mercoledì 20 aprile 2011

Il governo è allo sbando. Ritira il "programma nucleare" per sabotare il referendum. Questo dimostra che quel programma era indecente. Per il PD il futuro energetico del Paese è nello sviluppo delle rinnovabili

Ora bisogna vigilare perché il Governo delle balle non torni sui suoi passi. Intanto i lavoratori del fotovoltaico sono in sciopero e con loro sono le imprese del settore, penalizzate dall'assurdo decreto Romani, che toglie gli incentivi alle rinnovabili

Il titolo delle modifiche presentate ieri al Senato dal governo sul programma nucleare è chiaro: «Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari». Il testo un po’ meno: «Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare».
“Il governo fugge dal suo stesso piano” ha detto ieri Pier Luigi Bersani, segretario del Partito Democratico, rivendicando le ragioni del PD, che ha denunciato da tempo l’indecenza del progetto del ritorno al nucleare del governo, e puntando ancora una volta il dito contro l’incapacità e la confusione continua del governo della destra. Nello stesso tempo, il PD e gli altri partiti dell’opposizione che si apprestavano a lanciare la campagna per i sì al referendum, hanno lanciato l’allarme sui risvolti avvelenati della decisione del governo che toglie di mezzo il nucleare, ma lascia la porta aperta ad una eventuale decisione successiva, dopo che sono stati scavalcati i referendum. «Berlusconi ha cancellato il nucleare, che costituiva il 50 per cento del suo programma, perché temeva che il referendum abrogativo potesse avere un effetto trainante sul quello sul legittimo impedimento» ha detto Massimo D’Alema.  

Oggi intanto si svolgerà la protesta dei lavoratori del settore fotovoltaico a causa del pericoloso fermo di ogni attività provocato dal governo con il blocco del decreto sugli incentivi, che dovevano essere rivisti ma che ancora non sono stati indicati dal governo provocando così un’incertezza che rischia di bruciare un settore dove, nonostante la crisi, sono cresciuti attività e occupazione. “Oggi saremo con convinzione alle manifestazioni indette dai lavoratori e dalle imprese del settore del fotovoltaico” ha scritto sull’Unità Stella Bianchi della segreteria nazionale del PD, annunciando che oggi, dalle 15,10, il segretario Pier Luigi Bersani in Parlamento “chiederà conto al governo di quanto intende fare per riparare ai danni compiuti”.

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