martedì 21 giugno 2016

Dopo il voto di domenica ...il commento di Alberto Pagani

di Alberto Pagani (Deputato PD)

Michele de Pascale è il nuovo sindaco di Ravenna: il secondo turno del voto ha giustamente premiato la buona amministrazione del Partito Democratico e della nostra coalizione, una politica attenta ai cittadini e dedicata ai loro bisogni.
Abbiamo così sventato (ne ero certo) il pericolo di ritrovarci con un sindaco leghista: come è successo anche a Bologna, una città Medaglia d'oro della Resistenza, anche la nostra ha rifiutato un simile esito.
Innanzitutto, quindi, bene: Ravenna si è confermata un luogo inclusivo e i ravennati una comunità responsabile. A Michele, che è giovane, preparato, politicamente solido, faccio un grande in bocca al lupo per il lavoro che aspetta lui e la sua futura Giunta. Anche nel capoluogo della nostra Regione, come accennavo, Virginio Merola ha vinto sulla sfidante, la leghista Borgonzoni. E questa è una seconda buona notizia. Se consideriamo poi che il sindaco PD di Rimini, Andrea Gnassi, era stato già rieletto al primo turno, il 5 giugno, lo scenario nelle  principali città emiliano-romagnole vede una vittoria del centro-sinistra. Andando nei centri non capoluoghi, la nostra coalizione ha riconquistato il comune di Cesenatico, dove non è stato confermato il sindaco uscente di centro-destra, mentre abbiamo perso a Cattolica, San Giovanni in Persiceto, Cento, Finale Emilia, dove Movimento 5 Stelle, liste civiche e Lega hanno avuto la meglio. Ora si tratterà, a livello locale e regionale, di capire cosa ha funzionato e cosa no, caso per caso, nelle singole situazioni.
A livello nazionale occorrerà una riflessione più profonda: è evidente che ci sono dei problemi di fronte ai quali ha poco senso far finta di niente. Per ora, vorrei solo dire che il PD ha il compito di essere e restare vicino alle persone, destinando grande attenzione al disagio sociale diffuso, ai più deboli, ai ceti meno abbienti e comunicando sempre ciò che di buono fa per il Paese. Giovedì in Gran Bretagna ci sarà il referendum sulla permanenza o meno del Paese nell'Unione Europea: in tutto il continente si agitano minacciosi venti di populismo. Bisogna opporre loro la forza della democrazia, della responsabilità, unite alla capacità (forse in molti luoghi appannata) di parlare con le persone, prendendo seriamente il malcontento e con la piena consapevolezza dei problemi reali dei cittadini. In Emilia-Romagna, uno dei territori più forti del nostro Paese e del nostro continente, lo facciamo da tempo. E continueremo a farlo.

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