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domenica 2 maggio 2021

DDL ZAN “Omotransfobia e misoginia, una legge per ridurre le disuguaglianze”

 

Il DDL Zan propone di inserire l'orientamento sessuale e l'identità di genere all’interno dell’attuale impianto giuridico in materia di reati e discorsi d’odio, intervenendo sul codice penale.

Nell’Unione europea tutti i grandi Paesi hanno leggi che tutelano le persone dall’odio legato all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Tutti tranne l’Italia, dove da quasi 25 anni si cerca di riempire questa grave carenza. Ora però l’occasione è arrivata, in Parlamento, con la proposta di legge (DDL) presentata dall’onorevole Alessandro Zan (PD).

La ratio del testo presentato dal deputato dem, si basa su un principio di democrazia talmente scontato che nessuna persona di buon senso dovrebbe provare a mettere in discussione, nemmeno lontanamente. Ovvero dare diritti a chi purtroppo ancora non ne possiede, fermando l’odio e le violenze. Come quelle subite dal ragazzo gay, a Pescara, aggredito e picchiato ferocemente da sette giovanissimi mentre passeggiava mano nella mano con il suo compagno. Eppure nel nostro Paese c’è chi insorge, pronto a una battaglia per contrastare il ddl, basando la propria tesi sul pregiudizio e senza offrire alcuna spiegazione concreta.

Il DDL è un testo integrato, avanzato, frutto di una sintesi delle proposte avanzate in Parlamento dove, accanto a una parte penale, che punisce i crimini d’odio per orientamento sessuale, identità di genere, c’è anche una parte di politiche positive, che punta alla promozione e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo fenomeno. Ci sono quindi anche politiche di protezione, di sostegno e assistenza per le vittime di violenze.

Nel testo si parla di centri anti-discriminazione che non sono rivolti soltanto alle vittime di reato, ma a tutti quei casi di fragilità. Per esempio, le persone sbattute fuori di casa da genitori che non accettano l’omessualità dei loro figli, o a chi si trova in una condizione di disagio e violenza. Per loro è previsto un sostegno, un’assistenza psicologica e legale, oltre a una mediazione sociale. Proprio perché si ritiene fondamentale condurre queste persone a un pieno reinserimento sociale, dopo un primo momento di protezione e assistenza. Ovviamente siamo all’anno zero da questo punto di vista. Per cui bisognerà cominciare con un progetto pilota e pian piano creare questi centri in tutta Italia. Ecco, la legge si occupa di utilizzare un fondo, rinnovato ogni anno, proprio per raggiungere questo obiettivo.

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C’è chi sostiene che questa legge limiti la libertà di espressione. È assolutamente falso. Il DDL parte da una norma che esiste già, dalla legge Mancino – collaudata sul piano della giurisprudenza – la quale punisce i crimini d’odio per razzismo, etnia, nazionalità e religione. E abbiamo semplicemente esteso questa legge ai crimini per omotransfobia e misoginia. Per cui tutte le polemiche sulla libertà di espressione sono pretestuose e prive di ogni fondamento, ché se questo tipo di problemi davvero ci fossero, sarebbero già venuti alla luce con la legge Mancino.

L’Italia deve colmare questo vuoto e non possiamo permetterci di perdere questo treno. Non è più accettabile questa condizione di disuguaglianza. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha riconosciuto come le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale costituiscano “una violazione del principio di eguaglianza”. Bisogna fermare l’odio e le violenze. E dobbiamo farlo adesso.

Finalmente sbloccato l’iter del ddl Zan. Impegno del PD premiato

“Nonostante il centrodestra si sia ricompattato per ragioni di loro opportunità politica, al di là delle posizioni delle posizioni espresse diverse in queste settimane, siamo riusciti a fare un primo passo avanti verso l’approvazione del ddl Zan“.
Lo dice il senatore del PD Franco Mirabelli, capogruppo dem nella commissione Giustizia.
“Ora è in calendario e il presidente Ostellari ha annunciato che la settimana prossima presenterà la relazione che aprirà la discussione. E’ un risultato importante, che raccoglie le sollecitazioni di tanti, rispetta il Parlamento e premia l’impegno del PD“, prosegue Mirabelli.
“Siamo soddisfatti anche di aver impedito che venisse calendarizzata la proposta propagandistica di FI e del centrodestra sull’istituzione di una commissione di inchiesta sull’operato della magistratura”, conclude Mirabelli.

Altre dichiarazioni di Senatori PD:

ANNA ROSSOMANDO - vicepresidente del Senato e responsabile diritti del PD
“Legge Zan calendarizzata in commissione Giustizia al Senato! È stata lunga, ma questo risultato lo abbiamo ottenuto, le manovre ostruzionistiche non sono bastate. Ora andiamo avanti!”.

