venerdì 30 aprile 2010

Bersani a “Annozero” non la manda a dire!


La situazione economica è grave, è stata «raccontata male e largamente sottovalutata» dal Governo e adesso servono interventi di sostegno ai redditi e all'economia e «non si dica che non si può fare». Il segretario del PD Pier Luigi Bersani, durante Annozero, spiega: «Chi può difendersi (dalla crisi, ndr) si difende: c'è gente che si aumenta lo stipendio, e c'è gente che lo stipendio non ce l'ha». Dunque, «serve un pò di crescita. Con una crescita troppo bassa non riesci a garantire più welfare e stato sociale. Non ci siamo preoccupati di trovare una chiave per dare un minimo di stabilità all'economia e creare un po’ di lavoro...». Per il segretario del Pd la disoccupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, è a livelli preoccupanti. Allora, «il cuore del problema nostro si chiama lavoro e sostegno ai redditi, che ti faccia girare anche un po’ i consumi. Non mi si dica che non si può far niente perché c'è la Grecia: questo non lo accetto».
«Litigare nella maggioranza non è fare opposizione», si scalda poi il segretario del PD, commentando, le tensioni nel PdL dopo la rottura di Fini. «Io - dice Bersani - al presidente della Camera chiederei: Ma tu hai fatto la Bossi-Fini, se tu mi dici che è ora di cambiare la politica econmica,io vi rispondo che voi state votando i decreti di Tremonti, quando avete tolto soldi al mezzogiorno, avete votato. Mi pare chiaro che ora Fini sta dicendo cose che io ho sempre detto. Adesso abbiamo le norme sulle intercettazioni. C'è coerenza rispetto a queste decisioni?». «Se no - avverte Bersani - è solo litigare nella maggioranza». E poi, parlando del Patto repubblicano da lui lanciato Bersani sottolinea: «Il patto repubblicano l'ho fatto prima della rottura di Fini con Berlusconi, l'ho fatto quando è uscita la bozza di Calderoli. Io - ribadisce il segretario PD - il patto in difesa della costituzione lo faccio con tutti quelli che ci stanno. Questa è la posizione del PD, il resto sono chiacchiere». A Travaglio, che nel suo editoriale ha attaccato frontalmente il PD e il suo ruolo all'opposizione, Bersani replica: «allora vi dico: girate per tutti i partiti di sinistra e chiedete cosa succede nelle fabbriche. Chi li ha difesi, questi operai? il PD! Avremo limiti, difetti, ma - rivendica Bersani con orgoglio - siamo un partito del centrosinistra con la schiena dritta, che merita rispetto».

RU486, in Emilia - Romagna confermati i profili di assistenza


In Emilia-Romagna sono confermati i profili di assistenza previsti per l´RU486: possibile l´interruzione volontaria di gravidanza (Ivd) medica in day hospital e in ricovero ordinario. Conclusa l’istruttoria sugli aspetti tecnico-scientifici e giuridici inerenti all’utilizzo in Emilia-Romagna della RU486, avviata dalla Regione dopo la nota del ministro della salute Fazio contenente il parere del Consiglio superiore di sanità che prevede il ricovero ordinario per l’ Ivg medica, l’assessore Giovanni Bissoni ha trasmesso alle direzioni generali e alle direzioni di ostetricia e ginecologia delle Aziende sanitarie le valutazioni e gli indirizzi regionali al riguardo.
In merito agli aspetti tecnico scientifici, la validità dei profili di assistenza trasmessi alle Aziende sanitarie dalla Regione nel dicembre 2009 e già frutto del confronto e della elaborazione dei professionisti, “è stata confermata - si legge nella nota - dal supplemento di istruttoria condotto dai direttori sanitari e dai direttori di ostetricia e ginecologia delle Aziende sanitarie nella riunione del 31 marzo scorso. In quella sede è stata presa in esame la letteratura scientifica a fondamento del parere tecnico reso dal Consiglio superiore di sanità rilevando come essa nulla aggiunga o modifichi rispetto alle conclusioni cui si era giunti in ambito regionale”.
L’Emilia-Romagna dunque ribadisce la possibilità di effettuare l’Ivg medica in day hospital che
, nell’esperienza di questi anni, ha dimostrato di garantire appieno la salute della donna. Così come ribadisce la possibilità, per la donna e il medico, di scegliere comunque il ricovero ordinario. Al riguardo, la nota prevede ulteriori precisazioni rispetto alle precedenti indicazioni per rendere più chiara la possibilità di effettuare l’Ivg medica in regime di ricovero ordinario, mantenendo la finalità della valorizzazione dell’autonomia e della responsabilità del personale medico.
In merito agli aspetti giuridici, si riportano le valutazioni della Commissione di consulenza legislativa della Giunta regionale, la quale ha rilevato come le procedure scelte dall’Emilia-Romagna siano pienamente coerenti con la legge 194 ed assunte nel legittimo esercizio della competenza organizzativa regionale in materia di tutela della salute. Nel trasmettere le valutazioni e gli indirizzi regionali al ministro Fazio, l’assessore Bissoni ha ribadito la disponibilità della Regione a partecipare alla eventuale elaborazione di linee guida nazionali condivise, nel rispetto delle procedure previste dalla legge in materia.

giovedì 29 aprile 2010

Perde il governo, vince chi lavora: cambia l'arbitrato


Sono i lavoratori a poter scegliere, caso per caso, se ricorrere alla giustizia ordinaria o all’arbitrato. Con 225 sì e 224 no questo principio è tornato legge alla Camera, con il parere contrario del Governo. Un voto che pesa eccome e premia la battaglia del PD contro la norma che riduceva le garanzie dei lavoratori. L'emendamento del PD di cui è primo firmatario Cesare Damiano, permette a ogni lavoratore di scegliere l'arbitrato solo dopo che la controversia sarà sorta e non all'inizio del suo rapporto di lavoro. E la maggioranza litiga sulle assenze.

Sabato 1° maggio. Anche Casola Valsenio partecipa alla Giornata mondiale del Libro.


Anche a Casola Valsenio, il 1° maggio, viene celebrata la Giornata Mondiale del Libro. E' il gruppo consiliare Uniti per Casola, di cui facciamo parte nella maggioranza consiliare di Casola Valsenio, che ha presentato nella propria pagina web il programma delle iniziative organizzate a Casola Valsenio. Saranno la Biblioteca comunale, la Casa della Cultura Giuseppe Pittano e l'adiacente piazzetta, la cornice dove si svolgeranno le iniziative, come segnale del rafforzamento del ruolo della Biblioteca comunale “G. Pittano” come luogo dedicato agli incontri e alle attività culturali (capitolo 5 del programma della coalizione Uniti per Casola).

Cosa è la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore?
Il 23 aprile (e la settimana che segue), come ogni anno, viene celebrata La Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore. Una giornata proclamata dall'Unesco e divenuta ormai un appuntamento fisso fondamentale nel calendario delle manifestazioni culturali italiane. L’idea della Giornata mondiale del libro e del Diritto d’autore ha la sua origine in Catalogna dove, il 23 aprile, festa di San Giorgio, viene offerta una rosa per ogni libro venduto. La data ha, inoltre, un particolare valore simbolico poiché il 23 aprile del 1616 vennero a mancare contemporaneamente Cervantes, Shakespeare e Garcilaso de la Vega. Attraverso la celebrazione in tutto il mondo della Giornata del Libro e del Diritto d’autore, l’UNESCO intende pagare un tributo universale ai libri e agli autori, incoraggiando il piacere della lettura ed il rispetto per l’insostituibile ruolo degli autori, che hanno costruito il progresso sociale e culturale dell’Umanità.

martedì 27 aprile 2010

Bersani e Letta: "Costruiamo l'alternativa di governo"


Un’alternativa di governo basata su dieci parole chiave.
Questa è la proposta che il Partito Democratico ha presentato al termine della riunione con i responsabili dei Forum tematici, i componenti della segreteria e i capigruppo nelle commissioni parlamentari.
Progetto Italia 2011” è il cantiere per l’alternativa di governo, che si costruirà su dieci temi che verranno presentati nelle tre Assemblee del PD che si svolgeranno entro la fine dell'anno.
Primo appuntamento, l'Assemblea nazionale del 22 maggio.

lunedì 26 aprile 2010

Le riforme che servono all’Italia: martedì 27, punto informativo del PD in Piazza Oriani a Casola


Il PD sarà in piazza Oriani, martedì mattina 27 aprile, con un banchetto per presentare le proprie proposte sulle “riforme che servono all’Italia”: un fisco giusto e lotta all’evasione; lavoro e diritti; una sola Camera, riduzione del numero dei parlamentari, una nuova legge elettorale; l’avvio di un vero “federalismo fiscale”.

