domenica 11 aprile 2010

Strage nei cieli. Polonia in lutto


Il presidente Lech Kaczynski, il governatore della Banca centrale polacca Slawomir Skrzypek, il vicepresidente della Camera e candidato dell’opposizione alle prossime elezioni presidenziali, Jerzy Szmajdzinski; i Capi di stato maggiore dell’esercito, marina e aeronautica, alcuni deputati e generali: l’incidente a Smolensk è costato la vita a una buona parte della dirigenza politica e militare della Polonia. La delegazione guidata dal capo dello Stato si stava recando alle cerimonie per il 70esimo anniversario del massacro di Katyn, nel quale la Nkvd uccise oltre 20mila prigionieri di guerra polacchi: ufficiali, intellettuali e politici, quasi l’intera classe dirigente del Paese venne eliminata nel giro di pochi giorni per volere espresso di Stalin; per decenni la responsabilità della strage venne però attribuite ai nazisti. La dinamica dell’incidente, avvenuto mentre sulla zona gravava una fitta nebbia, non è ancora stata del tutto chiarita: secondo fonti dell’aeronautica militare russa la torre di controllo avrebbe consigliato al comandante del Tu-154M presidenziale di dirigere su un altro scalo a causa della scarsa visibilità, ma questi avrebbe invece optato per l’atterraggio sulla pista di Smolensk; dopo tre tentativi andati a vuoto nel corso del quarto approccio un’ala del trimotore avrebbe urtato un albero, causando la distruzione dell’apparecchio con a bordo 97 persone.
"L’Italia, unita alla Polonia da tradizionali vincoli di autentica amicizia, si sente particolarmente vicina al popolo polacco con il quale condivide gli ideali europei e l’impegno di pace nella libertà", si legge in un messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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