finiti i proclami che fino a pochi mesi fa dichiaravano “sconfitta” l’emergenza-immigrazione? E quelle risposte sprezzanti che venivano date ai noi “buonisti” quando denunciavamo i campi di tortura libici?
Per esigenze di pura propaganda per anni si è presentato come un'emergenza - biblica naturalmente – il flusso migratorio via mare (che rappresentava meno del 10 per cento degli ingressi irregolari in Italia). Ancora per esigenze di propaganda (con gli immigrati bisogna essere “cattivi”, ricorda ministro?) si è dissipata la credibilità della quale, nonostante tutto, ancora godevano nelle ex colonie. E infatti alla lunga lista delle vicende che hanno fatto precipitare la nostra credibilità internazionale si ora è aggiunta la totale incapacità della nostra intelligence di immaginare quel che stava per accadere in Libia. Del resto (l'incredibile Frattini al Corriere della Sera di ieri) «a parte Gheddafi non conosciamo nessun altro. Nessun altro politico, partito. E adesso ci è impossibile immaginare un futuro».
In effetti anche per noi è molto difficile, perché terrorizzante, pensare al futuro in presenza di un tale ministro degli Esteri, ma vogliamo farlo, ostinatamente, se non altro per limitare la quantità di macerie che dovremo raccogliere quando con Berlusconi sarà partito per Antigua. E dunque, un suggerimento: continuate così, abbassate le orecchie, ascoltate le organizzazioni umanitarie, i demografi, gli economisti. E soprattutto fate lo sforzo di spostare lo sguardo verso la realtà. Non è difficile: le foto dei massacri parlano chiaro. Dall'altra parte del nostro mare sta accadendo qualcosa di enorme. Non si sa come andrà a finire (col consueto senso dell'opportunità ieri il nostro premier, mentre giungevano le prime cifre dello sterminio, ha sostituito l'emergenza biblica con quella coranica) ma si sa benissimo quel che non deve succedere. Condannate senza mezzi termini il lestofante che avete osannato, attrezzate il Paese per dare asilo a chi lo combatte, mettete l’Italia in prima fila tra gli stati dell’Occidente che sostengono questa rivolta democratica. Fate almeno finta di credere che i diritti umani sono universali. Se non altro perché, in questo momento, conviene anche a voi.

Libia: l'Italia e l'Europa devono aiutare chi combatte per la libertà

Una donna libica con  i colori della bandiera abolita da Gheddafi dopo il colpo di stato del 1969
Nei confronti delle vicende del Nordafrica, in particolare della Libia, «l'Unione Europea deve avere una voce univoca. L'Europa deve dire che sta col cambiamento e mettere a disposizione risorse politiche, diplomatiche, economiche, per accompagnare verso maggiori diritti queste popolazioni». Così il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, concludendo oggi il Festival Manifutura a Bologna. Bersani ha sottolineato che «noi non vogliamo esportare modelli, ed è curioso che lo dica Frattini che ha sostenuto la guerra di Bush» ma, ha aggiunto, «vogliamo che ci siano elezioni, libertà di associarsi e più diritti per le donne».

Camusso: «I soldi del premier tassati al 12%. Perché sui nostri stipendi tasse al 30%?»

camusso primo piano ammonisce 640
Giustizia fiscale e sociale: l'ha chiesta la leader CGIL Susanna Camusso durante il comizio nel corso del quale ha chiesto le dimissioni di Silvio Berlusconi. «Ieri - ha sottolineato Camusso - il presidente del Consiglio ha ricevuto le cedole delle sue aziende e le ha distribuite alla sua famiglia, questo è legittimo; ma perché quei soldi sono tassati al 12% e le nostre retribuzioni al 30%? Chi è ricco continua ad arricchirsi mentre chi è povero continua a impoverirsi».
Riguardo al decreto 'mille proroghe', Camusso ha detto che «per garantire le quote latte a qualche allevatore leghista si tolgono le risorse per curare chi è malato di tumore». 
Intanto, ha continuato la segretaria nazionale della CGIL, «dal Consiglio dei ministri viene la necessità di mettere mano alla giustizia: processo breve, lotta alle intercettazioni, immunità, che hanno a che fare con la condizione personale del presidente del Consiglio». «Ma non c'è solo uno che difende sè stesso - ha rilevato - c'è un governo che dice che si deve abolire la libertà di stampa», mentre «la criminalità organizzata influisce sul governo e sull'economia». «L'idea è mettere il bavaglio al Paese - ha concluso - ma non ci imbavaglieranno, perchè parliamo della vita concreta delle persone».

Faccia tosta e acume

Oggi pomeriggio alla Vetriceramici si parla di economia, di lavoro, di energie rinnovabili, a partire dall’esperienza di un’azienda nata e cresciuta a Casola, che ha reagito alla crisi, che ha saputo competere e affermarsi in Italia e all’estero.
E a parlarne, insieme agli imprenditori della Vetriceramici e agli imprenditori casolani, c’è la Regione con l’Assessore Muzzarelli e ci sono le istituzioni locali, il Comune e la Provincia di Ravenna, rappresentati rispettivamente dal Sindaco Iseppi e dal Vice Presidente e Assessore alle attività produttive, Claudio Casadio.
Anche il PdL casolano ha dato “rilievo” all’iniziativa.
Così: “Come sempre il PD casolano mescola e confonde le funzioni istituzionali con il partito e così sabato prossimo il Comune organizza un incontro pubblico esclusivamente per un comizio elettorale del candidato del PD, Casadio”.
Complimenti, veramente complimenti …per la faccia tosta e per l’acume.

Fisco 20-20-20. La Camera ha approvato le proposte del PD ma il Governo è latitante

Il 22 dicembre 2010 la Camera dei Deputati ha approvato la mozione proposta dal PD che impegna il Governo a realizzare una riforma fiscale equa, per far pagare meno le famiglie, sostenere le imprese e far crescere l’economia. Tre principi su tutti:
1) Un euro di reddito da lavoro non deve essere tassato più di un euro tratto dalla rendita;
2) Ogni euro recuperato dalla lotta all’evasione deve servire a ridurre le tasse;
3) Una riforma a costo zero che non tocca i conti pubblici.
Ma ancora una volta il Governo non rispetta gli impegni presi in Parlamento.
Un motivo in più per chiederne le dimissioni.