L'art. 23 della Costituzione della Repubblica Italiana


PARTE I
DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

TITOLO I
RAPPORTI CIVILI


Art. 23
Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.

sabato 24 aprile 2010

65 anni di libertà, pace e democrazia


«Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro...»
(Arrigo Boldrini)

Al via la festa di Primavera 2010 di Casola Valsenio


Ritorna l’attesa manifestazione, unica nel suo genere in Italia, dedicata alle allegorie in movimento. Nelle giornate di domenica 25 aprile e sabato 1° maggio Casola Valsenio sarà la cornice entro la quale si terrà la festa di Primavera. Come ormai da oltre un secolo protagonisti indiscussi dell'evento saranno tre giganti carri allegorici "di festa e di pensiero" costruiti con legno, 'grisoli', ferro e gesso. Tre costruzioni pensate, costruite e allestite da tre diverse società: l'Extra, la Nuova Società Peschiera e la Sisma, che vedono protagonisti moltissimi giovani di Casola Valsenio.

venerdì 23 aprile 2010

Costituita la nuova Giunta regionale dell'Emilia-Romagna


Il 40% di donne (cinque su 12), i tre quarti al PD (9 su 12) e tre assessori agli alleati, uno ciascuno a Sinistra Ecologia e libertà (Massimo Mezzetti alla cultura e sport), Idv (Sabrina Freda all'ambiente) e Prc-Pdci (Donatella Bortolazzi alle pari opportunità, organizzazione, cooperazione e giovani).
Due esterni di lusso, l'economista prodiano Patrizio Bianchi, già rettore dell'Università' di Ferrara, a scuola, università, ricerca e lavoro; il primario di urologia a Cesena nonché segretario nazionale dei medici ospedalieri dell'Anaao Carlo Lusenti alla sanità.
In quota al PD, e come Bianchi proveniente dal mondo prodiano, entra anche la bolognese Teresa Marzocchi (politiche sociali, volontariato, terzo settore), mentre dal PD piacentino arriva Paola Gazzolo, che ereditera' da un altro piacentino, Marioluigi Bruschini, la delega alla protezione civile.
La sorpresa delle ultime ore - dopo quella di ieri di Carlo Lusenti alla sanità - riguarda la vicepresidenza, che sara' affidata a Simonetta Saliera (avrà la delega al bilancio, europa, autonomie, semplificazione e sicurezza) a rafforzare il ruolo di Bologna nell'esecutivo regionale. Il modenese Giancarlo Muzzarelli avrà l'inedita delega alla green economy e alle attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile. Dopo più di vent'anni entra anche un assessore riminese, il vicesindaco uscente della capitale della riviera Maurizio Melucci, che si occuperà di turismo e commercio.
Le conferme riguardano il sottosegretario alla presidenza, il ferrarese Alfredo Bertelli, l'assessore all'agricoltura Tiberio Rabboni, che si occuperà anche di caccia e pesca e il parmigiano Alfredo Peri alla programmazione territoriale, infrastrutture, trasporti.

Giovedì 29 aprile si riunisce il Consiglio comunale di Casola Valsenio


Il Consiglio comunale di Casola Valsenio si riunirà giovedì 29 aprile, alle ore 20.30 nella sala consiliare del Municipio.
Tra i principali argomenti, l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2009, l'adozione del Piano intercomunale delle Attività estrattive, le modifiche allo Statuto del Parco della Vena del Gesso Romagnola, gli indirizzi in materia di orari di apertura dei negozi.
E' prevista inoltre la discussione di un odg per l'avvio del federalismo fiscale proposto dal gruppo di centrosinistra "Uniti per Casola".
Per saperne di più vai al sito del gruppo "Uniti per Casola".

giovedì 22 aprile 2010

Dal 25 aprile al 2 maggio, cerimonie e incontri per ricordare il 65° anniversario della Liberazione


Domenica 25 aprile anche a Casola Valsenio verrà ricordato il 65° anniversario della "Liberazione" dal nazifascismo. La tradizionale cerimonia si svolgerà alle ore 10.00 nel Parco G. Cavina dove, dopo le musiche eseguite dal Corpo Bandistico "G. Venturi", verranno deposte corone di alloro al Monumento ai Caduti e in altri luoghi che ricordano i caduti per la libertà e contro l'oppressione nazifascista. Nell'occasione prenderà la parola il Sindaco Nicola Iseppi e gli alunni della Scuola Secondaria "A. Oriani" leggeranno testimonianze e brani letterari.
Lunedì 26 aprile, nella“Sala Nolasco Biagi” della Casa della Cultura "G. Pittano", alle ore 14.00 per gli studenti della scuola secondaria e in replica alle ore 21.00 per la cittadinanza, verrà proiettato il video documentario “Lo sfondamento della linea gotica” di Antonio Graziani.

Infine, a Zattaglia domenica 2 maggio 2010, l'Associazione nazionale reduci del Gruppo di combattomento "Friuli", la Brigata Aereomobile "Friuli" e il 66° Reggimento Aereomobile “Trieste” si ritroveranno alle ore 9.30 per il raduno annuale. La giornata prevede la sfilata del corteo fino al Sacrario dei Caduti del Gruppo di Combattimento “Friuli” dove verranno deposte le corone d'alloro e celebrata la Santa Messa. Alla cerimonia parteciperà il Corpo Bandistico “G. Venturi” di Casola Valsenio.
(Nella foto: il Sacrario del "Friuli" nel cimitero di Zattaglia)

25 Aprile, festa della libertà, della democrazia, della pace


Così, Amilcare Mattioli e Beppe Sangiorgi, raccontano la fine della guerra, nell'aprile 1945, nel libro "La Resistenza sui monti di Casola":
"Le sorti della guerra stanno però volgendo ormai al termine: l'esercito tedesco sotto le mazzate dell'Armata Rossa e delle Armate alleate arretra stremato su tutti i fronti. Anche sul fronte italiano gli anglo-americani si apprestano finalmente a sferrare l'offensiva decisiva, come appare evidente ai casolani dall'intesificato movimento di truppe e dall'arrivo nella zona di nuovi copiosi rifornimenti di armi e munizioni.
Il giorno 9 aprile 1945 tutte le batterie piazzate nei dintorni di Casola aprono un fuoco intenso sul medio corso del fiume Senio e sui Gessi, segno indubbio che l'ffensiva sta per scatenarsi. Il mattino del giorno dopo il Gruppo "Friuli" lancia un attacco in forze sulla direttrice di Riolo Bagni, mentre sulla sua sinistra, verso la valle del Santerno, il "Folgore" esegue un attacco parallelo allo scopo di disorientare le truppe tedesche e di non farsi soprendere da un eventuale ripiegamento del nemico in conseguenza anche della contemporanea offensiva scatenzata nella pianura romagnola. Nel primo pomeriggio i tedeschi abbandonano la lorom postazione sul crinale dei Gessi trascinando i pezzi d'artiglieria con buoi e quando giungono all'altezza della Canova di Borgo Rivola effettuano l'ultimo bombardamento sul paese di Casola provocando la morte di un bambino sfollato con la famiglia da Bologna: è questa l'ultima vittima dei cannoneggiamenti, me le mine, le armi abbandonate, gli esplosivi semineranno per molti anni ancora la morte tra i contadini, gli operai e i bambini di Casola. Il giorno 11 aprile il "Friuli" occupa gli abitati di Isola e Borgo Rivola, mentre il "Folgore" avanza su Fontanelce e Borgo Tossignano: l'avanzata finale è insomma pienamente in atto.
Nei giorni seguenti questa avanzata nell'Italia settentrionale da parte delle forze anglo-americane e dei Gruppi di Combattimento Italiani diventa travolgente, mentre si scatena il movimento insurrezionale dei partigiani dell'Alta Italia, preparato già da tempo da CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia), che liberano, oltre ad altre centinaia di piccoli e medi centri, Torino, Milano, Genova, Udine, tanto da costringere i tedeschi alla capitolazione delle loro forze in Italia, firmata il giorno 29 aprile, ed il 2 maggio 1945 cessano le ostilità in Italia. Mussolini e altri grossi gerarchi della RSI (Repubblica Sociale Italiana), vengono riconosciuti mentre tentano di fuggire travestiti da soldati tedeschi e giustiziati dai partigiani il 28 aprile.
L'8 maggio 1945 hanno termine ufficialmente le ostilità in Europa con la vittoria delle forze anglo-americane e sovietiche sull'esercito tedesco".

