Evadere le tasse? E’ un reato
Bisogna dirla così, né
più né meno. Evadere il fisco e la contribuzione è un reato, perché vuol dire
derubare la società, vuol dire ricevere servizi a spese altrui, vuol dire falsare
il mercato e le regole della concorrenza. Di furbo non c’è proprio nulla. E la
lotta all’evasione fiscale non è né di destra né di sinistra, esattamente come
non è né di destra né di sinistra rispettare i limiti di velocità, non
parcheggiare in divieto di sosta o rispettare l'orario di lavoro… Ma - per restare all'evasione fiscale - è un fatto che la destra italiana abbia smontato
le norme che potevano combatterla e abbia approvato leggi che l’hanno
– di fatto - incoraggiata.
Non c’è nulla da
indignarsi o da applaudire. Sono cose che vanno fatte, ma non è solo su questo che si
può basare la lotta all’evasione. Il governo Prodi aveva varato una norma - poi
abolita da Berlusconi e Tremonti - che consentiva di chiudere anche
temporaneamente le attività che non davano ricevute e scontrini. Di questi
controlli se ne facevano 60-70mila l’anno. Negli ultimi anni sono stati di
fatto eliminati: ne sono stati fatti meno di 4000.
Lotta
all’evasione = tracciabilità
Per contrastare l’evasione fiscale bisogna creare le condizioni per avere una tracciabilità effettiva di tutti i redditi. In altre parole, conoscere quello che accade nell’economia. Così come sono tracciati gli stipendi dei lavoratori dipendenti, devono essere tracciati anche gli altri redditi.
Per contrastare l’evasione fiscale bisogna creare le condizioni per avere una tracciabilità effettiva di tutti i redditi. In altre parole, conoscere quello che accade nell’economia. Così come sono tracciati gli stipendi dei lavoratori dipendenti, devono essere tracciati anche gli altri redditi.
La stragrande
maggioranza delle transazioni avviene a cifre molto basse. Bisogna quindi
ritornare alla norma introdotta dal Governo Prodi nel 2006-2008 che stabiliva il
divieto del pagamento in contanti ai
professionisti per importi superiori ai 100 euro. Poi ripristinare il
fondamentale elenco clienti e fornitori, abolito da Tremonti. Infine, la
trasmissione telematica dei corrispettivi dei negozi al fisco. Insomma, i controlli
efficaci sono possibili e tutti devono comprendere che è più conveniente comportarsi
correttamente. In altre parole serve la dissuasione.
Lotta all’evasione = dissuasione
…perché la
dissuasione funziona! Ha già funzionato quando il centrosinistra ha governato:
dal 1996 al 2000 l’evasione Iva si è ridotta di 10 punti, nel 2007 sempre
sull’Iva c’è stato il livello di evasione più basso della storia d’Italia, poi
ovviamente risalito.
E poi bisogna
cambiare il modo di operare dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di
Finanza. I “contribuenti a rischio” (4,5 milioni!) vanno seguiti uno per uno e
anno per anno, perché ormai le informazioni delle banche dati ci sono.
Il sistema “Serpico” può aiutare nel compito. Lo ha realizzato il ministro Vincenzo Visco dodici anni fa e Berlusconi e Tremonti o non l’hanno utilizzato o ne hanno fatto un pessimo uso. Adesso il governo Monti ha reso possibile l’uso dei dati delle banche. E' una decisione importante, ma non serve la miriade di singole transazioni, che rallenterebbero pesantemente il lavoro di controllo. I risultati di sintesi sarebbero più che sufficienti.
Il sistema “Serpico” può aiutare nel compito. Lo ha realizzato il ministro Vincenzo Visco dodici anni fa e Berlusconi e Tremonti o non l’hanno utilizzato o ne hanno fatto un pessimo uso. Adesso il governo Monti ha reso possibile l’uso dei dati delle banche. E' una decisione importante, ma non serve la miriade di singole transazioni, che rallenterebbero pesantemente il lavoro di controllo. I risultati di sintesi sarebbero più che sufficienti.
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