(scarica il volantino con le proposte del PD)

I soliti pataccari

Ovvero, una storia in stile centrodestra (PdL – Lega Nord). Il "caso" della circonvallazione di Castel Bolognese

Il sottosegretario ai Trasporti Mantovani (PdL) aveva annunciato nell’ottobre scorso, in un’iniziativa di partito e prima che ne fosse stata data comunicazione agli enti locali interessati, che "la variante di Castel Bolognese è stata inserita nella proposta programmatica dell'Anas all'interno del Piano 2010-2015 con appaltabilità prevista nel 2012 per un importo complessivo pari a 33.350.000 euro".
E subito il consigliere regionale Gianguido Bazzoni (PdL) si appuntava la medaglia al petto, vantando non si sa bene quali meriti.
In quell’occasione i consiglieri regionali PD, Fiammenghi e Mazzotti, ricordavano agli esponenti del PdL che è stato il Comune di Castel Bolognese che “nella latitanza dell'Anas, ha finanziato con fondi propri il progetto per la variante e che i cittadini sono mobilitati da anni per veder finalmente realizzata questa fondamentale infrastruttura. Qui anche il consigliere Bazzoni può stare tranquillo: non c'è nulla da vigilare. Se il Governo finanzia l'Anas per l'esecuzione dei progetti che in provincia di Ravenna attendiamo da anni, noi siamo sol che contenti. Nell'attesa, ovvia, di vedere gli atti necessari approvati dalle autorità competenti".
Sapete come è andata a finire? Come al solito… da quando a governare è il centrodestra (PdL – Lega Nord): senza risorse e senza un nulla di fatto. In altre parole, quelle di Mantovani …e di Bazzoni, erano patacche.
L'Anas non ha idea di quando potranno essere finanziati i lavori per la variante di Castel Bolognese e per quella di Alfonsine (località Taglio Corelli). Tutto ciò per carenza di risorse finanziarie e, aggiungiamo noi, per la ormai cronica mancanza di una corretta programmazione in campo infrastrutturale. Purtroppo, le affermazioni trionfalistiche del consigliere regionale PdL, Gianguido Bazzoni, si sono rivelate una clamorosa patacca. Diciamo ‘purtroppo', pensando ai problemi della nostra comunità, perché saremmo stati ben felici di sapere che questi interventi avevano adeguata copertura finanziaria". Così i consiglieri regionali PD, Mario Mazzotti e Miro Fiammenghi, hanno commentato la risposta dell'Assessore regionale ai trasporti Alfredo Peri, in merito ad una interrogazione da loro presentata all'indomani delle disinvolte dichiarazioni dello stesso Gianguido Bazzoni, secondo il quale i soldi per le varianti erano pronti.
Sulla circonvallazione di Castel Bolognese, l’Assessore Peri ha puntualizzato la situazione: "E' stato redatto il progetto preliminare da parte del Comune di Castel Bolognese con risorse proprie, ma non è ipotizzabile la sua approvazione finché non verrà approvato il nuovo Piano degli investimenti ANAS. Tale opera, anche grazie alla continua attenzione e sollecitudine della Regione, è stata inserita dall'ANAS nella proposta programmatica di nuovo piano".
Purtroppo - ha concluso Peri - la mancanza di risorse finanziarie condiziona pesantemente non solo la realizzazione ma anche la programmazione degli interventi e attualmente, alla luce di tale mancanza di disponibilità da parte del Governo, non si è in grado di prevedere le reali capacità di spesa dell'ANAS per gli interventi già previsti nel Piano vigente, né tanto meno le tempistiche per la predisposizione del nuovo Piano pluriennale".

Lavoro, energia, territorio: l'esperienza di Vetriceramici

Sabato 26 febbraio alle ore 16,00 presso la Vetriceramici SpA (Stabilimento B, Via del Senio 3) si terrà un incontro pubblico organizzato dal Comune di Casola Valsenio in collaborazione con la Vetriceramici.
Il tema dell'incontro sarà "Lavoro, ambiente, territorio. Vetriceramici dal locale al globale".
Interverrano,  Nicola Iseppi (Sindaco di Casola Valsenio), l'On. Gabriele Albonetti, Gian Carlo Muzzarelli (Assessore Regionale alle attività produttive e piano energetico), Claudio Casadio (Vice Presidente della Provincia di Ravenna). Interverranno inoltre Sergio Zannoni e Gianfranco Padovani, rispettivamente Presidente e vice Presidente della Vetriceramici SpA.
Si tratta di un'occasione importante per analizzare la situazione imprenditoriale e occupazionale del Comune, della Provincia e della Regione e approfondire il ruolo del Piano Energetico regionale e le opportunità che ne possono derivare per il sistema economico e produttivo locale.

giovedì 24 febbraio 2011

Nel PD scelgono gli iscritti e gli elettori. E nel PdL chi sceglie?

Un po’ di sarcasmo a buon mercato, una punta di disprezzo: questo il modo con cui anche il PdL casolano aveva liquidato il valore e il significato delle “elezioni primarie” che il PD e il centrosinistra hanno indicato come lo strumento di selezione delle candidature alle cariche istituzionali (…e nel caso del PD anche per l’elezione del Segretario nazionale e dei Segretari regionali).
Lo strumento “primarie” è certo migliorabile ed è certamente vero che in alcuni casi i candidati del PD sono stati battuti da candidati indipendenti o indicati da altri partiti del centrosinistra. La democrazia prevede che si possa vincere o perdere, dov'è la stranezza?
Ma in tutti i casi hanno deciso gli elettori con una partecipazione comunque ampia, certamente molto più ampia di quanto possa accadere nel chiuso di una stanza, tra poche persone. E in tutti i casi, che fosse un candidato del PD o di un altro partito a prevalere, chi ha vinto le primarie è sempre stato sostenuto dal PD.
Da questo metodo non torniamo indietro. Le primarie, la partecipazione democratica di elettori e iscritti per scegliere i candidati a Sindaco o a Presidente, è un'opportunità che il PD mette a disposizione dei propri iscritti e elettori, ed è parte dell’identità, del modo di essere del Partito Democratico e della sua concezione della politica.
Lo spettacolo che il PdL sta dando, invece, è ben diverso. A Ravenna il PD e il centrosinistra hanno un candidato Presidente della Provincia, Claudio Casadio, indicato con il voto di 15.000 persone. A Bologna il centrosinistra e il PD hanno un programma condiviso e un candidato a Sindaco, eletto con il voto di migliaia di elettori e elettrici.
Il PdL a poche settimane dal voto non solo non ha ancora un candidato nella Provincia di Ravenna e nel Comune di Bologna, ma a Bologna ne ha segati almeno una dozzina, a partire da Mazzuca, Cazzola, ecc.
E miglior figura non la sta certo facendo la Lega Nord, che non ha saputo proporre ancora nulla.
Ma la domanda che viene spontaneo rivolgere a questi “liberali” e campioni di democrazia, è… chi deciderà il candidato Presidente della Provincia di Ravenna e il Sindaco di Bologna del centrodestra? Alcuni notabili nel chiuso di una stanza? O il capo, che da Roma o da Arcore imporrà un nome? Ma ai vostri elettori quando avrete il coraggio e la decenza di chiedere qualcosa?
Ecco, anche in questo caso non è certo il centrodestra che può darci lezione.

