giovedì 18 febbraio 2010

Aragoste in elicottero


di Concita De Gregorio (Direttore de l'Unità, 17 febbraio 2010)

La Corte dei Conti mostra che la corruzione in Italia è aumentata del 229 per cento nell'ultimo anno. Che «mancano gli anticorpi nella Pubblica amministrazione». Il principio di responsabilità. Non occorreva aspettare la relazione della Corte per conoscere la differenza che corre tra un cittadino che deve chiedere un'autorizzazione qualsiasi e una ditta appaltatrice che senza vincoli si aumenta i compensi di 70 milioni con un tratto di penna. Non serve, come tranquillamente chiede Guido Bertolaso, che i Ros lo avvisino di un'indagine in corso per sapere che le persone con cui si passano le mattine di festa e le giornate al telefono sono al centro di un cancro di corruzione in metastasi. Bastava aver letto il «Termitaio» di Statera, qualche inchiesta. Bastava aver controllato. Il governatore di Sardegna Cappellacci, Denis Verdini e l'imprenditore Fusi parlano di aragoste da andare a prendere in elicottero. Non è un reato, no. Però fra le aragoste in elicottero e i lavoratori dell'Alcoa sulle gru due chilometri più il là c'è l'abisso che separa i poveri cristi dal clubbino. Per smantellarlo, ammesso che si possa, servono regole e uomini nuovi. «L'emergenza come forma di governo», scrive Luigi Manconi, produce mostri. Usciamo dall'emergenza e dall'ipocrisia: i cognati, le mogli e i fratelli non ci crede nessuno che siano lì perché sono i migliori. Anche "chi non fa non sbaglia" non giustifica. Si può fare e far bene. L'Italia sconosciuta è piena di gente così. La protezione civile anche. È la cupola che si fa gli affari suoi. I superpotenti dotati di superpoteri. I supereroi per decreto. Meno aragoste. Meno poteri speciali. Meno uomini della Provvidenza. A L'Aquila quelli che ridevano hanno avuto i lavori. Meno menzogne, meno grandi eventi. Più piccoli eventi per tutti: un lavoro, una casa, una scuola, una giusta sanzione.

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