giovedì 9 ottobre 2014

Lavoro, Renzi: in Europa c’è bisogno di cambiare marcia

”Abbiamo bisogno di cambiare marcia, di cambiare l'impostazione e l'approccio all'interno del vecchio continente, se è vero come è vero che stiamo rischiando di perdere un'intera generazione di europei”. Così il premier Matteo Renzi al termine della conferenza dell'Unione Europea sul lavoro che si è svolta a Milano l'8 ottobre 2014.

"Abbiamo delle contraddizioni in Ue per cui se per esempio in Italia vogliamo accettare tutte le raccomandazioni della Commissione, ed è giusto farlo, poi però superiamo il vincolo del 3%". Lo ha sottolineato il premier Matteo Renzi nella conferenza stampa al termine della conferenza Ue di Milano sul lavoro.

"Noi vogliamo fare la nostra parte - ha assicurato Renzi - ma se paghiamo i debiti della Pubblica amministrazione, cosa che in Italia si è fatto ahimè con un certo ritardo, si tratta di circa 60miliardi di euro, ne mancano 3 per completare il pagamento e uscire dalla procedura di infrazione, giustamente applicata ma se lo facciamo superiamo il 3%. Insomma c'è una contraddizione tra le due cose". Stesso ragionamento ha spiegato il presidente del consiglio vale per "il cofinanziamento dei fondi europei che essendo computato all'interno dei vincoli del patto di stabilità corre il rischio di farci superare il limite, ma allora non spendiamo i fondi europei... Infine noi abbiamo una raccomandazione molto corretta per la lotta all'evasione, un grande problema italiano. Abbiamo predisposto un meccanismo che ci porterebbe 10 miliardi di euro ma deve essere autorizzato dall'Ue e non è stato fatto..." perciò secondo Renzi "se questi incontri ci aiutano a vincere la resistenza che deriva dalle procedure tecniche dei nostri paesi facciamo una cosa nell'interesse dei cittadini".

Renzi ha spiegato che "l'Italia deve fare le riforme perché l'Italia ha necessità di cambiare. Chi vuole cambiare il mondo deve iniziare a guardarsi allo specchio e cambiare le cose che da tanti anni non sono state cambiate". D'altro canto, ha aggiunto, i dati sull'occupazione Ue, raffrontati con quelli Usa, dimostrano che le politiche europee non funzionano: "Dal 2008 al 2013 in Europa sono stati persi 7 milioni e 600mila posti di lavoro, e la disoccupazione è passata all'11,9%, mentre era più o meno al 7%". Per questo "ho detto in modo chiaro che abbiamo bisogno di cambiare marcia, di cambiare l'impostazione e l'approccio all'interno del vecchio continente, se è vero come è vero che stiamo rischiando di perdere un'intera generazione di europei".

"Nella legge di Stabilità, che sarà approvata il 15 ottobre, fisseremo il rapporto deficit-Pil al 2,9%".. Matteo Renzi ha ribadito e confermato che l'Italia rispetterà il vincolo del 3% per una questione di "credibilità pur considerandolo antiquato.

"Ho la mia idea del vincolo del 3%, credo sia stato pensato più di vent'anni fa, in un altro mondo
- ha detto Renzi - ma sono il premier di un Paese che ha un problema di credibilità e per questo credo sia opportuno rispettare il 3%".

Renzi ha poi ricordato il precedente tedesco del governo Schroeder che "supero' il 3%, probabilmente con una scelta che aveva una sua dignità. Rispetto le scelte altrui ma dare il segnale che il nostro Paese rispetta tutti gli impegni è una cosa positiva".

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Il Senato darà il via libera al Ddl lavoro "stanotte. Abbiamo aspettato vent'anni, non e' un problema aspettare qualche ora ma il risultato lo porteremo a casa". Così ha concluso il premier.

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