In difesa della castanicoltura, un programma di lotta biologica alla “vespa cinese”

I Comuni dell’Unione montana hanno organizzato il 22 febbraio, nella sede di Fognano, un incontro per definire le strategie di contrasto alla diffusione della “vespa cinese” (Cinipide del castagno) nei castagneti del nostro territorio.
Oltre ai rappresentanti dei Comuni, erano presenti i rappresentanti della Provincia di Ravenna, del Corpo Forestale dello Stato, delle Organizzazioni professionali agricole, del Consorzio dei castanicoltori “Tre Valli”. Nell’occasione i tecnici del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna hanno illustrato le caratteristiche biologiche dell’insetto, le implicazioni di ordine ecologico e le possibili ricadute economiche sulla produzione di castagne e marroni.
Nel dibattito sono stati esaminati gli aspetti normativi, le prescrizioni fitosanitarie, le indicazioni tecnico-operative per i castanicoltori ed è stato chiarito che per il controllo delle infestazioni si fa affidamento sull’applicazione di sistemi di lotta biologica con la progressiva introduzione nell’ambiente di un antagonista parassitoide specifico (Torymus sinensis).
Il programma di intervento prevede una capillare opera di informazione verso gli operatori del settore e l’individuazione di un castagneto che, per ubicazione e caratteristiche vegetative, risulti adatto per un primo rilascio di parassitoidi da effettuarsi entro la primavera 2011. L’impegno poi, nel medio periodo, è quello di attivare un progetto complessivo di lotta biologica contro i principali fitofagi del castagno.

martedì 22 febbraio 2011

Ops! Nei sondaggi Bersani batte Berlusconi di sette punti

Disposto a tutto non pur di non andare al voto perché i sondaggi stavolta raccontano un’altra storia: Silvio Berlusconi perderebbe le elezioni inchiodato a percentuali che per la prima volta segnano il crollo dei consensi tra gli elettori. Questo dice l’indagine effettuata da Renato Mannheimer e illustrata ieri a Porta a Porta. Al centrosinistra guidato da Bersani andrebbe il 36% dei consensi, fermando Berlusconi al 29 se a guidare il terzo polo fosse Casini, che si attesterebbe al 15%, mentre il centrosinistra guidato da Bersani avrebbe il 39% e il centrodestra guidato da Berlusconi solo il 30% se a guidare i terzisti fosse Fini. «È la prima volta da mesi che il centrosinistra dimostra di avere delle possibilità», nota Mannheimer.
Conferme del cambio di vento arrivano anche da un sondaggio riservato, arrivato da pochi giorni nei cassetti del Nazareno, effettuato dalla Ipsos subito dopo la manifestazione del 13. Se si dovesse andare oggi al voto il 26,2% degli intervistati sceglierebbe il Pd, il 9,3% Sel e il 6,2 l’Idv, mentre il 28% voterebbe Pdl, l’11,4% Lega, il 6 l’Udc e il 5% Fli. Dati confortanti soprattutto dopo l’affossamento della santa alleanza da parte di Casini: Pd, Sel e Idv potrebbero farcela senza ulteriori allargamenti.

lunedì 21 febbraio 2011

Il PD in piazza per la Libia: fermare la violenza, aiutare la democrazia

In queste ore, in Libia, si stanno consumando momenti drammatici. Il paese è ad un passo dalla guerra civile. E Muammar Gheddafi, 69 anni e è attualmente irreperibile.
Il Partito democratico ha promosso per domani  a Roma, presso piazza del Pantheon, alle ore 18.30, un sit-in per chiedere di fermare la repressione in Libia e l’avvio di una nuova fase democratica. L'iniziativa intende incalzare il governo italiano perché assuma le responsabilità che ci competono, uscendo dal penoso stallo e dall’imbarazzante silenzio in cui si trova. Domani diremo la nostra, manca la voce dell'Italia.
All'iniziativa parteciperà il segretario nazionale del PD Pier Luigi Bersani, il Presidente dell'Assemblea nazionale, Rosy Bindi, i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, militanti, dirigenti e parlamentari del PD.

domenica 20 febbraio 2011

Anche il popolo della Libia chiede libertà e Gheddafi scatena una repressione brutale. I Democratici italiani sono con il popolo, e il Governo con chi sta? Cosa fa?

La scintilla tunisina sta infiammando il medio-oriente e il nord Africa. Le rivolte popolari che chiedono libertà e democrazia, riforme sociali ed economiche, si sono estese dalla Tunisia all’Egitto, al Bahrain, allo Yemen, a Djibuti e alla Libia. E proprio in Libia il colonnello Muammar Gheddafi pur di difendere il proprio potere dispotico – che detiene da 42 anni, dopo il colpo di stato del 1969 - ha scatenato una repressione brutale e sanguinosa.
Si parla di decine di morti a Bengasi, dove più forte e intensa è stata la sollevazione del popolo.
L’eccidio a Bengasi, 1.000 km ad est di Tripoli, è avvenuto quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro dimostranti che protestavano dopo i funerali di altri dimostranti uccisi in precedenti episodi di violenza. Ma malgrado la reazione e la repressione delle forze speciali fedeli a Gheddafi, la gente continua a combattere strada per strada. E la sollevazione si allarga ad altre città e località della Libia.
L’attivista Badawi Altobawi ha dichiarato alla Reuters che la Libia sarà come la Tunisia e l’Egitto. ”Continueremo a dimostrare e protestare fino a quando il regime cadrà. Non si torna indietro, questa è una protesta guidata dai giovani. Sono scesi in strada come i loro fratelli in Tunisia e in Egitto. E’ un movimento di popolo spontaneo, e ogni giorno che passa siamo più organizzati”.