La "Trota" si presenta: "Non tifo per l'Italia"


Mostra di avere poche idee, e anche confuse (ricordate Flaiano) il guizzante Renzo Bossi preso all’amo da “Vanity Fair”, settimanale patinato, in un’intervista, tra il pubblico e il privato conquistata non perché è il figlio dell’Umberto ma grazie alle tredicimila preferenze raccolte in Lombardia che ne hanno fatto il più giovane consigliere regionale mai eletto nella regione.
Il pensiero di Bossi jr. si snoda attraverso alcune padane certezze. A cominciare da quella che nella vita «penso si debba provare tutto tranne due cose: i culattoni e la droga». Un’affermazione dura e pura nello stile della casa. Senza mediazioni. E va bene.
Ma è sul pallone che la trota che studia da delfino va a cadere. A pochi giorni dai Mondiali ecco che ci tiene a precisare che lui non seguirà le gesta degli azzurri in Sudafrica: «Non tifo Italia». Perché non si sente italiano? «Bisogna intendersi su che cosa significa essere italiano. Il tricolore, per me, identifica un sentimento di cinquant’anni fa». Inutile andare a cercare cosa nel Paese sia successo mezzo secolo fa che abbia qualche cosa a che vedere con la bandiera e la nazione. È che il giovane Bossi, evidentemente, oltre non ci arriva proprio.
A rimetterlo in riga ci ha pensato uno gloria della nazionale, Gigi Riva. «Se non sta bene può anche andarsene dall’Italia, nessuno ne farà una malattia» ha detto l’indimenticabile Rombo di tuono aggiungendo che «è un’affermazione stupida e grave, se inizia così in politica non va molto lontano. Forse voleva dire qualcosa di clamoroso per farsi conoscere, ma l’Italia viene prima di lui e resterà anche dopo di lui». «Si fa sempre il tifo per la nazionale e il proprio paese. È assurdo che una persona eletta pronunci queste frasi. Purtroppo non c'è da meravigliarsi visto che viene dall'esponente di un partito che continua ad insultare l'unità italiana e la sua bandiera». Così Walter Veltroni.

mercoledì 21 aprile 2010

La Festa Democratica di Casola Valsenio, dal 31 luglio all'8 agosto


La 3^ Festa Democratica di Casola Valsenio si terrà nel Parco Pertini dal 31 luglio all'8 agosto 2010: lo ha deciso alcune sere fa il Comitato del Circolo casolano del PD, dopo avere verificato la partecipazione e la disponibilità dei volontari che si incaricheranno della realizzazione e della gestione della Festa. Sono almeno un centinaio i volontari che parteciperanno alle diverse fasi della Festa, dal montaggio delle strutture, a partire da metà luglio, fino al successivo smontaggio.
La Festa sarà preceduta dall'invio alle famiglie casolane di un numero de "I Democratici per Casola" che, oltre agli avvenimenti politico-amministrativi, conterrà la presentazione della Festa, con la descrizione delle iniziative politiche, sportive, culturali, degli spettacoli e dell'offerta enogastronomica.
Avremo modo, in seguito, di darvi conto della preparazione e delle novità della Festa Democratica 2010.

martedì 20 aprile 2010

Le ragioni, le opportunità e la necessità dell’Unione dei Comuni…


di Nicola Iseppi (Sindaco di Casola Valsenio)

Ho letto con interesse le riflessioni sul web riguardo l’Unione dei Comuni e sulla possibilità di allargamento a sei.
Intanto va sgombrato il campo su una distinzione importante fra Unione e Fusione. Nessuno degli interlocutori ha espressamente detto questo, ma alcuni accenni al “cosa ne sarà di noi dopo” mi fanno pensare che il confine può essere sottile. In questo territorio si parla di Unione e quindi la possibilità di gestire in forma associata i servizi al cittadino. Nessun Sindaco, da Casola a Faenza, intende privarsi della propria autonomia, anzi certe scelte si fanno esclusivamente per dare sicurezza al proprio Ente.
Aggiungo che non si tratta di moltiplicazione di poltrone in quanto le Unioni vengono gestite dagli stessi Sindaci e Consiglieri comunali degli Enti che ne fanno parte.
A mio parere non è nemmeno “un altro ente” in quanto (almeno in futuro) deve essere una nuova, semplice e funzionale gestione di servizi comunali.
(continua)

PD: 10 proposte per uscire dalla crisi


Non si va oltre la crisi per decisioni unilaterali, si decide con chi ci sta dentro, con i rappresentati di lavoratori e imprese”. Con queste parole Enrico Letta (nella foto) spiega la scelta del Partito Democratico di riunire le parti sociali (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Lega Coop, Confartigianato, Confartigiani, Confapi, Confagricoltura, Cia, Cna, Coldiretti) nell’incontro “Per andare oltre la crisi: analisi e proposte”. Il vicesegretario PD lo rivendica come un “metodo di lavoro che è anche un messaggio forte e chiaro”.
La caduta si è arrestata, ma se non viene seguita dal rimbalzo avremo davanti anni in cui il recupero sarà lungo e la capacità di contenere il danno, messa in campo finora da lavoratori e imprese, non sarà più sufficiente”. Per questa ragione, il PD propone una strategia di lungo periodo, articolata in 10 punti, “per incalzare il governo e far ripartire la crescita”:
1. Ricerca e innovazione con più risorse e con il meccanismo dei crediti di imposta.
2. Riforma del fisco, per la riduzione del carico fiscale su lavoro e imprese.
3. Riforma degli ammortizzatori sociali per sostenere chi non ha il contratto a tempo indeterminato.
4. Tempi certi per i pagamenti della Pubblica Amministrazione.
5. Libere professioni. No a ogni ritorno indietro sulle liberalizzazioni introdotte da Bersani e Prodi, perché più libertà di scelta aiuta i consumatori.
6. Forme contrattuali per aiutare i giovani a trovare lavoro.
7. Semplificazioni burocratiche.
8. Denaro per le piccole opere pubbliche, con l’allentamento del “patto di stabilità” dei Comuni.
9. Affrontare l’”emergenza Mezzogiorno” per mettere le regioni del Sud in condizione di reagire come le zone disagiate della media europea. A partire da un grande piano per lo sfruttamento delle energie rinnovabili.
10. Gas. Fare dell’Italia un paese non solo consumatore ma anche rivenditore, e abbassare il costo per le imprese e rivenderlo.

