venerdì 20 gennaio 2017

Come funziona il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo nell'Unione della Romagna Faentina

Il Presidente dell'ASP della Romagna Faentina, Massimo Caroli, in questa nota - necessariamente lunga, per dettagliare la realtà della situazione - dà conto di come si svolge l'accoglienza dei profughi richiedenti asilo nel nostro territorio e l'attività di mediazione linguistico-culturale. Lo fa per smontare le strumentalizzazioni, la vera e propria campagna allarmisitica e di disinformazione messa in atto dalla Lega Nord, spalleggiata in questo dal giornalismo squadrista di "Rete 4"

La scoperta sconcertante dei numeri e dei dati che sarebbero emersi dai documenti dell’Asp richiesti dal Consigliere Comunale Padovani (Lega Nord, Faenza - ndr) ed al medesimo trasmessi, dai quali “si evince come Faenza non sia più in grado di accogliere”, è, a sua volta, abbastanza sconcertante.
Sconcertante perché numeri e dati ai quali si fa riferimento risultano chiaramente da una sequela di atti pubblici degli organi dell’Unione e dell’Asp adottati nell’arco di un anno (da novembre 2015 a novembre 2016), ricostruendo in modo esplicito e trasparente tutti i passaggi del sistema di accoglienza della Romagna Faentina e tutti gli strumenti utilizzati per l’attuazione di questo.
E si evince comunque come Faenza non sia più in grado di accogliere proprio da questi numeri e dati, da mesi di dominio pubblico, e non da situazioni di criticità o da problematiche concrete collegate all’accoglienza, segnalate o verificate nel nostro territorio.
Sembra quasi di tornare alla “gazzara” dello scorso agosto, quando, di fronte alla scelta dell’Unione della Romagna Faentina di utilizzare quale struttura temporanea di accoglienza, non una tendopoli o un campo container, ma parte del quarto piano della Residenza Il Fontanone, al momento pronto, disponibile ed inutilizzato, qualcuno denunciò a stampa e televisione che si sarebbero ricoverati i richiedenti protezione internazionale insieme agli anziani, mettendo a rischio i servizi residenziali e semiresidenziali presenti nella struttura e la salute stessa degli ospiti.
A circa sei mesi dall’inaugurazione della struttura temporanea del Fontanone ormai tutti sanno come è andata, con una compresenza senza alcuna interferenza e senza alcuna lamentela da parte degli anziani, dei famigliari e degli operatori, ed anzi, da tre mesi, con progressivo inserimento dei ragazzi stranieri in numerosi servizi e numerose attività della casa, che li hanno portati a contatto con anziani ed operatori. Una presenza amica e non solo una presenza invisibile.
Quello del Fontanone è solo un caso esemplare, probabilmente il più eclatante e quello che ha avuto maggiore “visibilità”, ma non un caso isolato, per il consapevole impegno di tutti gli attori coinvolti (Prefettura, enti locali della Romagna Faentina e soggetti gestori), fin dalle origini del fenomeno migratorio in dimensione massiccia, volto a realizzare un sistema di accoglienza diffusa, esteso a tutti i Comuni del territorio, e fondato su strutture di accoglienza medio-piccole; quel sistema di accoglienza diffusa che è al centro dell’accordo siglato pochi giorni or sono tra ANCI e Ministero dell’Interno.

Andiamo nel dettaglio dei numeri dell’accoglienza.
Per l’anno 2017 l’Unione della Romagna Faentina ha confermato il sistema di coordinamento territoriale dell’accoglienza, istituito a novembre 2015, in considerazione della risposta positiva da questo fornita sul piano dell’efficacia, della qualità, dell’integrazione e dell’impatto sociale, confermando all’Asp della Romagna Faentina il ruolo di ente coordinatore.
Per l’anno 2017 il sistema di coordinamento territoriale dovrà garantire la disponibilità di 353 posti di accoglienza: di questi, 252 derivano dalle successive richieste di incremento alla disponibilità originariamente garantita con la convenzione tra Prefettura di Ravenna ed Asp del 16 novembre 2015; gli ulteriori 101 posti, già attivati da soggetti gestori selezionati dalla Prefettura nel corso del 2015 ed oggetto di autonome convenzioni tra i gestori e la stessa Prefettura, scadute il 31 dicembre 2016, dal 1 gennaio 2017 confluiscono all’interno del sistema di coordinamento territoriale, restando comunque la gestione di tali strutture e tali posti in capo agli originari soggetti gestori.
Ad oggi, dei 252 nuovi posti da rendere disponibili, 225 sono già attivati e coperti.

Chi gestisce questi posti? A partire dall’avviso pubblico in data 21 gennaio 2016, Asp, nel suo ruolo di soggetto coordinatore, ha avviato la ricerca di soggetti in grado di garantire il servizio di accoglienza in strutture messe a disposizione dagli stessi per coprire fino alla totalità dei posti che il nostro territorio si era impegnato a rendere disponibili. Tuttavia la procedura ad evidenza pubblica ha dato risposte molto limitate e parziali, che hanno portato alla copertura, nel corso dell’intero 2016, di 85 posti di accoglienza, resi disponibili da sette soggetti gestori che hanno aderito all’avviso pubblico.
Pertanto Asp, oltre al ruolo di coordinamento assegnatole dall’Unione, si è venuta a trovare e si trova tuttora nella necessità di assumere in modo significativo anche un ruolo ed una funzione di gestione diretta di strutture/posti di accoglienza. Alla data odierna, i posti gestiti direttamente da Asp sono 140.
 
