martedì 2 ottobre 2012

Strage Sant'Anna di Stazzema: la procura tedesca archivia l'inchiesta per “assenza di prove documentali”

Sant'Anna di Stazzema, il monumento a ricordo della strage
di Laura Montinari (La Repubblica - Firenze, 1 ottobre 2012)

Senza colpevoli per la giustizia tedesca, come se la storia si potesse archiviare così, senza un processo. La Procura di Stoccarda ha archiviato l'inchiesta per la strage nazista di Sant'Anna di Stazzema, la località toscana, fra Lucca e Massa, in cui il 12 agosto 1944 furono massacrati 560 civili, tra cui 100 bambini.
La decisione è stata motivata con l'assenza di prove documentali comprovanti la responsabilità individuale dei diciassette accusati ancora in vita, tra cui Gerhard Sommer, 91 anni, condannato nel 2005 all'ergastolo insieme ad altri otto imputati dal tribunale di La Spezia. "Dalle indagini, condotte in maniera ampia ed estremamente approfondita insieme all'ufficio criminale del Baden-Württemberg, - si legge nel dispositivo - è emerso che non è possibile dimostrare una partecipazione dei 17 indiziati - in particolare degli otto ancora in vita - agli avvenimenti del 12 agosto 1944 nel paese di Sant'Anna di Stazzema punibile con una pena che non sarebbe prescritta".
I soldati tedeschi responsabili della strage appartenevano alla 16ma divisione granatieri corazzati "Reichsfuehrer SS".

La sentenza: in Italia condanne a 10 ergastoli



La Procura di Stoccarda spiega in sostanza che oggi non si può più stabilire il numero esatto delle vittime, poiché nella regione si trovavano anche numerosi rifugiati di guerra provenienti da altre zone. Secondo i giudici italiani, invece, il numero delle vittime è stato di 560, tra cui 100 bambini. Anche dopo la sentenza di La Spezia, che ha condannato all'ergastolo Gerhard Sommer, la Germania aveva rifiutato l'estradizione, come fa di norma con qualunque cittadino in possesso del passaporto tedesco. Sommer vive attualmente in una casa di riposo ad Amburgo. Anche se per l'eccidio di Sant'Anna i reati di omicidio e concorso in omicidio non sono prescritti, per la Procura tedesca è necessario per l'emissione di un atto di accusa che venga comprovata per ogni singolo imputato la sua partecipazione alla strage.

Per gli inquirenti tedeschi durante l'inchiesta non è stato possibile accertare con sicurezza che la strage sia stata un atto programmato ed un'azione di rappresaglia nei confronti della popolazione civile. Secondo la Procura è anche possibile che l'obiettivo perseguito dalle truppe tedesche fosse la lotta ai partigiani presenti nella zona e la cattura di uomini da deportare in Germania per compiere lavori forzati. La fucilazione dei civili avrebbe potuto essere stata decisa solo dopo la constatazione che gli obiettivi originari dell'azione militare tedesca non erano stati raggiunti. La Procura sottolinea nella sentenza il fatto che la mera appartenenza di un militare alle unità delle Waffen-SS non basta da sola a dimostrare l'effettiva colpa individuale nell'esecuzione della strage.

Il ministro. Nell'apprendere la notizia dell'archiviazione il ministro socialdemocratico della Giustizia del Baden- Württemberg, Rainer Stickelberger, ha espresso il proprio rammarico. "Sono consapevole che si tratta di un grave prova per i familiari delle vittime di questo crimine di guerra", ha affermato Stickelberger, secondo il quale le autorità inquirenti, pur di fronte alla gravità delle accuse, sono tuttavia tenute al rispetto del diritto e della legge. Di ciò fa parte anche il rispetto della sentenza della Corte di Cassazione tedesca relativa alla questione delle circostanze in base alle quali può essere definita la responsabilità per omicidio e concorso in omicidio di militari coinvolti in uccisioni avvenute durante la guerra. La Procura di Stoccarda e l'Ufficio criminale regionale del Baden- Württemberg indagavano dal 2002 per l'accusa di omicidio contro i componenti della 16.ma "Panzergrenadierdivision" delle SS responsabile della strage di Sant'Anna di Stazzema.