E il Governo italiano cosa fa? Dal Ministro degli esteri, Frattini, neanche una parola. Berlusconi, interrogato sugli avvenimenti libici, a proposito di Gheddafi ha detto “No, non l’ho sentito. La situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno”.
Proprio così, “non mi permetto di disturbare nessuno”. E’ troppo impegnato l’amico Muammar, a
ordinare a forze di sicurezza, mercenari arruolati, criminali comuni liberati per formare squadroni della morte, di reprimere nel sangue la rivolta in Cirenaica.
La Farnesina si limita a sconsigliare “viaggi non essenziali” in Cirenaica. La linea del governo italiano è “non disturbare il Colonnello. Tenere un profilo bassissimo, underground”.
Una vergogna a cui l’opposizione democratica si ribella.
Altro che silenzio! Il Governo, il Ministro degli esteri, devono chiedere, pretendere, la fine della repressione e sollecitare una comune azione dell’Unione Europea. L`Italia deve farsi capofila di una iniziativa politica europea in tal senso. L’Italia e l’Europa devono stare dalla parte dei popoli che chiedono libertà e accompagnare, sostenere la transizione democratica dei paesi del nord Africa e del medio-oriente.

venerdì 18 febbraio 2011

Il testo commentato del Canto degli Italiani

Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
L'Italia chiamò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 

Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 

Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 
l'elmo di Scipio: L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere.
Goffredo Mameli
Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice.
coorte: nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.
Calpesti: calpestati
Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'Ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme.
una speme: altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza. Non c'è però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole. Nella lingua delle canzonette di musica leggera intorno al 1950, queste parole si trovano ancora.

fonderci insieme: negli anni di Goffredo Mameli l'Italia è ancora divisa in molti staterelli. Il testo dice che è l'ora di fondersi, di raggiungere l'unità nazionale.
per Dio: doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e quindi significa "da Dio": se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci.
Certo è però che in italiano "per Dio" può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? Siccome aveva Vent'anni ci piace pensare che abbia voluto lui stesso giocare sul doppio senso (in fondo i suoi rapporti con il Vaticano non erano buonissimi, tant'è vero che è morto proprio a Roma dove combatteva per la Repubblica)
Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa
Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, che nel 1530 difese Firenze dall'imperatore Carlo V.
Balilla: è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi
I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani
Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo dell'Austria, perde le penne.
Il sangue Polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori

("Il Canto degli Italiani", più noto come "Fratelli d'Italia", è l'inno ufficiale della Repubblica Italiana. E' stato scritto da Goffredo Mameli (1827-1849) nel 1847 e musicato da Michele Novaro (1822-1885), entrambi genovesi. Venne eseguito per la prima volta a Genova il 10 dicembre 1847 davanti a 30.000 persone, che celebrarono così il centenario della sollevazione anti-asburgica della città nel 1746, quella innescata dal sasso scagliato dal giovanissimo Giovan Battista Perasso, il Balilla ricordato nel testo dell'inno.
Mameli morì a Roma, a 21 anni, il 6 luglio 1949, dove era accorso al seguito di Giuseppe Garibaldi in difesa della Repubblica Romana guidata da Mazzini, Saffi e Armellini.)


Il 17 marzo sarà festa, Festa dell'Unità d'Italia. Ma la Lega Nord dice no e un po' di ministri della destra ha detto sì ...a denti stretti

La battaglia di Legnano (Massimo Taparelli D'Azeglio)
L'Italia festeggerà i suoi 150 anni di vita unitaria. Il governo, faticosamente, troppo faticosamente, ha deciso.Il 17 marzo sarà festa, per tutti, anche per quelli che non hanno perso occasione (Calderoli, Borghezio e altri leghisti) per dileggiare lo Stato, il Paese, la Nazione che gli garantisce libertà di parola e di pensiero (!?) e, ogni mese, una consistente retribuzione.
Quanto sia giusto festeggiare questo avvenimento fondamentale della storia degli italiani, lo ha reso evidente ed esplicito ieri sera a Sanremo, l'eloquio appassionante e emozionante di Roberto Benigni.
"Dall'Alpe a Sicilia, dovunque è Legnano", recita il testo del Canto degli Italiani. Ogni città italiana è Legnano, scriveva il ventenne Goffredo Mameli nel 1848, richiamando il luogo dove nel 1176 i comuni della Lega Lombarda sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa.
Ma cosa ne possono sapere loro?! leghisti arroganti e ...ignoranti.

L’indifferenza è il peso morto della storia

Foto segnaletica di Antonio Gramsci quando era rinchiuso nelle carceri fasciste
Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, ieri sera, al Festival di Sanremo hanno letto questo testo di Antonio Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937)  pubblicato su “La città futura” (*)  l’11 febbraio 1917, quando aveva 26 anni.
Lo riproponiamo, per la straordinaria forza e carica ideale che ancora esprime:

 “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

(*) “La città futura”, numero unico pubblicato nel febbraio del 1917 a cura della Federazione giovanile piemontese del Partito Socialista.  Gramsci curò per intero la stesura del giornale, che aveva lo scopo di "educare e formare" i giovani socialisti (siamo verso la fine del primo conflitto mondiale) alla "disciplina politica", alla solidarietà e alla vita organizzata del partito.

mercoledì 16 febbraio 2011

Montagna: il PD mette in campo azioni e proposte. Dalla destra e dalla Lega Nord solo tagli o elemosine

di Giorgio Sagrini (Responsabile politiche per la montagna - PD Emilia-Romagna)

La vicenda delle risorse irrisorie assegnate dal Governo ai Comuni di montagna (16 milioni di euro, ...ciò che resta del Fondo ordinario per il funzionamento delle Comunità montane), ha messo a nudo una verità che né il PdL né la Lega Nord possono più nascondere.
E la verità è che hanno tagliato tutto, il fondo nazionale per la montagna, il fondo per l'assicurazione contro le calamità naturali per gli agricoltori, i fondi per le gestioni associate, per la difesa del suolo, per gli investimenti ai piccoli Comuni, per il gasolio e il gpl alle zone non metanizzate, ...
La destra, il governo della destra, ha cancellato la montagna dall'agenda politica del Paese e sta assestando colpi pesantissimi all'autonomia amministrativa degli enti locali del nostro Appennino.
Anche per la montagna si conferma ciò che appare evidente per tutti i settori decisivi della vita nazionale: non c'è un'idea di governo, manca una qualsiasi strategia rivolta al futuro.
In Emilia-Romagna, di quei 16 milioni (nel 2007 il Governo Prodi ne aveva stanziati 189!) arriveranno 249.000 euro, e non saranno assegnati alle Comunità e Unioni montane ma direttamente ai Comuni in proporzione alla popolazione, penalizzando una volta in più le aree montane a minore densità demografica. La situazione dei bilanci degli enti montani è pesantissima ed è a rischio la possibilità di mantenere servizi fondamentali.
Il governo regionale ha sostenuto i bilanci degli enti locali montani, le Comunità e le Unioni montane, nel 2009 e nel 2010, sopperendo ai tagli e alle inadempienze del governo nazionale. E interverrà anche nel 2011, per consentire la positiva definizione dei bilanci di previsione del 2011. Ma siamo assolutamente consapevoli che così non si possa andare avanti.
La destra e la Lega Nord si riempiono la bocca di federalismo ma il loro federalismo è un bidone vuoto. E per la montagna è semplicemente un bidone!
Serve una nuova fase politica e di governo per la montagna, che dia continuità all'attività legislativa, ai programmi, ai progetti, alle azioni innovative, alle politiche di respiro europeo promosse dalla Regione per la montagna e sia di esempio per tutto il Paese. Il 2011 deve essere l'anno di svolta e la sfida parte da qui, parte dall'Emilia-Romagna.
L'Assemblea regionale del PD dell'Emilia-Romagna il 13 novembre scorso ha definito una agenda per la montagna, per affrontare non solo i problemi immediati, contingenti, ma per guardare avanti, per prefigurare scenari nuovi, un assetto più evoluto e moderno.
Su questi temi, nei prossimi mesi, promuoveremo il confronto e la discussione con le amministrazioni locali, con le forze sociali ed economiche, con le popolazioni. Perché deve essere chiaro a tutti che il partito della montagna, il partito che sostiene e promuove azioni positive per la montagna, è il Partito Democratico.