MONICA CIRINNÀ – Senatrice PD
“La notizia fondamentale è che il ddl Zan sia stato incardinato in Commissione, dopo settimane di pesanti forzature del regolamento. La discussione è il principio della democrazia parlamentare, e viene finalmente garantita, anche su questo testo”. Lo dice la senatrice del PD Monica Cirinnà.
“Dispiace – prosegue Cirinnà – che il Presidente Ostellari abbia ritenuto di assumere il ruolo di relatore. In queste settimane ha dimostrato, purtroppo, di non avere a cuore l’imparzialità del suo ruolo: sono curiosa di capire come eserciterà, a questo punto, quello di relatore. Quel che è certo è che vigileremo sull’osservanza del regolamento e ci opporremo con forza a ogni ulteriore mossa ostruzionistica o tentativo di intaccare i contenuti del testo. La maggioranza del Parlamento, in sintonia con la maggioranza della popolazione, è favorevole a questo testo, che è urgente e necessario. Bisogna approvarlo in fretta”.

- VALERIA VALENTE – Senatrice PD, Capogruppo dem in commissione Affari costituzionali
“Finalmente la Commissione Giustizia del Senato potrà iniziare a esaminare il ddl Zan, l’ostruzionismo della Lega è stato battuto dalla convinzione del PD e delle altre forze che sostengono una legge di civiltà. Solo chi è a corto di idee come Pillon può ritenersi soddisfatto per avere ostacolato il confronto nella sede appropriata e può arrogarsi il diritto di sapere cosa vogliano gli italiani, da posizioni arretrate sui diritti quali quelle del Carroccio”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, , che sottolinea: “Dalla prossima settimana inizierà dunque il confronto nel merito, che è sempre prerogativa del Parlamento”.

Enrico Letta: “grato a Fedez su Ddl Zan”/ “Censura? PD vuole scuse e chiarimenti Rai”


«Ci aspettiamo parole chiare dalla Rai – dichiara Enrico Letta il giorno dopo il “caos” Concertone Primo Maggio, intervistato da Radio 24 – di scuse e di chiarimento. Poi voglio ringraziare Fedez, le sue parole forti che condividiamo in pieno, rendono possibile rompere un taboo, cioè che non si può parlare di diritti perché siamo in pandemia. Occuparsi di pandemia non vuol dire che non si possono fare battaglie per i diritti, ius soli, come ddl Zan».

“Chiederò visione contratto tra Rai e organizzatori concerto. Da Rai inaccettabili tentativi di condizionare artisti”, la dichiarazione del Senatore PD, Francesco Verducci, membro della Commissione Vigilanza RAI.

‘Fedez ha fatto un discorso potente contro le discriminazioni. E tutti dovremmo ringraziarlo. Perché le discriminazioni, qualunque esse siano, per orientamento sessuale, o colore della pelle, o religione o idee politiche o aspetto fisico o qualunque altra, sono causa di infinite sofferenze e sono il virus che uccide le nostre società.
Fedez ha pronunciato le sue parole nel posto giusto, al momento giusto: il palco del concerto del Primo Maggio, nella giornata delle lotte per i diritti e per la dignità del lavoro. A qualcuno ha dato fastidio che Fedez abbia fatto nomi e cognomi. A me danno molto fastidio invece le parole violente brandite da alcuni politici contro una persona per il solo fatto che ami una persona dello stesso sesso. Parole violente che alimentano bullismo, discriminazioni, sofferenza. Fedez ha denunciato questo clima. A un concerto un artista ha molti modi di esprimersi. Attraverso la voce delle sue canzoni e la voce delle sue parole. Sono stati pessimi gli attacchi preventivi della Lega a Fedez, prima ancora che parlasse. Ed è inaccettabile il fatto che la Rai, e in questo caso Rai3 che in un tempo non lontano è stato luogo libero da ogni censura, abbia tentato goffamente di condizionare le parole di Fedez. Nel servizio pubblico l’unico discrimine sono il rispetto, l’educazione, i valori della nostra Costituzione. Valori che il discorso di Fedez ha rimarcato. Quello di ieri sera è un pessimo episodio per la Rai. Non può esserci censura delle idee e delle denuncie sociali o politiche. Chiederò, come membro della Commissione di Vigilanza, di visionare il contratto tra la Rai e gli organizzatori del concerto del Primo Maggio, per sapere quali sono esattamente le responsabilità del servizio pubblico. Ieri, Primo Maggio, nonostante la ‘solerzia’ di alcuni dirigenti Rai, il servizio pubblico ha trasmesso parole potenti contro ogni discriminazione.’