
di Giorgio Sagrini
Fini, sdoganato nel 1993 proprio da Berlusconi (...era candidato a Sindaco di Roma contro Rutelli), ha capito (...17 anni dopo) chi era e chi è Berlusconi e i guasti prodotti dal berlusconismo, nella politica e nella società. Io, francamente, non riesco a vedere la "grandezza" del personaggio... E' sempre stato all'ombra di Berlusconi e solo questa sua ultima reazione in qualche modo lo riscatta, almeno un po'.
Ma quanti errori, quanto tempo perso, quanta compiacenza, quanta complicità. In tutti questi anni la "sua" concezione della destra non è mai emersa, sopraffatta (per forza o per scelta?) da quella imposta da Berlusconi. In Italia si è affermata una destra populista, demagogica, padronale, insofferente alle regole e alle convenzioni... Solo adesso Fini dice di volere affermare l'dea di una destra diversa, di stampo europeo, che abbia senso della legalità e dello Stato, che si riconosca pienamente nella Costituzione.
La sua responsabilità, gravissima, è quella di avere rinunciato a fare questa battaglia quando si poteva e si doveva, per riscrivere insieme - destra e sinistra - le regole per uno Stato e una democrazia moderne, al passo con le più avanzate società d'Europa, entro le quali fare crescere il confronto e la competizione politica tra destra e sinistra per il governo, per il miglior governo del Paese.
Quando tutto questo sarebbe stato possibile - nel 1997, con la positiva conclusione del lavoro della Commissione Bicamerale che aveva definito l'impianto di una profonda riforma istituzionale - Fini anziché smarcarsi da Berlusconi si piegò alla sua decisione di fare saltare il tavolo. Questa responsabilità è sua, e il Paese la sta ancora pagando. Comunque, meglio tardi che mai. Ma quanti danni, quanti guasti!
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