(Per farvi un'idea più precisa, leggete i commenti delle comunità montane e degli amministratori della montagna veneta, sul taglio dei fondi governativi)

OMSA. E' ora che il Governo batta un colpo!

(Il Resto del Carlino/Faenza, 16 febbraio 2011)

Per rimuovere le macerie del berlusconismo anche Vendola sostiene la necessità di una “coalizione di emergenza democratica”

“Per ridare all’Italia l’ossigeno che il berlusconismo le ha tolto urge rimuovere le macerie della Seconda repubblica. Ma se è genuino questo allarme bisogna evitare le inopinate aperture di credito a quei leghisti che sono un elemento centrale del degrado civile del Paese.
Facciamo allora una coalizione di emergenza democratica, reclutiamo le migliori competenze giuridiche e occupiamoci delle cose fondamentali: legge elettorale, una buona norma sul conflitto d’interessi e sul sistema informativo. Poi, ognuno per la sua strada”.

(La Repubblica, 16 febbraio – pag 13 / Intervista a Nichi Vendola)

Le proposte del PD per un'agenda digitale italiana

L’avvento dell’era digitale sta cambiando l’economia, le forme di comunicazione e di impegno politico, le nostre stesse vite. Nei Paesi privi di democrazia e libertà, Internet è uno straordinario motore di cambiamento. A livello comunitario, il mercato digitale viene definito come la “quinta libertà” e, come tale, il suo sviluppo viene considerato prioritario. 
L’innovazione tecnologica ha un ritmo tale da modificare continuamente e in profondità la realtà della Rete. I mutamenti più recenti, con l’enorme incremento dell’accesso da reti mobili legato agli smartphone e ai nuovi tablet, moltiplicano le possibilità di superare il divario digitale ma allo stesso tempo pongono nuovi problemi. Libertà e neutralità della Rete vanno ora difese anche dall’eccessiva diffusione di circuiti chiusi e a pagamento che sono l’altra faccia della medaglia del successo dei motori di ricerca e dei nuovi device e delle loro applicazioni proprietarie.
(…)
Di fronte alla linea di questo governo il PD deve indicare la propria visione, contribuendo al confronto per varare finalmente un’Agenda digitale italiana e mettendo al centro della propria iniziativa i temi della cittadinanza digitale.
Le proposte del PD si articolano attorno a quattro grandi obiettivi:
1) Garantire il diritto all’accesso al digitale a tutti i cittadini. 
2) Investire sulle reti per assicurare a tutti i cittadini un’offerta digitale adeguata e competitiva con gli altri paesi europei.
3) Sviluppare i contenuti digitali e contribuire a ridurre il divario della nostra domanda rispetto agli altri paesi europei
4) Aggiornare il quadro normativo e regolatorio per salvaguardare la neutralità della Rete, semplificare il sistema e accrescere la competitività delle imprese.


1 euro in più sul biglietto: la tassa sul cinema la paga lo spettatore e il gestore diventa gabelliere per conto del Governo

Dal 1° luglio 2011 e almeno fino al 31 dicembre 2013, al biglietto del cinema verrà applicata una tassa di 1 euro. Lo dice un emendamento al Decreto Milleproroghe. In questo modo gli spettatori dovranno pagare una nuova tassa e toccherà ai gestori delle sale versarla, diventando in tal modo esattori per conto del governo. Solo poche settimane fa lo stesso governo aveva smentito (?!) l'aumento, che adesso è stato invece riconfermato. "In merito al provvedimento – ha afferma il ministro della Cultura Sandro Bondi - ho il dovere di precisare che la previsione di un aumento di 1 euro allo scopo di finanziare per tre anni consecutivi gli incentivi fiscali a favore del cinema stesso non era inizialmente nei miei progetti e nelle mie intenzioni".
Ma questo non era il governo che “non metteva le mani nelle tasche degli italiani”? Eccome no! Lui le mani non le mette, costringe gli altri a farlo. Lui, il governo, si limita a incassare i proventi.
E’ così con il biglietto del cinema, sarà così con la tassa di soggiorno e con le addizionali e tutti gli altri balzelli che verranno introdotti con il falso federalismo della destra e della Lega Nord!
In questo modo – lo diciamo chiaramente – si fa un pessimo servizio alla cultura, al nostro Cinema, alla possibilità stessa di operare e di lavorare delle sale cinematografiche dei centri più piccoli ancora attive, come il Cinema Senio di Casola Valsenio, la cui funzione sociale, culturale ed educativa deve essere invece preservata e sostenuta. Questa decisione, sbagliata e assurda, va ritirata.
Anche qui sta la differenza tra la destra e la sinistra.

martedì 15 febbraio 2011

Bersani: "Dimissioni ed elezioni anticipate"

"Non ci occupiamo di reati perché questo è il lavoro della magistratura - ha dichiarato Pier Luigi Bersani, segretario del PD - né ci occupiamo di peccati perché se ne occupa la chiesa. Noi ci occupiamo dell'Italia e non vogliamo che l'Italia sia allo sbando". Elezioni anticipate? "Siamo noi che le chiediamo, io chiedo le elezioni".

