martedì 22 luglio 2014

Medio Oriente, quella guerra ci riguarda. Serve l'impegno di tutti, dell'Italia e dell'Europa per fare vincere la pace

"Sono sempre più drammatiche, giorno dopo giorno, le notizie che arrivano dal Medio Oriente. Il bilancio della guerra scoppiata tra Israele e le milizie di Hamas a Gaza, è sempre più pesante. Oltre 500 morti tra i palestinesi e 18 tra i soldati israeliani (13  nella battaglia di Shajaya che è un quartiere di Gaza City). Verrebbe da ragionare sul concetto di “guerra asimmetrica”. Ma non è tempo di ragionamenti (o non solo). Dovrebbe essere il tempo dell’azione (politica, diplomatica, della più pressante moral suasion per fermare un massacro di dimensioni assurde). Abbiamo letto tutti le analisi di chi conosce e studia quel conflitto da anni, a volte da decenni. L’offensiva israeliana non si ferma e Hamas prosegue nella sua linea.
Si susseguono gli appelli al cessate il fuoco (dall’Onu alla Giordania, alla flebile voce di quell’Europa che si ritrova tragicamente orfana di una politica estera). Per un cessate il fuoco si è pronunciato anche il presidente Obama in coincidenza con la visita al Cairo di John Kerry (la linea della Casa Bianca è bloccare l’offensiva via terra, e mare e aria, basandosi sull’accordo di tregua del novembre 2012).
E’ chiaro a tutti che bisogna proteggere i civili, sia a Gaza che in Israele. Molto meno chiaro è capire chi ha oggi la forza e l’autorità per “costringere” le parti a fermare il massacro.
Davanti a tutto questo conviene tacere, perché oramai non ci sono più parole che abbiano un senso avendole logorate per troppo tempo? E’ una tesi che anche a sinistra si diffonde. A me pare un errore, drammatico se posso aggiungere".
Sono parole di Gianni Cuperlo, scritte per richiamare l'impegno dei Democratici a mobilitarsi per la pace, per sostenere ogni utile azione dell'Italia e dell'Europa, delle Nazioni Unite per fermare la guerra.
Le Feste in corso in questi giorni e settimane possono, devono essere, luogo di incontri e iniziative per la pace in Medio-Oriente, partendo dal presupposto che ogni azione di pacificazione e dialogo deve partire dal riconoscimento del diritto dello Stato di Israele a esistere in sicurezza entro i propri confini e dal riconoscimento del diritto dei palestinesi a vivere in un proprio Stato, riconosciuto dalla comunità internazionale, entro confini certi. Entrambi gli Stati in pace e amicizia tra di loro e con i Paesi vicini.
Troppo difficile a farsi? Certo, come dimostra la storia recente, ma a questa via non ci sono alternative. E d'altra parte cosa ha prodotto, l'incapacità, l'indisponibilità a percorrere quella via se non il continuo precipitare nella spirale mostruosa della violenza e della ritorsione, nella quale si confondono e si smarriscono i torti e le ragioni di israeliani e palestinesi?
"Diamo il segno - ha scritto Cuperlo - che sappiamo ancora, e nonostante tutto, alzare lo sguardo sul mondo".
Sì, facciamolo, a partire dai territori, dalle Feste, dai Consigli comunali e delle Assemblee elettive, nelle iniziative che organizzeremo come PD nei prossimi giorni e settimane.

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