In vista dell’avvio del confronto con la Regione Emilia-Romagna per la definizione della Strategia regionale per le aree montane e interne – con riferimento ai Fondi Strutturali europei della prossima programmazione 2021/2027, ai fondi nazionale e regionali – per la quale si proporrà il metodo della programmazione negoziata come è avvenuto con la gestione dei fondi della LR 5/2018, con la convocazione a inizio settembre di Conferenze territoriali – tra cui quella con l’Unione della Romagna Faentina – per condividere criteri e individuare le aree dove attuare le strategie territoriali, si pubblica di seguito il testo dell’intervento svolto al Consiglio generale CISL Romagna, lo scorso 1 luglio a Sarsina, su queste stesse tematiche, da Giorgio Sagrini, Sindaco di Casola Valsenio e delegato per l’Unione della Romagna faentina alle “Politiche per la montagna”:
Chi vive nei territori montani, impegnato nelle pubbliche amministrazioni, nelle organizzazioni di rappresentanza, …sindacati confederali, organizzazioni di categoria ha consapevolezza, piena consapevolezza, del valore, dell’importanza ambientale, sociale ed economica delle aree interne, dei territori collinari e montani …dell’Appennino.
Una
consapevolezza che motiva la richiesta, la rivendicazione di una nuova e
innovativa strategia nazionale per la montagna e le aree interne …una strategia
rivolta allo sviluppo sociale ed economico, alla tutela e alla valorizzazione
ecologico-ambientale.
Non
solo per contrastare l’esodo quindi …che già sarebbe un importante risultato,
ma per indurre, favorire il ripopolamento delle aree montane, dei borghi, dei paesi
montani …per gettare le basi di un nuovo futuro.
Gli
attori, i protagonisti di questa strategia nazionale, insieme al Governo
centrale, sono …devono essere, le forze economiche e sociali, il sistema
economico-imprenditoriale, le istituzioni locali …ovvero le Regioni, i Comuni e
le loro forme associative.
Nucleo,
elemento centrale di questa strategia, deve essere l’introduzione della
fiscalità differenziata, ovvero di una vera e propria fiscalità di vantaggio a
compensazione del disagio, del divario, dello svantaggio sociale ed economico
delle aree montane.
La
scelta della Regione Emilia-Romagna del dimezzamento, fino all’azzeramento
dell’IRAP a carico delle imprese artigiane e commerciali operanti nei Comuni
montani, la scelta di azzerare il costo dell’abbonamento ferroviario e degli
autobus per gli studenti, il fondo per l’acquisto della prima casa, hanno una
doppia valenza: economica, perché rappresenta un concreto e tangibile sostegno
alle imprese e alle famiglie e simbolica, perché rende evidente e comprensibile
cosa sia la “fiscalità di vantaggio”.
Fiscalità
di vantaggio che, con analoghi e auspicabili provvedimenti nazionali, deve
essere estesa all’economia industriale, turistico-ricettiva, agricola, di
servizio e, non di meno, ai redditi da lavoro, alle famiglie con soluzioni atte
a compensare le condizioni di svantaggio legate, per esempio, alla distanza per
l’accesso ai servizi sanitari, socio-sanitari, scolastici, economici, collocati
nelle città e sull’asse della Via Emilia.
E’
apprezzabile in questo senso quanto la Regione ER sta facendo, secondo quanto
indicato nel programma di mandato approvato dall’Assemblea legislativa
all’indomani delle elezioni del gennaio 2020.
Un
programma di mandato che, su indicazione del nuovo Assessorato alle Politiche
per la Montagna, fissa le linee e i contenuti delle azioni che la Regione
Emilia-Romagna promuoverà nella corrente legislatura:
cito
i titoli… rimandando l’approfondimento alla lettura del testo
- Nuova legge per la montagna
- Completamento e rafforzamento del
sistema di governance territoriale
- Completamento delle infrastrutture di
comunicazione su tutto il territorio montano
- Ampliamento dell’offerta si servizi
alla popolazione
- Sostegno all’acquisto/ristrutturazione
della prima casa
- Recupero e valorizzazione del
patrimonio culturale, edilizio e ambientale
- Sostegno al lavoro e all’impresa in
Appennino
- Sicurezza del territorio
- Tutela, conservazione e valorizzazione
del patrimonio forestale regionale.
