venerdì 24 aprile 2015

Un attacco squadrista fa saltare il dibattito sulla scuola con il Ministro Giannini alla Festa dell'Unità di Bologna

Stefania Giannini
Non c'è niente di democratico in quella contestazione: si chiama squadrismo e come tale va condannato!
Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini è stata contestata alla Festa dell'Unità di Bologna da alcune decine di persone, studenti e insegnanti del Cobas scuola - veri e propri professionisti della provocazione! - che hanno interrotto il dibattito alla quale il ministro era invitata. Appena ha cominciato a parlare i contestatori hanno cominciato a battere cucchiai e forchette su pentole e padelle impedendole di fatto di parlare.
Una del gruppo di contestatori con una sfacciataggine incredibile e spacciandosi per insegnante (poveri alunni, quelli che si trovassero davanti una simile insegnante!) ha affermato, prendendo la parola al microfono dal palco «Noi siamo la parte buona e sana della scuola, siamo a difesa della scuola pubblica e contro i provvedimenti calati dall'alto».
Il ministro è rimasto sul palco, insieme ad alcuni esponenti del PD, mentre una cinquantina di contestatori continuano a fischiare e a fare rumore per impedire il prosieguo dell'evento. A ribattere ai contestatori è stata la parlamentare del PD Francesca Puglisi che ha ricordato come «questo governo ha promosso la più grande stabilizzazione dei precari della scuola».
«Noi con il mondo della scuola abbiamo parlato, questo non è il mondo della scuola». Così il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha commentato, con i cronisti, i contestatori che le hanno impedito di tenere il dibattito sulla riforma della scuola alla festa dell'unità di Bologna, poco prima di rinunciare all'incontro e andarsene. Sulle critiche circa i provvedimenti «calati dell'alto», come sostenevano i contestatori, Giannini ha detto che si tratta di «un falso storico, perché noi abbiamo fatto la consultazione». Lasciando il dibattito, ed entrando in auto il ministro ha aggiunto «io ho ascoltato, ho una certa cultura del rispetto».
Rispetto che non hanno quei professionisti della provocazione, sempre quelli, quelli di sempre. Quelli contro cui ha dovuto sempre combattere la sinistra democratica e riformista. Ma anche stavolta sapremo respingerle, le loro provocazioni!

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