lunedì 19 aprile 2010

GB: nelle proiezioni in testa i liberaldemocratici di Clegg


I liberaldemocratici di Nick Clegg continuano a volare nei sondaggi in Gran Bretagna. Quando mancano meno di 20 giorni alle elezioni, sono il primo partito britannico, addirittura in testa con un punto di vantaggio sui Tories di David Cameron. Secondo la rilevazione YouGov pubblicata dal quotidiano The Sun, la formazione di Nick Clegg - che con la sua performance al dibattito TV andato in onda giovedì scorso, ha conquistato vaste fette di elettorato - è al 33 per cento, i conservatori sono al 32 per cento e i laburisti del premier Gordon Brown al 26 per cento. "Voglio essere il prossimo primo ministro", ha affermato Clegg in una conferenza stampa, "c'è una fluidità in queste elezioni che forse non si vedeva da una generazione, non posso prevedere cosa accadrà ma si stanno spezzando i vecchi schemi, i vecchi ancoraggi e le vecchie routine". Dati che, con una proiezione sul sistema uninominale secco, darebbero ai conservatori, oggi all'opposizione, otterrebbero una risicata maggioranza relativa con 244 seggi, ai laburisti andrebbero 243 seggi, mentre i lib-dem di Nick Clegg raddoppierebbero gli attuali seggi arrivando a 134 su 650 e sarebbero quindi essenziali per qualsiasi coalizione di governo, a quel punto necessaria. Una posizione che consentirebbe loro di scegliere con chi allearsi.Una maggioranza con il Labour apparirebbe più omogenea rispetto a quella con i Tories, ma se il partito di Brown dovesse diventare la terza forza sarebbe incoerente rispetto alla battaglia liberaldemocratica per una riforma elettorale in senso proporzionale. In queste ore la prospettiva di un Parlamento bloccato ha penalizzato la sterlina sui mercati. Secondo Lord Mandelson, uno degli architetti del New Labour, un accordo di governo "lib-lab" non sarebbe un disastro se consentisse a Brown di non lasciare Downing Street. "Non sono, di principio, contro un'ipotesi di coalizione di governo e, per i britannici, qualsiasi cosa sarebbe migliore di un governo Cameron-Osborne (il cancelliere ombra dei Tories)", ha affermato il guru dei laburisti, citato dal quotidiano britannico Independent. Secondo un'indagine di ComRes tra i businessmen britannici, il numero uno dei lib-dem ha raddoppiato il consenso nell'ultimo mese salendo dal 20 al 41 per cento, dietro a David Cameron al 65 per cento ma davanti a Brown, al 28 per cento.

L'art. 22 della Costituzione della Repubblica Italiana


PARTE I
DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

TITOLO I
RAPPORTI CIVILI

Art. 22
Nessuno può essere privato, per motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del nome.

domenica 18 aprile 2010

Emergency, Frattini: liberi i tre operatori italiani. «Felici, ma passati momenti terribili»

I tre operatori di Emergency arrestati la scorsa settimana in Afghanistan con l'accusa di terrorismo sono stati liberati. Lo riferisce il ministro degli Esteri Franco Frattini in una nota.
I tre operatori di Emergency, secondo quanto rende noto la stessa organizzazione, si stanno dirigendo verso l'ambasciata italiana a Kabul.«Abbiamo ottenuto quello che era il nostro obiettivo prioritario, e cioè la libertà per i nostri connazionali senza mettere in discussione la nostra posizione di ferma solidarietà con le istituzioni afgane e la coalizione internazionale nella lotta contro il terrorismo in Afghanistan», si legge nella nota. I tre operatori italiani di Emergency del centro di Lashkar-gah, Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, e i loro sei colleghi afghani sono stati fermati sabato 10 aprile, con l'accusa di aver preso parte ad un complotto per assassinare il governatore della regione di Helmand, Gulab Mangal. I tre italiani di Emergency sono stati rilasciati perchè «non colpevoli». Lo dice un comunicato del
Nds, i servizi di intelligence afghani, diffuso oggi.
«Mi sembra una bella conclusione - dice Gino Strada - é fallito il tentativo di screditarci» È un lungo elenco di ringraziamento quello che arriva da Gino Strada, fondatore di Emergency, dopo la liberazione dei tre operatori dell'associazione in Afghanistan. Dopo le tensioni con il governo italiano, Gino Strada ringrazia l'esecutivo per il contributo dato alla liberazione e scherza «invierò una maglietta di Emergency al ministro Frattini, come mi aveva chiesto». «Ringrazio la diplomazia, il ministro degli Affari Esteri e il rappresentante dell'Onu - prosegue Strada - che ha preso a cuore la vicenda, ma anche tutti gli operatori di Emergency che hanno mostrato fermezza e compattezza straordinaria». Strada non dimentica anche l'affetto degli italiani che hanno partecipato alla manifestazione di ieri a Roma. «Gli italiani amano Emergency e il nostro lavoro». Ma il ringraziamento del fondatore di Emergency va anche ai «moltissimi cittadini afghani che hanno mostrato la loro solidarietà. Diecimila persone hanno raggiunto a piedi il nostro ospedale in Afghanistan per firmare un appello di solidarietà per il nostro lavoro». Strada, visibilmente soddisfatto, ha infine ringraziato tutti quelli che «si sono dati da fare per smontare questa montatura».

sabato 17 aprile 2010

Un progetto per il Paese. Intervento di Bersani alla Direzione nazionale del PD


"Mettiamoci subito al lavoro sul progetto per l'Italia". Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, aprendo i lavori della prima Direzione nazionale convocata dopo le regionali di marzo ha descritto il “futuro come una sfida: mettiamoci all'altezza di questa sfida. Serve un progetto per l'Italia, un'agenda che ci porti a fare emergere la nostra visione del Paese. Lavoriamo per l'Italia e lavoreremo per noi, dobbiamo trasmettere positività”.
L’analisi del voto di Bersani ha toccato luci e ombre dei risultati. Regionali che non sono state una vittoria senza sé e senza ma di Berlusconi come ha proposto “una lettura passata e incoraggiata dall’informazione che non dice nulla di una situazione più complessa. Per la prima volta dal 2008 il PdL perde consensi, contando anche le liste dei presidenti è un -4% non compensato dalla Lega che ha un lieve aumento ma diventa più decisiva nel governo, mentre il centrosinistra accorcia le distanze sul centrodestra e per la prima volta c’è un lieve travaso dal centrodestra al PD. Se guardiamo i dati cresciamo di quasi 2 punti al nord, di 2,5 punti al centro e perdiamo l’1,5% al sud. È il sud che ci propone un tema rilevantissimo e drammatico”.
Economia, fisco, lavoro, riforme e informazione sono stati i principali temi affrontanti nella relazione del Segretario nazionale del PD.

Maxi-rissa in TV tra esponenti del PdL


«Gli italiani che hanno seguito ieri sera (16 aprile) la trasmissione di Gianluigi Paragone, 'L'ultima Parola', su Raidue, ne saranno rimasti schifati. Lo spettacolo indegno che ha visto protagonisti una serie di esponenti del PdL di vecchio e nuovo conio è stato davvero eloquente e credo che il presidente del Consiglio farebbe bene a prenderne visione. Tra Urso e Bocchino da una parte, Lupi e Santanchè dall'altra, se ne sono date di santa ragione». Tocca al blog di Francesco Storace, segretario de La Destra e alleato PdL, dare il quadro della rissa tv tra esponenti Pdl andata in onda venerdì sera.
«Abbiamo persino assistito all'esilarante 'fascista' e 'squadrista' gettato in faccia da Italo Bocchino (ex An) a Maurizio Lupi. È una crisi irreversibile. Quando i panni sporchi vengono sventolati in quella maniera in pubblico non c'è pace che tenga. Traspariva odio e questo non va bene – continua Storace - Noi non facciamo parte del Pdl; ci siamo alleati con questa importante forza politica alle elezioni regionali, siamo italiani e abbiamo diritto di preoccuparci per chi rappresenta la Nazione. Il Pdl, stando alle immagini trasmesse dalla Rai ieri sera, sembra odiarsi al proprio interno ed è un segnale pessimo per chi inneggia al partito dell'amore. Non è ironia la nostra, ma amara constatazione di uno stato di fatto che fa male anche a noi, che questo Paese lo amiamo davvero e non vogliamo vederlo precipitare a sinistra di qui a qualche tempo. Sembrava un episodio minore quello successo a Latina, dove una faida interna ha portato alla cacciata del sindaco nella città dove il PdL miete più consensi. Invece no, la spaccatura pare molto più profonda».
«Ma così non si va da nessuna parte. Credo che siano vani gli appelli del presidente Berlusconi. Alla direzione di giovedì prossimo - se a questo punto sarà confermata... - Fini potrà solo fingere la pace. Ma il clima, ormai, è quello e se ne deve prendere atto. Meglio, molto meglio staccare la spina. A che serve, a chi serve continuare così, se ascoltando gli esponenti finiani in tv sembrava di ascoltare l'opposizione travagliesca e dipietrista? Berlusconi non indugi più: se vogliono la scissione, questa è già programmata per farla esplodere col massimo di potenzialità e fare più danno possibile. Non vale la pena di rincorrerli: si aggiunge danno a danno. Il Paese ha bisogno di una maggioranza non litigiosa e quanto abbiamo visto è orribile».