Berlusconi a processo

Silvio Berlusconi sarà processato il 6 aprile sul caso Ruby. Il Gip di Milano, Cristina Di Censo ha disposto il giudizio immediato nei confronti del premier per i reati di concussione e prostituzione minorile. La procura ha stralciato la posizione del presidente del Consiglio rispetto agli altri indagati, Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. I reati ipotizzati fanno riferimento alle telefonate alla questura di Milano fatte dal Cavaliere per chiedere il rilascio di Karima Mahroug e ai presunti rapporti sessuali avuti con la ragazza quando era ancora minorenne.
Il giudizio immediato è legato all'evidenza della prova e la connessione tra i reati contestati a Silvio Berlusconi. Di conseguenza non ci sarà alcuna seduta preliminare e si procederà con il rito immediato.
Tra l'altro per il Gip, i reati imputati sono legati uno all'altro: la concussione sarebbe stata fatta per evitare che emergesse il secondo reato, la prostituzione minorile.
È stata negata inoltre la competenza del Tribunale dei Ministri: l'ufficio giudicante resta il Tribunale di Milano e saranno i giudici Carmen D'Elia, Orsolina De Cristofaro e Giulia Turri i giudici della quarta sezione a comporre il collegio arbitrale il prossimo 6 aprile.
Nel decreto con cui il Gip di Milano ha rinviato a giudizio col rito immediato Silvio Berlusconi sono indicati anche tre funzionari della Questura di Milano che erano presenti la notte tra il 27 e il 28 maggio dello scorso anno quando arrivò la telefonata del Presidente del Consiglio che chiese di affidare Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti. Oltre ai tre funzionari (Pietro Ostuni, Girogia Iafrate e Ivo Morelli) figurano tra le parti offese la stessa giovane marocchina e il Ministero dell'Interno.

Bersani intervistato dalla Padania: "Alla Lega dico: un patto per il federalismo vero"

Intervista di Carlo Passera de La Padania, a Pier Luigi Bersani: "E' il Carroccio a tenere attaccata oggi la spina del governo Berlusconi. Un accanimento terapeutico con l'unico scopo di portare a casa il federalismo. Ma in queste condizioni si rischia di fare una cattiva riforma".
(leggi l'intervista)

Basta polemiche e indecisioni! Il 17 marzo deve essere la festa dell'Unità d'Italia

Pubblichiamo la lettera/appello di Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino e Presidente dell'ANCI

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, Signori del Governo,
Noi Sindaci d’Italia rivolgiamo un vibrante appello al Parlamento e al Governo della Repubblica per sentire e condividere con noi, con le nostre comunità e con tutto il popolo italiano la volontà di ricordare e di celebrare, con la solennità che la data richiede, il centocinquantenario dell’Unità d’Italia nella giornata del 17 marzo, in cui 150 anni fa nel Parlamento di Torino veniva proclamata l’Italia unita.
Nella memoria dei nostri antenati e di tutte le generazioni presenti, passate e future che hanno concorso e concorreranno con il loro sacrificio ed impegno a fare sempre più prospero, unito e forte il nostro Paese, deve rimanere vivo e vitale il ricordo e il significato di quella giornata e del percorso di costruzione dell’Italia unita che ha attraversato questi 150 anni di storia italiana.
I cittadini italiani e tutti coloro che pacificamente vivono e lavorano nel nostro Paese devono poter dedicare una giornata, che deve essere di festa, alla riflessione e all’attenzione alla propria storia, ed alla propria identità, per ritrovare lo slancio con cui costruire il presente guardando al futuro.
Un paese non è solo la sua economia ma l’economia e la crescita sono fondamentali per guardare con serenità al futuro. Tanto più in un paese come l’Italia, che da troppo tempo è fermo. Lo sviluppo dell’economia è però condizionato anche dalla capacità di stare insieme, di valorizzare il bene comune, di fare comunità o come si dice in termini più accessibili, di fare squadra.
Una giornata di festa in un anno in cui peraltro molte festività si accavallano è utile per far scattare la scintilla comunitaria. Una giornata particolare, come richiede il grande valore della ricorrenza da onorare, in cui ciascuno potrà nelle diverse forme, momenti e sedi a ciò dedicate, volgere il pensiero e l’animo a ciò che significa essere italiani, uomini e donne impegnati nel lavoro, nella famiglia, nella società, nelle istituzioni.

domenica 13 febbraio 2011

Centinaia di migliaia di donne e uomini in tutte le piazze d'Italia, per la dignità e per dire basta!

Berlusconi, guarda che spettacolo!

Solo il TG1 di Minzolini non se n'è accorto!
In Italia oggi è successo qualcosa di unico e senza precedenti. Manifestazioni delle donne, per la dignità delle donne, per risollevarci dal baratro in cui è finita l'Italia grazie al signor bunga-bunga. Ma per il Tg1 la notizia non merita certo l'apertura della serata. E neppure approfondimenti speciali. Nonostante sia accaduto qualcosa di speciale: qualunque cronista lo sa.

Prima i titoli vanno sui migranti e i loro sbarchi (per i quali Berlusconi, la destra e la Lega Nord dovrebbero rimangiarsi molte parole). Poi l'Egitto. Con servizi di approfondimento. Dopo l'Algeria. Dopo 8 minuti ancora le manifestazioni delle donne hanno meritato appena un accenno. Meglio non dedicarvi troppo tempo. Potrebbe disturbare qualcuno.
Ma la giornata di oggi non si cancella. Peserà, eccome che peserà!

Grande partecipazione ovunque, piazze gremite in tutte le città dell'Emilia-Romagna
“Un corteo imponente, civile, colorato” ha scritto su facebook il segretario regionale del PD, Stefano Bonaccini a proposito della manifestazione di Bologna. “Come in tutte le piazze dell'Emilia-Romagna e il PD c'era, senza bandiere, com'era giusto, ma con la passione di una grande forza popolare. Vuoi vedere che, lavorando come Oriali, anni di fatica e botte, vinci casomai i mondiali... Forza, tocca a noi”.
“Anche a Forlì una piazza meravigliosa! Una piazza piena di colori e di sorrisi...” segnala un altro commento. “Anche a Reggio Emilia la piazza era piena” e così a Rimini “una piazza magica”.
“Manifestazione affollata e bellissima anche in Piazza Matteotti a Modena”. E poi Ferrara, Parma, Ravenna, con piazza del Popolo “affollatissima di donne, uomini, giovani e ragazze. Con testimonianze, interventi e la rappresentazione allestita dalle lavoratrici dell'OMSA, che hanno portato in piazza il dramma della perdita del posto di lavoro. La parola d'ordine, per tutte e per tutti, era DIGNITA'”.

venerdì 11 febbraio 2011

Il capo del PdL li caccia. E da noi cosa succederà?

Silvio Berlusconi, parlando coi presidenti di Regioni e Province del PdL, è stato categorico: "L'UdC deve uscire dalle giunte che governiamo noi". Secondo l'agenzia Ansa il premier avrebbe detto: "Gli attacchi personali non posso sopportarli più".
E dove l'UdC è alleata del PdL all'opposizione, come a Casola, che si fa? Si vive da separati in casa? Si fa finta di niente?