Come Asp ha affrontato la gestione diretta dell’accoglienza.
L’approccio ad un servizio non pianificato strategicamente, ma resosi necessario in poche settimane in modo crescente, è stato necessariamente progressivo.
I primi 30 posti sono stati attivati con la forma del gruppo appartamento, in unità abitative da 4 a 8 posti, gestiti da Asp con personale proprio supportato con attività (educative e mediazione linguistico-culturale) fornite da un prestatore di servizio qualificato.
Successivamente, la struttura di Pieve Corleto, di medie dimensioni, per complessivi 40 posti, è stata gestita con personale Asp supportato con attività (educative, mediazione linguistico-culturale, presidio della struttura H24) fornite da altro prestatore di servizio qualificato.
Nel mese di giugno, alla vigilia del periodo dell’anno a maggior rischio di nuovi massicci arrivi, si è inteso affrontare quello che di fatto si era venuto a caratterizzare come un nuovo servizio aziendale, con concrete prospettive di ulteriore incremento quantitativo, in modo più strutturato ed unitario, attraverso un intervento sull’assetto organizzativo dell’Asp, che consentisse di utilizzare competenze presenti anche nel nuovo ambito di attività, ed una contestuale ricognizione di competenze specialistiche comunque indispensabili, non presenti all’interno dell’organico aziendale e da acquisire all’esterno.
La gestione diretta dell’accoglienza (oltre ai servizi richiesti dalla normativa in materia, quali servizi di gestione amministrativa, servizi alberghieri, servizi per l’integrazione, ecc.) significa soprattutto prendere in carico gruppi di persone, di volta in volta assegnate al nostro territorio, di nazionalità diverse, spesso di etnie diverse anche se della stessa nazionalità, con lingue diverse, con culture diverse.

I mediatori linguistico-culturali: come stanno le cose
E’ stato quindi necessario, per poter costruire un “servizio da accoglienza” dell’Asp, ricercare chi fosse in grado di prendere in carico queste persone, di dialogare con loro conoscendone lingua o dialetto, di avviare l’insegnamento della lingua italiana e l’orientamento alle regole dell’accoglienza e della convivenza in Italia, di raccoglierne le storie e le memorie per la Commissione, cominciando contestualmente a lavorare sul progetto di vita, di relazionarsi oltre che con i richiedenti ospitati anche con le istituzioni, con le associazioni e con le diverse componenti della società civile in funzione dei progetti di attività socialmente utili che sono una componente fondamentale dell’accoglienza e dell’integrazione, ed avesse esperienze di gestione dell’accoglienza e di insegnamento a cittadini stranieri.
Il dott. Faye Serigne Saliou, mediatore linguistico-culturale, ma non solo, ci consente di acquisire le competenze specialistiche non presenti all’interno del nostro organico, percependo un compenso lordo (comprensivo anche delle spese) assimilabile a quello del responsabile di un servizio (ed in effetti un servizio nuovo lo abbiamo, ma non abbiamo alcun responsabile del medesimo), con un’attività mensile, documentata e verificata, quantitativamente impressionante, estesa a tutte le 24 ore, inclusi festivi e prefestivi (perché queste sono le esigenze del servizio di accoglienza, che richiede la presenza ed interventi H24, non sempre compatibili con le norme contrattuali del pubblico impiego che disciplinano e a volte limitano la possibilità di utilizzo del nostro personale dipendente).
Tra l’altro il dott. Faye Serigne Saliou rappresenta un valore aggiunto anche per l’attività di coordinamento, svolgendo interventi formativi ed approfondimenti tematici a beneficio dei soggetti gestori coordinati da Asp e del personale Asp, e per la gestione diretta di Asp col supporto di prestatori di servizio, svolgendo per conto di Asp nei confronti di questi ultimi la supervisione educativo-metodologica.
Il sig. Sambou Djallo, dal mese di novembre 2016, a seguito del forte incremento dei posti in gestione diretta, affianca il dott. Faye con attività a supporto nelle strutture di accoglienza ed affianca il servizio tecnico Asp nelle attività logistiche a beneficio delle strutture di accoglienza, percependo un compenso lordo corrispondente al trattamento base di un operatore manutentore (senza alcun trattamento o indennità aggiuntiva).
La revisione dell’assetto organizzativo dell’Asp e l’acquisizione di competenze specialistiche esterne hanno consentito di poter utilizzare in funzione del nuovo servizio 7 unità di ruolo Asp; di poter assorbire senza criticità, da agosto a fine 2016, la gestione diretta di 5 nuove strutture di accoglienza per complessivi 70 posti.
Gli incarichi affidati stanno dando pienamente i risultati attesi, tra l’altro con strumenti contrattuali “leggeri”, compatibili con un nuovo servizio di grande impegno e responsabilità, ma di durata incerta, e con la prospettiva che possa al più presto contrarsi piuttosto che espandersi ulteriormente.

Faenza, 17 gennaio 2017

IL PRESIDENTE
Dott. Caroli Massimo

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