Decisiva
per la realizzazione di questi obiettivi, sarà la definizione della nuova
programmazione e gestione 2021-2027 dei Fondi Europei …i fondi strutturali POR
FESR, POR FSE, il nuovo Programma Regionale di Sviluppo Rurale, i Fondi per la
sicurezza del territorio e la prevenzione del dissesto idro-geologico.
Definizione
che, nell’ambito del Patto regionale per il lavoro, deve vedere, dovrà vedere –
tra gli altri - il fattivo e fondamentale coinvolgimento delle Organizzazioni
sindacali confederali ...che è importante avere al nostro fianco, al fianco
delle istituzioni territoriali, nel promuovere questa strategia di sviluppo,
rilancio, promozione delle aree interne montane.
In
questo contesto, assume un peso e un significato decisivo il Nuovo Programma
Regionale di Sviluppo Rurale …un PRSR che, in quanto rivolto alle aree rurali e
non unicamente all’Agricoltura, dovrà essere costruito anche con l’apporto dei
Sindacati Confederali oltre che delle OOPPAA …senza trascurare le
organizzazioni imprenditoriali e del lavoro autonomo, di industria,
artigianato, commercio e servizi.
Un
PRSR quindi che sempre più dovrà rivolgersi alle aree rurali di montagna nella
loro complessità:
quindi
…certamente
al centro l’agricoltura, con azioni a sostegno della redditività e della
promozione della frutticoltura, della castanicoltura, della forestazione, della
zootecnia di montagna, di infrastrutture come gli invasi a uso irriguo,
l’estensione della rete acquedottistica a uso civile, …il recupero del
patrimonio edilizio e abitativo rurale, la prevenzione degli eventi calamitosi
(gelate, grandinate, ecc.).e la protezione dai loro effetti…
…
ma anche la manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle
infrastrutture del territorio rurale, e tra queste il sistema della viabilità
comunale in area rurale …che è condizione necessaria per il miglioramento delle
condizioni di vita e della fruibilità del territorio.
Un
PRSR quindi che riconosca pienamente la centralità, il valore strategico
dell’agricoltura in montagna.
Il
mio pensiero, il mio ricordo di giovane capolega della Federmezzadri della CGIL
a metà degli anni ’70, va ai mezzadri, alla mezzadria, un contratto agrario,
per quanto iniquo, che ha modellato e plasmato nei secoli il paesaggio
dell’Appennino Tosco-Romagnolo e ha contribuito a realizzare condizioni di
presidio dei territori montani …presidio
che ancora l’agricoltura può e deve svolgere e che solo la presenza diffusa sul
territorio dell’impresa agricola può assicurare.
E’
questa - del presidio territoriale - una
funzione non solo economica, ma sociale, di assoluto interesse pubblico, a cui
deve corrispondere un’azione dello Stato espressamente rivolta a sostenere, a
incentivare la presenza e la permanenza dell’impresa agricola sul territorio e
la redditività delle produzioni agricole di montagna.
Tornando
al tema della fiscalità di vantaggio, nel programma di mandato si ribadisce
l’impegno della RER a operare – cito testualmente - “affinché il Governo renda la montagna area a
fiscalità di vantaggio, come previsto nella proposta di autonomia regionale”
presentata dalla Regione Emilia-Romagna
Proposta
di autonomia regionale, la cosiddetta autonomia differenziata, che – in
mancanza di provvedimenti nazionali – potrebbe consentire alla Regione di
attuare, introdurre gli auspicati provvedimenti finalizzati alla fiscalità di
vantaggio per le aree montane.
Fiscalità
di vantaggio, o azioni analoghe, che devono potersi rivolgere anche AI COMUNI.
Ai
piccoli Comuni - che soprattutto nelle aree montane risentono di una minore e limitata
autonomia finanziaria – va riconosciuta una dotazione annuale per gli
investimenti, proporzionale alla dimensione anagrafica e maggiormente alla
dimensione territoriale, per far fronte in maniera efficace e regolare alle
esigenze di manutenzione, miglioramento energetico e prevenzione del rischio
sismico del patrimonio pubblico - plessi scolastici, strutture sanitarie e
socio-sanitarie, edifici per attività culturali e di aggregazione,
infrastrutture del territorio.