Inaccettabile la direttiva-bavaglio contro l'informazione Rai

"Se i contenuti fossero confermati, in realtà ci troveremmo di fronte a una direttiva sul bavaglio. Per il Partito democratico questo è inaccettabile". Lo ha affermato il segretario del PD, Pier Luigi Bersani.
"Ogni tentativo di mettere camicie di forza agli spazi informativi della Rai sarebbe, oltre che una violazione del pluralismo, dell'autonomia e della liberta di informazione, un danno grave verso l'azienda che subirebbe un contraccolpo molto grave anche sotto il profilo economico. Mi rivolgo quindi al presidente e ai membri della commissione di Vigilanza Rai e ai vertici dell'azienda - ha proseguito Bersani - affinché in questa fase politicamente delicata e complessa, respingano le pressioni che si sono fatte clamorose e garantiscano la possibilità a ogni giornalista e a ogni lavoratore di poter svolgere correttamente e in autonomia il proprio ruolo.
La Rai ha certamente bisogno di cambiamenti e di riforme, a partire da quelle sulla governance. Di certo non ha bisogno di una lunga agonia a cui la stanno portando le iniziative del PdL".

Sono proprio alla disperazione! Il PdL vuole mettere il bavaglio alla RAI

Se Bruno Vespa il lunedì sera tratta il caso Ruby-Berlusconi, per otto giorni nessun altro talk show potrà tornare sull'argomento. Per fare degli esempi: Ballarò, il martedì, dovrà occuparsi della crisi in Egitto e Annozero, il giovedì, della controversa festa del 17 marzo. È il "principio della ridondanza". A "Parla con me" sarà necessario il contraddittorio dei comici. Alla parodia di Minzolini dovrà seguire l'imitazione di Gad Lerner o di Bianca Berlinguer, perché "trasmissioni apparentemente di satira o di varietà" spacciano "una" verità per "la" verità.
Cari telespettatori, non siamo su "Scherzi a parte".
È tutto vero, messo nero su bianco dal senatore PdL della Vigilanza Rai Alessio Butti. Con un "Atto di indirizzo sul pluralismo" che verrà votato dalla commissione la prossima settimana, mercoledì probabilmente. La sinistra - secondo Butti - occupa la Rai e la tv di Stato "relega in posizioni assolutamente minoritarie le idee, i valori e le proposte della maggioranza degli italiani".

giovedì 10 febbraio 2011

Contributi alle imprese per rimuovere l'amianto e installare il fotovoltaico


Molto inter­es­sante l’iniziativa della Regione Emilia-Romagna che ha recen­te­mente lan­ci­ato un bando per per­me­t­tere da un lato la bonifica da amianto, dall’altro mag­giori instal­lazioni di impianti fotovoltaici. 9 mil­ioni di euro sono stati stanziati infatti per favorire non solo la rimozione del tossico amianto, ma anche per la sua sos­ti­tuzione con impianti foto­voltaici, favorendo la coiben­tazione degli edi­fici sot­to­posti ai lavori ed allo stesso tempo una mag­giore resa ener­get­ica degli stessi edi­fici, tramite auto­pro­duzione di energia.
Il bando è ind­i­riz­zato alle pic­cole e medie imp­rese del ter­ri­to­rio e sem­bra riscuotere inter­esse da parte dei destinatari.
Le domande andranno pre­sen­tate tramite posta cer­ti­fi­cata e rac­co­man­data nel peri­odo com­preso tra il 1° aprile ed il 2 mag­gio e potranno accedere al finanzi­a­mento, non ecce­dente i 150.000 euro per ben­e­fi­cia­rio, solo le pic­cole e medie imp­rese con sede legale nella Regione Emilia Romagna.
(Per saperne di più vai al sito della Regione Emilia-Romagna)

Dalla Regione 400 milioni l'anno per la prevenzione sanitaria

Il nuovo Piano regionale della prevenzione 2010-2012 è stato illustrato dall'assessore regionale alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti.
Per quanto riguarda le risorse, la Regione ha seguito l'indicazione nazionale e ha destinato il 5% del Fondo sanitario regionale alla prevenzione: in tutto 400 milioni di euro l'anno.
Per quanto riguarda gli obiettivi il Piano segue tre linee: programmi di prevenzione per tutta la popolazione, per gruppi specifici e per scongiurare complicazioni da recidive di malattie.
Gli ambiti di intervento interessano cinque aree: la promozione della salute, la prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili, gli screening oncologici, il rapporto tra lavoro e salute e quello tra ambiente e salute.
(Vai al sito della Regione Emilia-Romagna per approfondire l'argomento)

Nuova politica agricola europea, dall'Emilia-Romagna le richieste per l'ortofrutta

1) Reciprocità di regole qualitative, commerciali e fitosanitarie tra i paesi europei ed extraeuropei;
2) Un ruolo più forte delle Organizzazioni dei produttori anche su scala transnazionale per governare meglio l’offerta sui mercati;
3) Reti protettive per affrontare le crisi di mercato attraverso fondi mutualistici e possibilità di ritiro delle produzioni eccedentarie;
4) Trasparenza e nuovi strumenti contrattuali nei rapporti con la grande distribuzione;
5) Una politica più incisiva per contrastare il calo generalizzato dei consumi domestici di frutta e verdura.

Sono queste le richieste a sostegno del comparto ortofrutticolo che arrivano dall’Emilia-Romagna, in vista della definizione della nuova politica agricola comune 2014-2020, indicate dall'assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni.

Nonostante i forti investimenti in qualità e innovazione, l’ortofrutta italiana ed emiliano-romagnola continua a soffrire di una bassa redditività - ha sottolineato Rabboni - Vogliamo che nella nuova Pac ci sia una risposta adeguata alle difficoltà di questo importante comparto. Perché ciò accada occorre però che l’Italia definisca proposte chiare e di alto profilo, con una posizione unitaria e condivisa nei confronti dell’Unione europea”.
Bisogna quindi rafforzare il principio di una Pac che non serve solo agli agricoltori ma a tutti i cittadini europei e costruire un percorso che veda l’Italia protagonista.

Il ruolo e il peso dell'Emilia-Romagna nel settore
Con una PLV pari a circa 1, 1 miliardi di euro, pari al 30% del totale regionale, l’Emilia-Romagna è una delle regioni  forti dell’ortofrutta europeo. Una realtà che in questi anni ha fortemente investito in qualità e organizzazione con 14 mila aziende, pari al 50% del totale, organizzate in OP, una produzione integrata che ha raggiunto i 96 mila ettari e un biologico in forte crescita. In Emilia-Romagna hanno le loro radici alcuni grandi gruppi ortofrutticoli, leader a livello nazionale e internazionale e ogni anno si tiene, a Cesena, il Macfrut, la più importante manifestazione fieristica del settore a livello nazionale e la seconda in Europa.

mercoledì 9 febbraio 2011

La destra vuole modificare l'art.41 della Costituzione? Il PD propone 41 liberalizzazioni, ...vere!