I sopravvissuti. Non è difficile immaginare cosa può provare in queste ore Enrico Pieri, uno dei superstiti della strage. Non riesce a darsi una spiegazione per la decisione dei giudici tedeschi: "Non ci credo, che abbiano deciso una cosa del genere, non è possibile, è una offesa per tutte le 560 vittime e tra queste bambini e donne innocenti, non si può accettare un verdetto del genere. Restituirò la medaglia d'oro che mi ha dato la Germania come riconoscimento per aver tenuto viva la memoria". Rabbia e dolore si mescolano anche nelle parole di Cesira Pardini che era una ragazza di 18 anni in quell'estate del 1944 ed è stata premiata con la medaglia d'oro per avere salvato due sorelle e un bambino di un anno. In quelle tragedia ha perso sua mamma e due sorelle: al processo le chiesero se avesse perdonato. Rispose: "devono perdonare mia mamma e le mie sorelle che non ci sono più eventualmente, non certo io". Oggi quando viene a sapere della decisione tedesca la sua voce trema: "Non è giusto tutto questo - dice - è una decisione che non ha nessuna logica".

La rabbia del sindaco. Michele Silicani, sindaco di Stazzema è arrabbiato, parla di "sentenza scandalosa, che vanifica il lavoro di anni e le sentenze italiane. Scriverò al ministro degli Esteri e della Giustizia. Questa archiviazione è una ulteriore offesa non solo alle vittime di Sant'Anna di Stazzema e ai loro familiari e quindi a tutti noi ma al lavoro svolto dal Tribunale Militare della Spezia che aveva provato oltre ogni ragionevole dubbio le responsabilità nella strage dei dieci imputati che furono infine condannati. Adesso questo lavoro viene demolito da una sentenza che, con troppa leggerezza, archivia tutto e lascia per la giustizia tedesca la strage di Sant'Anna di Stazzema senza colpevoli materiali".

Le reazioni. "Non condividiamo la decisione della magistratura tedesca di archiviare l'inchiesta sugli otto ex gerarchi delle SS sospettati di aver preso parte al massacro di Sant'Anna di Stazzema. Questa decisione provoca amarezza e dolore" dicono i senatori PD Vannino Chiti e Felice Casson. "Individuare e punire i responsabili di quelle brutalità è un dovere nei confronti delle vittime innocenti e dei loro familiari che deve essere sentito come proprio sia dall'Italia che dalla Germania: la barbarie di certi crimini non può essere soggetta nè a prescrizione nè ad amnistia e la loro punizione è fondamentale perchè il passato in Europa mai più ritorni". Grida allo scandalo anche l'onorevole Fabio Evangelisti dell'Idv: "Faremo un'interrogazione urgente al governo". Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi si dice "sconcertato": "La presenza lo scorso agosto a Sant'Anna del presidente del Parlamento europeo Schulz, che ha partecipato alla commemorazione della strage - spiega Rossi -, aveva sancito che il dolore di quella comunità è parte di una nuova cittadinanza europea: un'Europa unita non con il dominio ma con il diritto e la giustizia. La decisione ora del tribunale di Stoccarda ci fa fare un brutto passo indietro. Nessuno cerca vendetta: un massacro come quello di Sant'Anna reclama giustizia. Questo verdetto ora la nega".

La procura tedesca. "Mi sento di assicurare ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime - spiega all'Ansa il procuratore di Stoccarda, Claudia Krauth - che la procura ha fatto tutto il possibile per chiarire le responsabilità dei militari della Reichsfuehrer Ss nel massacro di Sant'Anna di Stazzema". E aggiunge: "Anche qui sentiamo il peso della nostra responsabilità".

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