venerdì 1 settembre 2017

Guerini: “Serve un centrosinistra largo, ragioneremo dopo il test Sicilia”

Intervista a Lorenzo Guerini di Tommaso Ciriaco – La Repubblica, 30 agosto 2017

Lorenzo Guerini, da sinistra picchiano duro su voi renziani. Dicono che in Sicilia avete preferito Alfano a Bersani, è così?
«Non abbiamo preferito proprio nessuno. Anzi, abbiamo replicato lo schema di Palermo, dove Orlando governa con Mdp e Ap. Abbiamo mostrato responsabilità, sostenendo una candidatura civica, con un’alleanza larga e aperta alla società civile. E nonostante tutto questo…».

Cosa?
«Guardi, esponenti di primissimo piano di Mdp mi avevano assicurato che l’unica condizione per un’alleanza ampia era una candidatura civica. Poi, per ragioni che continuo a non comprendere, si sono tirati fuori».

Glielo avevano assicurato Bersani e Speranza?
 «Non è corretto fare nomi. Però, francamente, spero che Mdp possa ancora cambiare idea. Il centrodestra, tra l’altro, ha ritrovato un’unità, sia pure di facciata. E Berlusconi, pur dicendo di ispirarsi al Ppe, fa scivolare a destra la coalizione. E quindi, da una parte c’è la destra populista e leghista, dall’altra i cinquestelle. Davvero Mdp vuole sfilarsi?».

È il segno della rottura definitiva con i bersaniani?
«Il voto è siciliano, certo. Però non possiamo non considerare politicamente importante questa scelta, che si spiega solo con l’intenzione di voler danneggiare o far perdere il Pd».

A sinistra, però, Pisapia è orientato all’ok su Micari.

«Non tiro nessuno per la giacchetta. La candidatura del rettore l’ha proposta Orlando che, tra l’altro, è stato tra i protagonisti del lancio di “Insieme”. Ritengo perciò che proseguiranno su questo percorso».

Pisapia è l’alleato naturale “di sinistra” alle politiche?
«Il confronto con lui non è mai venuto meno. Ha fatto campagna alle ultime amministrative per i candidati unitari del centrosinistra. La tappa siciliana è coerente rispetto a questo impegno per l’unità».

Ma come strutturereste questa eventuale intesa?
«Un passo alla volta. Ma è chiaro che non si può partire dalla volontà di resettare la stagione di riforme di questi anni. In ogni caso, prima di ogni alleanza noi lavoriamo sui problemi degli italiani, che è poi il senso del tour in treno che ha in programma Renzi. Mi lasci poi aggiungere, e in questo caso non mi riferisco a Pisapia, che parlare di centrosinistra prescindendo dal Pd, più che un’utopia mi sembra una sciocchezza».

Certo che allearsi stabilmente con Alfano stringendo un patto anche sulla legge elettorale non sembra aiutare questo percorso.
«Non c’è nessun accordo o scambio sulla legge elettorale. L’alleanza in Sicilia con Ap viene dopo quella su Palermo, che è stato un passo importante per arrivare a questa coalizione civica, aperta alla sinistra e ai moderati che dialogano con il nostro campo. Immaginare conseguenze nazionali adesso è prematuro, anche se si tratta di un’intesa in una regione importante».

Possiamo dire che lavorate per estendere il modello siciliano, da Alfano a Pisapia, a livello nazionale?«Non trarrei adesso conclusioni generali, anche perché peserà molto la legge elettorale. Questo impianto, l’apertura alla società civile e l’alleanza larga, sono elementi importanti. Ci ragioneremo nei prossimi mesi».

Potreste iniziare convincendo Alfano a votare lo ius soli.
«Ma guardi che nel merito ci siamo, perché Ap l’ha già votato a Montecitorio».

Quindi si può approvare già a settembre? O quando?
«La approveremo certamente entro l’anno, è una legge di civiltà. Decidendo insieme al governo i tempi migliori, tenendo conto dell’iter della manovra».

A proposito di manovra: chi prevarrà tra Renzi, che vuole sostegno ai pensionati, e Gentiloni che punta sui giovani?

«Trovo davvero sciocco immaginare un presunto derby sulla manovra tra giovani e anziani. Già molto abbiamo fatto. Il tema delle pensioni più basse deve essere prioritario, ovviamente. E lo sarà anche il lavoro, con particolare attenzione ai giovani. Faremo tutto, vedrete».

Nessun commento: