Tutti gli indicatori economici confermano che la strada intrapresa finora dai governi a guida PD è quella giusta
Secondo molti osservatori il 2017 economico doveva essere l’anno del limbo, con il nostro Paese collocato “tra color che son sospesi” e con un Pil dai lineamenti poco marcati, in bilico sullo zero virgola. Al contrario, invece, i dati arrivati durante l’intero anno sono risultati decisamente confortanti, tanto da sorprendere al rialzo gli analisti su praticamente tutte le variabili macroeconomiche: il PIL è andato verso l’alto (e non di poco), la disoccupazione e il deficit sono scesi, l’occupazione ha registrato livelli record, il debito si è stabilizzato e l’avanzo primario gode di buona salute.
Con un resoconto evidente: l’Italia sta meglio rispetto a un anno fa e la ripresa, iniziata nel 2014 e consolidatasi nel biennio 2015-2016, si è ormai stabilizzata, diventando via via “meno ciclica e più strutturale”, per dirla con le parole del ministro Padoan. “In questi anni – come ha sottolineato il Segretario del PD, Matteo Renzi - tutti gli indicatori economici hanno cambiato verso, nessuno escluso”.
Risultati grazie ai quali l’Italia non è più fanalino di coda dell’Ue. Anzi, ora è fra i quattro o cinque giganti mondiali dell’export (un aspetto, questo, che analizzeremo meglio più avanti).
Complice la congiuntura mondiale ed europea favorevole, si dirà, (gli ultimi dati diffusi ieri dalla Banca Centrale europea parlano di un’Eurozona che continua a crescere con uno slancio sostenuto e generalizzato). Allo stesso tempo, però, sarebbe intellettualmente disonesto trascurare quanto la politica economica attuata in questi anni sia stata determinante per agganciare la ripresa. Il premier uscente Paolo Gentiloni l’ha rivendicato in qualche modo nel suo discorso di fine anno, sottolineando quel lavoro fatto con dedizione negli ultimi anni, “lungo, ma di successo”. Precisando anche quanto sia stato difficile accompagnare la crescita nel rispetto delle regole europee e, soprattutto, senza aumentare le tasse.
Certo, la strada da percorrere è ancora in salita e come ha sottolineato l’ultimo rapporto annuale del Censis , la ripresa economica registrata finora ancora non è sufficiente ad arginare il “rancore sociale”, che risulta invece in aumento. Ma la strada intrapresa finora è quella giusta. Lo dicono i numeri.
Secondo molti osservatori il 2017 economico doveva essere l’anno del limbo, con il nostro Paese collocato “tra color che son sospesi” e con un Pil dai lineamenti poco marcati, in bilico sullo zero virgola. Al contrario, invece, i dati arrivati durante l’intero anno sono risultati decisamente confortanti, tanto da sorprendere al rialzo gli analisti su praticamente tutte le variabili macroeconomiche: il PIL è andato verso l’alto (e non di poco), la disoccupazione e il deficit sono scesi, l’occupazione ha registrato livelli record, il debito si è stabilizzato e l’avanzo primario gode di buona salute.
Con un resoconto evidente: l’Italia sta meglio rispetto a un anno fa e la ripresa, iniziata nel 2014 e consolidatasi nel biennio 2015-2016, si è ormai stabilizzata, diventando via via “meno ciclica e più strutturale”, per dirla con le parole del ministro Padoan. “In questi anni – come ha sottolineato il Segretario del PD, Matteo Renzi - tutti gli indicatori economici hanno cambiato verso, nessuno escluso”.
Risultati grazie ai quali l’Italia non è più fanalino di coda dell’Ue. Anzi, ora è fra i quattro o cinque giganti mondiali dell’export (un aspetto, questo, che analizzeremo meglio più avanti).
Complice la congiuntura mondiale ed europea favorevole, si dirà, (gli ultimi dati diffusi ieri dalla Banca Centrale europea parlano di un’Eurozona che continua a crescere con uno slancio sostenuto e generalizzato). Allo stesso tempo, però, sarebbe intellettualmente disonesto trascurare quanto la politica economica attuata in questi anni sia stata determinante per agganciare la ripresa. Il premier uscente Paolo Gentiloni l’ha rivendicato in qualche modo nel suo discorso di fine anno, sottolineando quel lavoro fatto con dedizione negli ultimi anni, “lungo, ma di successo”. Precisando anche quanto sia stato difficile accompagnare la crescita nel rispetto delle regole europee e, soprattutto, senza aumentare le tasse.
Certo, la strada da percorrere è ancora in salita e come ha sottolineato l’ultimo rapporto annuale del Censis , la ripresa economica registrata finora ancora non è sufficiente ad arginare il “rancore sociale”, che risulta invece in aumento. Ma la strada intrapresa finora è quella giusta. Lo dicono i numeri.