Ciò
è tanto più vero e auspicabile perché si deve superare il meccanismo che fa
dipendere la capacità di investimento dei Comuni dagli introiti degli oneri di
urbanizzazione… oneri che derivano principalmente dalle nuove costruzioni, di
cui maggiormente – se non esclusivamente – possono beneficiare i Comuni delle
aree a maggior vantaggio economico e in misura molto più limitata i Comuni
montani.
Ma
non solo, fare dipendere la capacità di investimento dei Comuni dagli introiti
degli oneri di urbanizzazione contrasta con l’obiettivo del consumo zero di
suolo e con l’obiettivo di favorire il recupero del patrimonio edilizio
esistente
E,
oltre alle risorse per gli investimenti, c’è da assicurare la sostenibilità
della spesa corrente, per mantenere e migliorare il livello e la qualità dei
servizi alla popolazione… tanto più necessari nelle aree montane, senza
appesantire il carico tributario sulla popolazione.
Ribadisco
la necessità di accogliere la richiesta, la proposta che abbiamo condiviso con
UNCEM sull’ IMU sulle seconde case.
Ora
- attraverso il meccanismo del Fondo di Solidarietà – l’imposta, avente
carattere prettamente comunale, è in parte introitata dallo Stato, sottraendola
ai Comuni, senza alcuna distinzione tra Comuni non montani e Comuni montani,
…Comuni Montani ai quali dovrebbe essere riconosciuta, semmai, la condizione di
enti beneficiari del Fondo di Solidarietà e non di enti tributari.
La
proposta, la richiesta che voglio ribadire è quella di mantenere nei bilanci
dei Comuni montani l'intero gettito dell'IMU sulle seconde case …scelta che
aumenterebbe l’autonomia finanziaria dei Comuni montani.
In
questo ambito, risulta strategico sostenere le forme associative tra i Comuni,
le UNIONI di Comuni …indico a questo proposito l’esperienza di quanto
realizzato nella Romagna Faentina
C’è
poi un ultimo tema, che meriterebbe una trattazione e un approfondimento
maggiore della semplice citazione che provo a farne ora ed è, soprattutto per
le ricadute che può avere sui territori montani, il RILANCIO E L’INNOVAZIONE
DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE
E’
vitale, per il futuro delle aree montane, promuovere provvedimenti che
favoriscano il “restare in montagna” e l’insediamento di attività
imprenditoriali di giovani …favorendo l’incontro, finalizzato alla formazione,
tra scuole secondarie di secondo grado, università, organizzazioni sindacali e
datoriali, enti locali, nei settori di massima vocazione territoriale:
agricoltura, utilizzo delle risorse forestali, edilizia, turismo, attività
artigianali e agroalimentari tradizionali.
…Il
superbonus – per citare un esempio - ha messo a nudo il forte divario tra le
esigenze, le possibilità di recupero del patrimonio edilizio e la concreta
possibilità di farvi fronte a causa del venir meno – soprattutto dopo la crisi
finanziaria del 2008/2010 – della manodopera, delle professionalità e della
diffusa presenza sul territorio delle imprese edili.
E,
per stare al SuperBonus, è necessario non solo allungare le annualità di
efficacia di questo decisivo provvedimento economico, ma anche prevedere
modalità attuative – nei territori montani – che ne compensino i maggiori oneri
…per esempio con un’importante riduzione dell’IVA.
…in
conclusione, voglio sottolineare, evidenziare ancora, che la montagna regionale
è una risorsa per l’intera comunità, in termini ambientali, sociali ed
economici.
La
salvaguardia, il rafforzamento, il rilancio di questa parte della Regione è
centrale anche per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile di
Agenda 2030.
Al
fine della valorizzazione di questa vasta porzione del territorio regionale e
di contrastarne lo spopolamento, implementando la rete dei servizi e le
occasioni di lavoro, occorre un’azione multisettoriale integrata e coordinata
per superare le criticità e per valorizzare le eccellenze.
Nessun commento:
Posta un commento