martedì 28 luglio 2015

Sanità, al via il Piano della Regione per ridurre le liste di attesa

Entro fine anno: 90% delle prestazioni entro 30 giorni per le prime visite, ambulatori aperti sette giorni su sette, più personale

Il presidente Stefano Bonaccini e l'assessore Sergio Venturi hanno illustrato alla stampa il piano della Regione per ridurre le lista d'attesa entro la fine dell'anno. L'obiettivo è di garantire le prime visite entro 30 giorni  ed entro 60 per le prestazioni strumentali almeno nel 90% dei casi. Tra le misure introdotte: ambulatori aperti il sabato e la domenica, accesso diretto ai centri di prelievo, meno burocrazia e trasparenza nella gestione delle agende, blocco della libera professione nel caso in cui i tempi di attesa siano fuori controllo. Per dare forza al piano la Regione investe 10 milioni che saranno utilizzati per aumentare il numero di medici e infermieri a disposizione delle Aziende. Ma chi non si presenterà alla visita senza disdire dovrà pagare il ticket. "Vogliamo migliorare ulteriormente i livelli qualitativi di una sanità che è tra le migliori in Europa", ha spiegato il presidente Bonaccini.

Ambulatori aperti il sabato e la domenica in ogni distretto. Possibilità di accedere senza prenotazione ai centri prelievo. Meno burocrazia, con agende più semplici e trasparenti. Pagamento del ticket per chi non disdice. Blocco della libera professione nel caso in cui i tempi d’attesa siano fuori controllo. Questi i punti salienti del piano della Regione, per ridurre drasticamente le liste d’attesa in Emilia-Romagna illustrato oggi a Bologna dal presidente Stefano Bonaccini e dall’assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi.
L’obiettivo preciso è quello di garantire, per la fine dell’anno, almeno il 90% delle prestazioni entro 30 giorni dalla richiesta nel caso delle prime visite, entro 60 giorni per le prestazioni strumentali. Per evitare esami inutili, sarà rafforzata la collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti; entro il 30 settembre verrà adottato un software specifico per il controllo in tempo reale delle liste. Entro il 30 ottobre 2015 saranno coinvolti più medici e infermieri, fino alla fine del 2016, attraverso risorse (10 milioni di euro) dedicate.
 
Un Responsabile unico per i tempi d’attesa

Già nel 2015 la valutazione delle Direzioni generali dipenderà dal risultato sulle liste di attesa e in ogni Azienda verrà nominato un Responsabile unico dell’accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, cui verrà affidata la gestione esclusiva e la modifica delle agende e il presidio dei tempi di attesa.
Entro il 30 settembre inoltre verrà adottato un software specifico per avere la situazione in tempo reale delle liste. Servirà ad aggiornare quotidianamente le Direzioni generali e il Responsabile unico, in modo da permettere un adattamento tempestivo dell’offerta.
Il superamento delle criticità passa attraverso il reclutamento di nuovi professionisti: per questo, il piano mette a disposizione 10 milioni di euro.

Possibilità di visita sette giorni su sette
Per le prestazioni che a settembre 2015 presentano tempi di attesa critici, le Aziende prevedono un ulteriore allargamento dell’offerta nelle giornate di sabato e domenica, e nelle ore serali dei giorni feriali, anche nel privato accreditato.
Verrà ampliato il servizio di prenotazione su CUPWEB (modalità on-line, www.cupweb.it) con l’offerta di prestazioni disponibili. Dal 2016, possibilità di accedere anche tramite “app” su dispositivi mobili (smartphone e tablet).
Inoltre, entro il 15 settembre di quest’anno, per le prenotazioni telefoniche verrà attivato un numero verde aziendale.

Chi non si presenta senza disdire paga il ticket
Continuano a essere troppi i cittadini che non si presentano per effettuare visite già prenotate. Oltre a fare in modo che gli utenti ricordino gli appuntamenti già fissati tramite i meccanismi di promemoria, occorre creare le condizioni perché sia possibile disdire le prenotazioni già effettuate e che da queste disdette si originino posti liberi effettivi, da utilizzare per altre persone. I sistemi aziendali devono quindi indicare la modalità con cui è possibile disdire. Delle disdette va tenuta traccia, e queste informazioni devono costituire il presupposto per l’applicazione del ticket alle prestazioni prenotate e non erogate per mancata disdetta, sia per i soggetti non esenti che per quelli esenti ticket.

Le agende delle prestazioni di primo accesso devono essere strutturate per specialità e non per singolo ambito/quesito diagnostico. Una conseguenza diretta di ciò è che eventuali prestazioni di secondo livello - per le quali prima esisteva un’agenda dedicata - , debbano essere erogate con presa in carico diretta da parte della struttura, senza che il paziente debba ripassare dal medico di medicina generale e dal CUP. Parallelamente le prestazioni disponibili con il CUP e non in agende gestite direttamente devono aumentare; in ogni distretto dev’essere garantito l’accesso diretto ai prelievi di sangue.

Ogni Azienda, in caso di superamento del rapporto tra attività di libera professione e istituzionale sulle prestazioni erogate e di sforamento dei tempi di attesa massimi già individuati dalla Regione, attuerà il blocco immediato dell’attività libero professionale.

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