Ecco la risposta PD alla propaganda berlusconiana: 41 proposte subito in rete, per discuterle con gli italiani. Non per modificare l'art. 41 ma per aiutare i consumatori e le imprese, abbassare i prezzi, sbloccare gli investimenti, creare lavoro.
Quarantuno norme ad effetto immediato e nessun altro show di propaganda. Questa è la risposta del PD alla nuova mossa di Berlusconi che vuole modificare tre articoli della Costituzione per dare “una scossa per l'economia”. Per Bersani “qui non c'è nessuna scossa e nemmeno il solletico. Siamo davanti ad un insieme di norme astratte, calendari, rinvii a nuove norme. Insomma niente di concreto”.
L'azione del PD è la prima risposta alla nuova campagna mediatica con cui, questa mattina, il Consiglio dei ministri ha dato via libera al disegno di legge costituzionale recante modifiche agli articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione sulla libertà di impresa e ha approvato il decreto sugli incentivi.
Il governo pensa di risollevare l'economia con incentivi pari all'1,5 del Pil. “Se arrivano all'1,5% prendo il saio – ha continuato il leader del PD – e vado ad Arcore a piedi. Con le manovre proposte non smuovono neanche lo 0,15% del Pil”. C'è un profondo senso di amarezza perché mentre il governo fa propaganda, la situazione per il Paese si fa critica nella stagnazione economica, nei problemi di occupazione e nelle difficoltà del sistema impresa.
La modifica dell'Articolo 41 della Costituzione è solo una misura di distrazione. Un po' come buttare la palla in corner. Questo articolo non ha mai impedito misure di semplificazione, di liberalizzazione o manovre di controllo ex post. Molto meglio realizzare 41 norme ad effetto immediato. Oggi ne proponiamo 35 e chiediamo a chiunque abbia un'idea di interloquire con noi in rete per una mega lenzuolata di 41 norme in una sfida reciproca”.
Gli incentivi? Sono norme ornamentali ovvero concetti che non provocano nulla e non aggiungono nulla alla legge Bassanini o alle liberalizzazioni introdotte dalla legge Bersani. Anche qui nessun rilievo pratico così come gli incentivi per il Sud: un calendario, un timing”.
Quella di Berlusconi è solo un'operazione di distrazione fallita dove resta inevaso il tema delle politiche economiche. Senza processi di crescita si rinvia il problema della stabilità. Ha protratto propaganda oltre un segno minimo di credibilità”.
(leggi le 41 liberalizzazioni proposte dal PD)

Reagire alle difficoltà, soprattutto in montagna

di Tiberio Rabboni (Assessore regionale all'agricoltura)

Siamo preoccupati per le prospettive della nostra montagna. In un paio di decenni hanno cessato l’attività circa la metà delle imprese agricole e quelle rimaste non godono sicuramente di buona salute. In Appennino il clima, i dislivelli e le caratteristiche dei suoli riducono le rese agricole ed aumentano i costi di produzione. Ma anche attorno all’agricoltura le cose non vanno bene. Le piccole e medie imprese industriali stentano a riprendere volumi e ritmi produttivi pre-crisi. E pure i consistenti tagli governativi alla spesa pubblica italiana sono motivo di preoccupazione. Quando le risorse pubbliche scarseggiano, non è affatto vero che scarseggino per tutti allo stesso modo; quel che è disponibile si impiega nelle aree a più alta concentrazione di popolazione e di attività. Lo confermano la recente abolizione del fondo nazionale per la montagna ed altri provvedimenti simili.
Si può contrastare questa deriva? La Regione ci prova, in attesa che anche altri lo facciano.
Le scelte sono quattro.
La prima è confermare le protezioni sociali per tutti i cittadini, dirottando su altri settori di spesa i tagli governativi.
La seconda è uno sforzo straordinario di investimenti pubblici sulle due leve che possono creare nuovo sviluppo e nuova occupazione: l’economia della conoscenza e l’economia verde. Ciò vuol dire, per fare alcuni esempi, creare 10 “tecnopoli” per coniugare ricerca, innovazione e sistema produttivo emiliano-romagnolo, una rete regionale per l’alta formazione, emanare bandi pubblici per finanziare progetti privati di ricerca pre-competitiva, un piano per le fonti energetiche rinnovabili, tecnologie e materiali per la riduzione dei consumi energetici e chimici, il volano turistico, l’agricoltura a qualità regolamentata.
La terza scelta è l’innalzamento della produttività delle risorse pubbliche attraverso un drastico taglio alle sovrastrutture amministrative, alle procedure burocratiche e l’incentivo alle Unioni dei Comuni per la gestione associata di gran parte dei servizi locali.
La quarta opzione è una strategia per la crescita della montagna fondata sulle sue potenzialità di grande volano per l’economia verde (agricoltura sostenibile, produzioni naturali, tipiche e tradizionali, turismo del territorio e dell’enogastronomia, forestazione produttiva, fonti energetiche rinnovabili,
multifunzionalità innovativa) dando priorità nell’accesso ai fondi pubblici: ad esempio, il Programma di sviluppo rurale destina il 40% delle sue risorse alla montagna pur rappresentando essa solo il 15% delle imprese. Questo si traduce in un impegno della Regione a cercare nuove fonti finanziarie per il contrasto del dissesto idrogeologico, per far riconoscere ai servizi di base parametri differenziati rispetto a quelli di pianura, per facilitare l’accesso ai servizi di rango superiore (ospedali, alta formazione, attività di ricerca) tramite sistemi a rete.
Tutto ciò mentre lavoriamo per un significativo riconoscimento del ruolo della montagna nella nuova Pac, sostenendo in particolare la creazione di un pagamento diretto aggiuntivo per tutti gli agricoltori che operano in zone svantaggiate e una disciplina europea per la riconoscibilità in etichetta dei prodotti delle aree montane.

Il PD e la montagna: "Stiamo con la gente che il governo ignora"

Sabato 12 febbraio, a Lizzano in Belvedere, nell'Appennino bolognese, dove è in corso la Festa regionale del PD sulla neve, si terrà l'attivo regionale del PD sulla montagna. Sarà l'occasione per presentare le proposte del PD per lo sviluppo e la valorizzazione dell'Appennino emiliano-romagnolo e denunciare i danni provocati dai tagli del Governo PdL-Lega Nord e dalla completa mancanza di un'organica politica nazionale per i territori montani.