lunedì 22 novembre 2010

Il taglio al "5 per mille" colpirà 4.000 associazioni e enti dell'Emilia-Romagna. Il PD chiede che il Governo faccia un passo indietro e ascolti il mondo del volontariato


In Emilia Romagna il taglio del "5 per mille", contenuto nella legge di stabilita' del Governo, colpirà 4.000 enti. L'allarme è stato lanciato oggi dal consigliere regionale del PD Antonio Mumolo che chiede al Governo di "fare un passo indietro e ascoltare il mondo del volontoriato, di coloro che tutti i giorni sono al fianco dei più fragili".
"Più di una volta - afferma Mumolo - Tremonti ha parlato di restituire valore e risorse al Terzo settore come forma d'investimento per lo Stato e non come voce di costo. Oggi, ad oltre 5 anni dalla sua approvazione, il 5 per mille non solo non è diventato una legge fiscale dello Stato, così come accaduto in altri 12 Paesi europei, ma viene anche drasticamente ridimensionato, con buona pace degli oltre 15 milioni di cittadini che ogni anno hanno scelto questa opportunità e delle circa 30 mila organizzazioni del non profit impegnate nell'assistenza, nella promozione culturale e nella ricerca scientifica, che ne hanno potuto usufruire."
Più in dettaglio, secondo la Direzione regionale dell'Agenzia delle entrate, fa sapere Mumolo, in Emilia Romagna ad oggi ci sono 3.829 soggetti che possono ricevere il '5 per mille': 881 a Bologna, 484 a Modena, 454 a Parma, 306 a Piacenza, 349 a Ravenna, 478 a Reggio Emilia, 232 a Rimini, 394 a Forlì-Cesena e 251 in Provincia di Ferrara. A questi - conclude il consigliere del PD - occorre aggiungere i 348 Comuni dell'Emilia Romagna che destinano i fondi ricavati dal cinque per mille 2010 ad attività con scopi e finalità sociali.

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