martedì 21 aprile 2015

Dobbiamo evitare che le persone siano schiavizzate: non possiamo pensare di dargliela vinta, avremmo una responsabilità verso la storia

"Quello che avviene in queste ore nel Mediterraneo è molto più di un naufragio: siamo in presenza di un grave momento di crisi umanitaria che va affrontato come tale". Così il premier Matteo Renzi in conferenza stampa con il primo ministro di Malta Joseph Muscat dopo la tragedia del naufragio di migranti nel Canale di Sicilia.
L'emergenza nel mediterraneo "va affrontata e gestita sulla base del diritto umanitario, che richiede risposta solida da parte tutta comunità internazionale".
"Sono aumentate in queste ore le segnalazioni di soccorso: c'è un gommone a 30 miglia dalla Libia, con 100-150 persone a bordo. E una barca più grande con 300 persone" ha continuato il premier spiegando che l'Italia e Malta sono impegnate in "operazioni di soccorso" e aggiungendo che c'è anche una terza barca in difficoltà.
"Anche oggi un'operazione delle forze di polizia e dell'ordine italiane ha portato all'arresto di altre 24 persone, siamo a 1.002 in totale".
"L'escalation dei viaggi della morte è il segno che siamo in presenza di un'organizzazione criminale che sta facendo tanti soldi e rovinando tante vite. Il nostro Paese non può consentire che si faccia commercio di vite umane e noi li prenderemo. Questo chiediamo alla comunità internazionale".
"Nelle prossime ore è fondamentale che il Consiglio europeo sia il luogo in cui la discussione possa dimostrare che non è solo un problema di Malta o dell'Italia: se hanno a cuore il destino degli essere umani, non possono accettare siano costretti a morte atroce magari chiusi a chiave in una stiva".
"Chi è impegnato nei soccorsi merita riconoscimento senza aprire alcuna polemica come tenta di fare qualche politico a caccia di voti ma a secco di cuore". "Ringrazio le donne e gli uomini di tutte le strutture italiane che stanno dando il meglio di sé" nelle operazioni di soccorso. "L'Italia più generosa e straordinaria sta facendo di tutto per salvare anche solo una vita", ha aggiunto Renzi.
L'intervento militare in Libia "è un'ipotesi che non è sul tappeto", perché non ci sono le condizioni per far fare la pace con un intervento militare.
"Quando si parla di soccorso: si sappia che in questo momento già viene fatto ma salvare vite umane in mare con quei pescherecci della morte è molto complicato e può accadere un imprevisto, come spesso avviene. Continuare a pensare di lasciarli partire e poi andare a rincorrerli significa mettere a rischio le vite umane non per colpa dell'Italia o Malta o dell'Ue ma degli schiavisti scafisti".
"Venti anni fa abbiamo chiuso gli occhi davanti a Srebrenica, oggi non possiamo chiudere più gli occhi e ricordarci di certi eventi solo per le commemorazioni". "Dobbiamo evitare che le persone siano schiavizzate: non possiamo pensare di dargliela vinta, avremmo una responsabilità verso la storia", aggiunge.
"Dire che gli scafisti sono i nuovi schiavisti non è un'espressione a effetto. Tre o quattro secoli fa uomini senza scrupoli facevano commercio di vite umane: sta accadendo esattamente la stessa cosa".
"Il dialogo tra popoli presuppone giustizia e se fai commercio di carne umana io che rappresento un Paese che ha alle spalle secoli di civiltà giuridica non ti posso consentire di farla franca".

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