venerdì 16 aprile 2010

I tagli alle tariffe postali mettono in ginocchio il terzo settore. Grave errore del Governo, colpo duro al mondo del volontariato



Per colpa dei tagli alle tariffe postali agevolate, sono ora in grave difficoltà migliaia di associazioni che attraverso una pubblicazione, un depliant o un magazine interno, portavano a conoscenza dei rispettivi soci, e di altri cittadini simpatizzanti o comunque interessati, le loro attività e altre notizie di interesse. Un grave errore del Governo, che ha una doppia conseguenza negativa: mette in crisi posti di lavoro e ostacola l’attività di associazioni di volontariato laiche e religiose, no profit, sindacati, associazioni di consumatori”, commenta l’Assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli.
Dal 1 aprile (con un decreto preparato il 30 marzo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31) sono, infatti, state soppresse le tariffe agevolate postali per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica. iscritte al Registro degli operatori di comunicazione (ROC), alle imprese editrici di libri, alle associazioni e organizzazioni senza fini di lucro ed alle associazioni le cui pubblicazioni periodiche siano riconosciute da parte di sindacati, di associazioni professionali di categoria e ad associazioni d'arma e combattentistiche, per la spedizione dei bollettini dei propri organi direttivi.
Sottolinea Muzzarelli: “Per dare un’idea degli aumenti, un’associazione che invia il proprio periodico a 4.500 destinatari, spendeva 340 euro prima della riforma, ed ora circa 1300 euro. Altro che “governo del fare”: i costi diventano quattro volte più alti (secondo alcune stime, fino a cinque-sette volte più alti) questo è un aumento che colpisce un settore come quello del “no profit” già messo in crisi dalle difficoltà economiche, ed ostacola le comunicazioni tra associazioni ed associati. E’ l’ennesimo errore di un Governo che parla di ridurre le tasse ed invece le alza, e non risolve nessuno dei problemi quotidiani di cittadini, famiglie, associazioni ed imprese”.

Dipende da noi


di Giorgio Sagrini (del Comitato direttivo del Circolo PD di Casola Valsenio)

La settimana scorsa, stando ai commenti prevalenti, il Governo e il PdL (…e Berlusconi) venivano presentati come una corazzata inattaccabile e inaffondabile, impegnata in una tranquilla e sicura navigazione.
In Italia va così. Tutto bianco o tutto nero. L’affermazione netta del centrodestra nelle regionali in Calabria e Campania (dove il centrosinistra ha perso anche per le gravi colpe proprie), e per pochi voti nel Lazio e in Piemonte, ha come cancellato, dissolto non solo l’esistenza stessa del centrosinistra (il 47% del Piemonte, per esempio, improvvisamente sparito, così come il 48% del Lazio…) ma l’esistenza di qualunque problema nella coalizione di governo. “Tutto va ben, Madama la Marchesa!”, questo il motto da ripetere, fino alla nausea, nei TG allineati, nei giornali fiancheggiatori.
Ma poi si scopre che il PdL non ha vinto: ha perso in voti e in percentuale, come nessun altro partito, soprattutto al Nord. E il PD – malgrado tutto e pur se al di sotto delle aspettative – ha tenuto 7 Regioni (con i rapporti di forza delle elezioni europee del 2009 sarebbero state solo 3!).
E’ la Lega che, al nord, ha fatto la differenza. E, forte del risultato, Bossi ha presentato il conto perché ormai è evidente che le sorti del Governo e della coalizione di centrodestra (…e di Berlusconi) sono nelle mani dei leghisti.
E’ la forza, e la debolezza, del Governo. Un governo condannato a governare, ma privo di una politica, una strategia… Qual è la strategia economica, del lavoro, di riforma del sistema istituzionale? Qual è l’Italia che si prefigura per il futuro prossimo? …oltre la crisi?
La destra – è questo che ha riconosciuto Fini – non è in grado di dirlo né di farlo. E sta qui la crisi di un progetto, quello del PdL, che, dopo poco più di un anno, mostra clamorosamente di non avere futuro.
Il Partito Democratico discute dei propri limiti e difficoltà dalla sconfitta del 2008, ma c’è, è unito, ha dimostrato di avere al fondo un progetto solido e credibile: l’ambizione di dare vita al partito riformista del centrosinistra che sia in grado di raccogliere e vincere le sfide del nuovo secolo.
La strada è ancora lunga, molto lunga, ma quella che ci siamo lasciati alle spalle, dopo il voto delle Regionali, non è una sconfitta senza appello. E’ il segno che è possibile la ripresa, che è possibile l’alternativa.
Dipende da noi. Dipende dal coraggio che avremo di essere all’altezza dei nostri principi, delle nostre idee di democrazia, uguaglianza, solidarietà, sviluppo sostenibile. Dipende da noi restituire fiducia ai tanti, troppi, che il 28/29 marzo hanno preferito non votare. Dipende da noi, la possibilità di costruire l’alternativa alla destra.

Unione dei Comuni a 6? Una ipotesi su cui riflettere


di Giacomo Giacometti

Sandro Righini con la chiarezza che gli è propria in un suo scritto recente si fa interprete delle perplessità di molti cittadini casolani circa l’opportunità che le nostre Amministrazioni Comunali si impegnino nella costituzione di una Unione dei 6 Comuni del territorio faentino. E’ un argomento importante sul quale c’è alta attenzione e quindi è giusto tenere vivo il confronto non solo tra gli amministratori comunali, ma anche tra le popolazioni interessate.

Per affrontare l’argomento bisogna soffermarsi innanzitutto sulla maggiore complessità rispetto al passato dei problemi amministrativi che ciascun Comune deve affrontare. Sono divenuti più numerosi e difficili da soddisfare i bisogni delle persone, sono più complicate le procedure per affrontarli, sono diminuite le risorse disponibili, si è arrivati oltre il limite tollerabile della pressione fiscale.
Tutto ciò esige la ricerca di soluzioni praticabili che rendano la pubblica amministrazione più efficiente, più efficace e meno costosa.
Dirlo è semplice, più difficile è metterlo in pratica. In questi anni, con questo intento, i Governi Nazionali hanno prodotto provvedimenti chiamati riforme che sono apparsi spesso improvvisati e qualche volta improvvidi. Ogni tanto qualche politico auspica, come misura risolutiva la abolizione dei piccoli comuni (anche questa viene chiamata riforma!!) senza tenere conto della storia, delle radici, delle usanze di queste piccole comunità che poco chiedono allo Stato ed assolvono magari da sole ai molti bisogni delle loro genti.
Spesso, più per ragioni elettorali che per ottenere effettivi risultati si sono ridotte le risorse trasferite dallo Stato ai Comuni con tagli orizzontali trascurando di valutare su quali spese tagliare i fondi e non considerando che un 10% di riduzione di entrata è più facilmente assorbibile nel bilancio di un comune grande piuttosto che in quello di Casola. Spesso questi provvedimenti presi “a spanna” hanno decretato la paralisi degli interventi comunali o provocato un decadimento della qualità dei servizi.
Con questo modo disordinato e pressappochista di riordinare la finanza pubblica si crea tra gli amministratori e gli amministrati, sopratutto dei piccoli comuni un senso di ingiustizia e, vorrei dire, di frustrazione, perché non si tiene minimamente conto che da molto tempo molti comuni piccoli hanno attuato una politica dei risparmi di bilancio anche attraverso le gestioni associate di molti servizi ed hanno così potuto garantire il mantenimento dei servizi.
La politica della razionalizzazione della spesa non è ancora attuata invece nei Comuni di grandi e medie dimensioni e tanto meno lo è nei centri di spesa dello Stato e di molte Regioni. Bisognerebbe cominciare anche di lì.
I Comuni di Casola, Riolo e Brisighella attraverso lo strumento Comunità Montana, ora Unione dei Comuni, da anni agiscono in questa direzione con oltre venti servizi associati. L’esempio è da considerare positivo, ancorché da perfezionare e potrebbe essere esemplare anche per altre parti d’Italia.
I risultati raggiunti portano a considerare utile l’allargamento dell’esperienza verso lo sbocco naturale del Comprensorio Faentino sia pure con tutta l’attenzione e la prudenza che peraltro i documenti politico-programmatici che abbiamo letto in questi ultimi tempi hanno sottolineato come premessa di ogni atto da compiere in questa direzione.
Ci sono già esempi importanti di lavoro comune tra le sei amministrazioni locali dei sei comuni faentini che mettono alla prova il grado di intesa politica possibile. I primi risultati non sono ancora giudicabili, anche se lasciano intendere che è possibile una politica comune dello sviluppo territoriale con la strumento del PSC realizzato dai sei Comuni e sperimentando una gestione delle risorse per il settore sociosanitario che affronta i bisogni con un’ottica territoriale.
Il successo di questo modo associato a sei di gestire le Amministrazioni locali si potrà verificare in questi anni a venire, durante i quali si dovrà consolidare questo modo nuovo di governo avendo a parametro l’efficienza e l’efficacia oltre al risparmio delle risorse e la soddisfazione comune di tutti i territori.
Molto dipenderà dalla capacità dei nuovi amministratori faentini di considerarsi parte di un’area vasta che comprende la collina e la pianura, territori che si esprimono con una loro soggettività, con caratteristiche proprie, con le loro tradizioni, con la loro storia, con i servizi derivati da questa storia.
Una Unione dei Comuni con capofila il Comune di Faenza non potrà essere governata seguendo la legge del più forte perché se così fosse non avremmo una unione, ma una annessione del più piccolo al più grande e questo non sarebbe accettato dalla gente. Bisognerà invece agire adottando una logica solidale per cui un bisogno dell’uno divenga il bisogno di tutti e le opportunità siano le opportunità comuni. Occorrerà ragionare in termini territoriali valorizzando le positività di ogni zona considerandole tutte patrimonio unionale. Ogni Sindaco si dovrà sentire il Sindaco dell’Unione dei Comuni ed in quanto tale partecipante alla pari al governo della popolazione amministrata. Faenza, Castelbolognese, Brisighella, Riolo, Solarolo e Casola,che siedono al tavolo di governo della Unione con pari dignità e con pari diritti e doveri.
Ci staranno i Faentini a questo? Diamolo per scontato anche perché abbiamo letto con favore che questa indicazione è presente nei documenti programmatici della nuova amministrazione. E aggiungiamo che se Casola o gli altri territori da soli troveranno difficoltà insuperabili ad amministrare il loro particolare, a lungo andare, lo stesso sarà di Faenza se non avrà la capacità di guardare oltre le sue mura.
Questo ha valenza per ogni scelta amministrativa da compiere sia in campo sociale e sanitario, sia in tema ambientale o produttivo, per lo sviluppo turistico, per la viabilità, per la casa e dovrà avvenire avendo presente tutto il tanto di positivo che esiste in questa zona compresa la disponibilità alla partecipazione presente nella comunità.
La quale comunità sarà disponibile ad approvare intese operative anche più vaste tra i sei Comuni se avrà la certezza di non cadere vittima di logiche prevaricatrici della loro soggettività.
(10 aprile 2010)

giovedì 15 aprile 2010

"Modello" Lega Nord? No, grazie!


Partito radicato?! …quello della gente?! …quello che combatte (e non è sempre una metafora) al fianco dei lavoratori?! Sono solo alcuni degli appellativi a cui la Lega Nord si è abituata da quando, da piccolo partito secessionista e xenofobo, è salito al rango di grande partito di governo (sempre secessionista e xenofobo, anche se adesso questo aspetto sembra marginale). Si fa un gran parlare, sui giornali e gli organi di informazione di “modello Lega”. Che in buona sostanza vuol dire: fare come la Lega. Il punto è proprio questo: cosa fa la Lega Nord?

martedì 13 aprile 2010

Governo battuto sul decreto salvaliste. Salta il provvedimento


Italo Bocchino (PdL): «Le assenze della maggioranza? Ormai è un problema endemico»

Il governo é stato battuto nell'aula della Camera su un emendamento del Pd al decreto salvaliste, a cui la maggioranza aveva dato parere negativo. L'emendamento é soppressivo di tutto il testo, quindi il provvedimento decade. La seduta é stata sospesa, dopo lunghi applausi dai banchi dell'opposizione.
L'approvazione dell'emendamento presentato dal capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali, Gianclaudio Bressa, e altri deputati Pd, ha spiegato la presidente di turno, Rosy Bindi, comporta, infatti, la reiezione dell'intero provvedimento. Dunque non si passerà alla votazione degli articoli e dell'intero testo. Lo scarto di voti con cui é stato soppresso il salvaliste é stato di soli 8 voti. I sì all'emendamento soppressivo del Pd sono stati 262, i no 254.
Troppe assenze nelle file della maggioranza. «Mi dispiace che si è andati sotto una votazione così delicata», ha detto il vicepresidente dei deputati del PdL, Italo Bocchino, «le assenze della maggioranza? Ormai è un problema endemico». Il voto alla Camera che ha bocciato il decreto salva-liste, ha commentato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, è «una sconfitta politica per la maggioranza e il Governo: aggiungendo pasticcio a pasticcio, finiscono vittime della loro stessa arroganza».
Il provvedimento, fortemente contestato dall'opposizione che lo aveva giudicato incostituzionale, era stato emanato dal governo in occasione delle ultime elezioni regionali, varato dal Consiglio dei ministri il 5 marzo scorso per sanare la questione dell'esclusione della lista Pdl a Roma e quella di Formigoni in Lombardia. «Con decreto legge - ha sottolineato Bressa - non si possono cambiare le regole elettorali a competizione già aperta. Abbiamo sventato un vero e proprio attentato alle regole fondamentali di ogni democrazia. Ma, poiché riteniamo che la volontà popolare che si è espressa il 28 e il 29 marzo debba essere garantita, siamo disponibili da subito a votare un disegno di legge che salvi gli effetti del decreto».

La discussione generale sul decreto legge aveva preso il via questa mattina in aula alla Camera. Già il 16 marzo l'assemblea di Montecitorio aveva bocciato, per pochi voti di scarto, le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd, Idv e Udc

Ballottaggi, Matera e Macerata al centrosinistra, Mantova e Vibo Valentia al centrodestra


Migliavacca: "Otto comuni strappati al centrodestra, sostanziale parità". Affluenza in calo.

Otto comuni strappati al centrodestra, tra questi Matera e grandi centri in realtà significative come Cologno Monzese, Gioria Tauro, Grottaferrata e Minturno nel Lazio, Pietrasanta. Il ballottaggio delle amministrative si chiudemalgrado gli strepiti del PDL e pur in presenza di alcune amministrazioni passate al centrodestra tra cui Mantova – con un risultato sostanzialmente di parità. Sono importanti i risultati conseguiti nei due comuni capoluogo di Matera e Macerata ma anche quelli nei centri superiori a 15 mila abitanti tanto più che il risultato di oggi si raffronta con quello conseguito cinque anni fa, un’altra era politica”.
E’ il bilancio di Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria PD.
E’ stata del 58,77% l'affluenza alle urne nel turno di ballottaggio per le comunali 2010. Si è votato in 41 comuni, quattro dei quali sono capoluoghi di provincia: Mantova, Macerata, Matera e Vibo Valentia. Due sono andati al centrosinistra e due al centrodestra. Nel primo turno, due settimane fa, l'affluenza alle urne era stata del 74,32 %. Nel turno di ballottaggio c'è stato quindi un calo di 15,5 punti.
A Macerata ha vinto il candidato del centrosinistra Romano Carancini (50,3%), stessa percentuale a Matera per Salvatore Adduce. Altri dati arrivano dai Comuni più piccoli, ma ugualmente significativi. Il centrosinistra vince a Eboli (Salerno) con Martino Melchionda e a Lamezia Terme con Gianni Speranza. Vittoria del PD anche a Moncalieri (Torino), Saronno (Varese) e Cologno Monzese, il comune che ospita la sede di Mediaset.
Per Migliavacca “è stata una prova elettorale complessa, segnata anche da un problema come quello dell’astensionismo, ma positiva perché conferma i dati politici di questo turno amministrativo e regionale in cui il PD ha dato segnali di ripresa rispetto alle più recenti prove elettorali”.

Chiamparino: stop alle correnti e un PD federale


Intervista a Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino (pubblicata su
La Repubblica)

Sindaco Sergio Chiamparino, ha visto il risultato di Mantova?
"Sì e mi dispiace molto. Un'altra sconfitta, ancora una volta per colpa di una divisione tra noi. In Lombardia svanisce l'ultima propaggine del centrosinistra. Contare qualcosa nel Nord è sempre più difficile".
Un argomento in più per dare ragione alle proposte di Romano Prodi sul Pd?
"Quelle avevano già un valore prima di Mantova. Non parlo da tempo con Prodi, ho letto solo i giornali. Ciò di cui posso discutere è l'idea di un partito federale, che provi a ripartire dal territorio, che cambi equilibri e procedure seguiti sino a oggi. Muovendosi dal basso e dagli elettori più che dalle gerarchie nazionali. Che rompa l'autoreferenzialità del gruppo dirigente". (l'intera intervista)

lunedì 12 aprile 2010

...e se non bastasse, il Governo "fa la cresta" sull'addizionale IRPEF


di Milena Barzaglia (Assessore al Bilancio del Comune di Casola Valsenio)

IL GOVERNO "TRATTIENE" 43.000 EURO CHE APPARTENGONO AL COMUNE DI CASOLA VALSENIO

Per fare l'accertamento dell’entrata relativa al 2007 si è preso a riferimento l'importo definitivamente incassato nel 2005 (ultimo esercizio chiuso) pari a €. 139.114,54. Sulla base di ciò si è calcolata la presumibile entrata corrispondente all’aliquota del 2007 (0,8%) ottenendo una stima di entrata pari a €. 222.583,28.
Nel 2008 lo Stato (che riceve i versamenti dell’addizionale IRPEF trattenuta ai contribuenti casolani) ha versato al Comune un “acconto” di €. 127.663,36 con una differenza ancora da incassare di €. 94.919,92.
Nel 2009 poi (sempre con riferimento al 2007) è stato versato un altro acconto di 66.269,94, con un credito residuo del Comune di €. 28.649,98. Nel gennaio 2010, invece, è stato comunicato al Comune che il saldo definitivo del 2007 era di “soli” € 11.739,37!
Così, senza alcuna spiegazione, il Governo ha fatto “sparire” € 16.910,61, che appartengono al Comune di Casola Valsenio e che i contribuenti casolani hanno versato perché andassero nelle casse del Comune.
Ma non finisce qui. La sottrazione di fondi è ancora maggiore se si considera che il gettito dell’addizionale dello 0,8% sull'imponibile IRPEF 2007 (€ 31.150.781,00), è in realtà pari a € 249.206,25: la differenza tra quanto dovuto e quanto versato dallo Stato è dunque di ben € 43.533,58.
No, non è questo il “federalismo fiscale” a cui aspiriamo! Il Governo non può “fare la cresta” sulle risorse che appartengono ai Comuni. Chiediamo che ciò che ci spetta ci venga restituito.

Patto di stabilità, federalismo fiscale: le proposte del PD


Il Partito Democratico al fianco dei Comuni per affrontare la crisi, contro un Governo federalista a parole e centralista nei fatti

La crisi economica colpisce pesantemente le famiglie e le comunità locali, intacca la tenuta e la solidità del sistema economico e imprenditoriale, causa il ricorso massiccio alla cassa integrazione, la precarietà e la perdita di lavoro.
La risposta alla crisi sta nella capacità di sostenere la ripresa economica, favorendo processi di riorganizzazione produttiva, politiche di sostegno ai redditi e ai bisogni delle famiglie, sgravi fiscali e ammortizzatori sociali, oltre che investimenti pubblici e misure per l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese.
Il Patto anticrisi promosso dalla Regione Emilia-Romagna e condiviso con le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, ha avuto questa funzione e queste finalità. Mentre assolutamente inadeguate e insufficienti si sono rivelate le politiche anticrisi del Governo.
In particolare, con l'ultima Finanziaria, il Governo ha confermato il "patto di stabilità", impedendo nuovamente ai Comuni di investire in opere pubbliche utili per lo sviluppo delle comunità ed efficaci anche contro la crisi, in quanto in grado di offrire lavoro a imprese edili ed aziende artigiane. Insomma, a migliaia di lavoratori.
Il Governo ha fatto carta straccia del pronunciamento pressoché unanime del Parlamento che, un anno fa aveva votato un ordine del giorno proposto dal PD per l'allentamento dei vincoli del patto di stabilità dei Comuni.
Ma contro i Comuni il Governo non si è limitato a questo.
La Legge Finanziaria 2010 ha tagliato pesantemente il fondo ordinario; non ha restituito ai Comuni quanto dovuto in seguito all'abolizione dell'ICI; ha bloccato ogni forma di autonomia impositiva; ha tagliato le risorse per la sicurezza, il fondo nazionale politiche sociali, le risorse per la scuola dell'obbligo, per lo sviluppo economico, per l'ambiente. E non ha fatto un passo avanti in direzione di un vero e condiviso "federalismo fiscale".
Ma se la maggior parte dei Comuni è stata colpita da questa manovra, alcuni Enti locali non hanno subito alcun danno nonostante la loro situazione di dissesto. Catania ha ottenuto 140 milioni, Roma 500 milioni, Palermo 160 milioni di euro, in barba a ogni criterio di efficienza e responsabilità.
A Roma poi, sono stati concessi altri 80 milioni di euro entrati con lo "scudo fiscale".
Il PD è contrario a questa politica perché mette a rischio la possibilità per i Comuni di rispondere ai bisogni delle comunità locali. In particolare, in tanti piccoli Comuni, soprattutto nelle aree interne e montane, è ormai compromessa la possibilità di finanziare servizi essenziali e opere pubbliche urgenti, e la possibilità stessa di chiudere i bilanci.
I Comuni sono l'ossatura del sistema istituzionale e rappresentano uno snodo fondamentale per contrastare la crisi, per modernizzare il sistema infrastrutturale, per garantire la coesione in una società sempre più complessa, per tutelare i diritti di cittadinanza.
Chiediamo al Governo un deciso cambio di rotta. E lo chiediamo convinti di interpretare le preoccupazioni e lo stato d'animo della stragrande maggioranza dei Sindaci, di ogni orientamento politico, come dimostrano le prese di posizione e le iniziative promosse unitariamente nella nostra e in altre Regioni, dalle associazioni di rappresentanza dei Comuni.

Chiediamo:
1) L'attuazione del federalismo fiscale così come previsto dalla Legge 42/2009, per accrescere l'autonomia finanziaria dei Comuni e, nel contempo, la responsabilità degli amministratori;
2) La modifica degli obiettivi e delle regole del patto di stabilità, per sostenere la spesa per investimenti, favorire politiche di coesione sociale e premiare i Comuni virtuosi;
3) La restituzione completa (e la rivalutazione) dell'ICI prima casa;
4) Adeguati sostegni ai piccoli Comuni, con una più forte incentivazione della gestione associata di servizi e funzioni in capo alle Unioni di Comuni, con l'aumento del fondo per gli investimenti e il ripristino del Fondo nazionale della montagna;
5) Il completo reintegro del fondo per le politiche sociali;
6) Un intervento legislativo che - come stabilito dalla Corte costituzionale - riconosca la soppressione dell'IVA dalla Tariffa rifiuti (TIA) ma senza scaricare costi su Comuni, famiglie e imprese.

Ci batteremo in ogni paese e città, nelle assemblee elettive e in Parlamento perché le nostre richieste siano soddisfatte e le comunità locali possano essere di nuovo motore di sviluppo .

L'art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana


PARTE I
DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

TITOLO I
RAPPORTI CIVILI

Art. 21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

domenica 11 aprile 2010

Prodi: PD diventi un partito regionale e federale


di Romano Prodi (pubblicato su Il Messaggero)

"I lettori mi perdoneranno se, di fronte all’ennesima discussione sulla riforma del Partito democratico, mi permetto di riprendere, con solo qualche aggiornamento, le proposte che, meno di un anno fa, ho fatto sulle colonne di questo stesso giornale. Il rumoroso dibattito post-elettorale sul ruolo dei partiti politici e sul loro rapporto con i cittadini mi riporta infatti indietro di qualche decennio quando, di fronte all’irreversibile crisi della Democrazia cristiana, proposi di costruire il partito su base strettamente regionale ma con un forte patto federativo nazionale". (l'intero articolo...)

Strage nei cieli. Polonia in lutto


Il presidente Lech Kaczynski, il governatore della Banca centrale polacca Slawomir Skrzypek, il vicepresidente della Camera e candidato dell’opposizione alle prossime elezioni presidenziali, Jerzy Szmajdzinski; i Capi di stato maggiore dell’esercito, marina e aeronautica, alcuni deputati e generali: l’incidente a Smolensk è costato la vita a una buona parte della dirigenza politica e militare della Polonia. La delegazione guidata dal capo dello Stato si stava recando alle cerimonie per il 70esimo anniversario del massacro di Katyn, nel quale la Nkvd uccise oltre 20mila prigionieri di guerra polacchi: ufficiali, intellettuali e politici, quasi l’intera classe dirigente del Paese venne eliminata nel giro di pochi giorni per volere espresso di Stalin; per decenni la responsabilità della strage venne però attribuite ai nazisti. La dinamica dell’incidente, avvenuto mentre sulla zona gravava una fitta nebbia, non è ancora stata del tutto chiarita: secondo fonti dell’aeronautica militare russa la torre di controllo avrebbe consigliato al comandante del Tu-154M presidenziale di dirigere su un altro scalo a causa della scarsa visibilità, ma questi avrebbe invece optato per l’atterraggio sulla pista di Smolensk; dopo tre tentativi andati a vuoto nel corso del quarto approccio un’ala del trimotore avrebbe urtato un albero, causando la distruzione dell’apparecchio con a bordo 97 persone.
"L’Italia, unita alla Polonia da tradizionali vincoli di autentica amicizia, si sente particolarmente vicina al popolo polacco con il quale condivide gli ideali europei e l’impegno di pace nella libertà", si legge in un messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

venerdì 9 aprile 2010

Per la riforma della giustizia: le proposte del PD


Andrea Orlando, responsabile Giustizia del PD, le pubblica su "Il Foglio": verifica dei tempi giusti dei processi, riforma del CSM, una giustizia più semplice.


"Mi applico ad un esercizio da molti consigliato.
Facciamo per un attimo finta che il problema sia solo quello di far funzionare la giustizia. Dimentichiamoci Berlusconi, così come dei suoi processi da aggiustare e delle sue vendette da consumare e partiamo dalla giustizia civile dove, lontano dai riflettori, si consuma quotidianamente un disastro che potremmo definire “muto”. La rilevanza del tema sta innanzitutto nei numeri: le cause attualmente pendenti sono più di 5 milioni con una crescita media annua del 7,5 per cento. Per avere giustizia un cittadino attende anche sette anni e mezzo, passando 20 mesi in tribunale, 54 in Corte di Appello e la restante parte in Cassazione. Una volta giunta la sentenza, questa risulta spesso priva di qualsiasi effetto positivo per chi intendeva far valere un proprio diritto. Sul fronte dell’economia, l’inefficienza del sistema giudiziario compromette in modo serio la competitività del Paese e rappresenta un potente dissuasore agli investimenti esteri in Italia. Le ragioni di credito di molte famiglie e di tante piccole aziende risultano irrimediabilmente frustrate, aggravando oltremodo il peso dell’attuale crisi economica vista l’impossibilità di riscuotere in tempi ragionevoli i propri crediti. La situazione di disagio è ancora più grave al Sud e nelle Isole.
Queste brevi considerazioni definiscono l’enorme impatto che l’amministrazione della giustizia ha sul sistema economico e sui rapporti sociali. C’è un’ emergenza, da qui dovremmo partire". (...continua)

Maurizio Cevenini (il Cev) c’è!


Non è nostra abitudine parlare di uomini e donne e basta; preferiamo parlare di progetti piuttosto che di singoli, e di società rispetto ai personalismi. Ma una nota non possiamo non farla per Maurizio Cevenini – il Cev per gli amici – che ha raccolto nella sua Bologna oltre 19.000 preferenze come candidato al consiglio regionale. Ha saputo scaldare i cuori nella città che, ancora fredda dopo le dimissioni di Del Bono, lo vede la domenica allo stadio a tifare Bologna e lo ho visto celebrare 50 matrimoni al mese negli ultimi 15 anni. Solo Mara Carfagna, nella più popolosa Campania, ha preso più preferenze di lui fra i candidati al consiglio regionale nelle ultime consultazioni. “Bisogna essere sul territorio e scaldare i cuori”, afferma in un’intervista pubblicata sull’Unità,”...Mi accusano di essere un presenzialista: e cos’è, una colpa?” (leggi l’intervista)

Osta che svarione!


Quelli del PdL vogliono portare i rifiuti di Lugo alla discarica di Faenza (?!), quella di Tebano.
Peccato, per loro, che sia chiusa da 10 anni!
Faenza e i Comuni del faentino, tra cui Casola Valsenio, conferiscono i rifiuti alla discarica di Imola (in località Tremonti).

giovedì 8 aprile 2010

Basta chiacchiere, ora riforme vere


Per il PD le riforme istituzionali da mettere in cantiere sono queste: il senato federale, la riduzione del numero dei parlamentari, l’annullamento del bicameralismo perfetto, una nuova legge elettorale (che permetta agli elettori di scegliere i parlamentari) e una legge che tagli i costi della politica.
Conoscendo però l’ostilità della destra alle ultime tre proposte, il PD propone di partire dalle due questioni su cui, almeno a parole, tutti dicono di essere d’accordo: il senato federale e la riduzione del numero dei parlamentari.
Da due anni abbiamo presentato una nostra proposta in parlamento. Sono riforme che non costano nulla, richiedono solo la volontà di chi ha la responsabilità di decidere. Quindi, basta chiacchiere.
Sul resto si continui a discutere, ma in Parlamento. Ma sulle cose condivise chiediamo che si decida. Subito.

Quanto all'ipotesi di semipresidenzialismo avanzata da alcuni esponenti della destra, diciamo chiaramente che non si può fare il presidenzialismo con questa legge elettorale (che è assurda) nè con questa finta “legge sul conflitto interessi”. In queste condizioni, non assomiglieremmo alla Francia o agli USA, ma al Sud America di qualche decennio fa. E noi non siamo d'accordo.

Il documento di ANCI Lombardia è musica per le nostre orecchie...


...Che effetto farà, invece, alle orecchie della destra casolana?

Quando a proporre queste cose è stato il gruppo consiliare di centrosinistra, il PdL e la Lega Nord hanno votato contro. Ricordate? Il capogruppo Piolanti le liquidava come "la solita propaganda contro il governo". E adesso che le stesse cose le sostengono i Sindaci della Lombardia, guidati dal Sindaco leghista di Varese, cosa hanno da dire?
Lo vedremo, quando proporremo alla discussione del Consiglio comunale quello stesso documento.
(scarica il documento di ANCI Lombardia)

Massimo Isola è il Vice Sindaco di Faenza


Il Sindaco di Faenza, espressione della coalizione di centro sinistra e eletto nelle elezioni del 28/29 marzo scorso con il 54% dei consensi, ha nominato la nuova Giunta comunale.
Massimo Isola
(35 anni) - casolano d'origine, che da anni vive a Faenza - è il Vice Sindaco, con delega alla cultura, all'istruzione e al turismo. Della Giunta fanno parte altri 6 assessori: Antonio Bandini (32 anni) (Politiche Sociali), Maria Chiara Campodoni (26 anni) (Sport e Politiche govanili), Matteo Mammini (35 anni) (Urbanistica), Roberto Savini (42 anni) (Agricoltura e Ambiente), Germano Savorani (57 anni) (Attività Economiche, Formazione, Lavoro), Claudia Zivieri (35 anni) (Lavori Pubblici, Traffico e Viabilità).

Il PD casolano esprime soddisfazione e vivo compiacimento per la nomina a Vice Sindaco di Massimo Isola. A lui giunga l'augurio sincero di buon lavoro degli amici e dei compagni di Casola Valsenio.