domenica 21 febbraio 2010

Scudo fiscale: non è solo una vergogna, è anche una bugia


Bankitalia "corregge" il Tesoro sui rimpatri effettivi: il 60% resta all'estero. 50 miliardi sanati senza essere trasferiti: di questi, 35 rimangono in Svizzera

Sorpresa sullo scudo fiscale: i soldi rientrati sono molti meno di quanto annunciato.
Meno della metà dei 95 miliardi, frutto dell'operazione "scudo fiscale 1" conclusa il 15 dicembre dello scorso anno, sono rientrati "sonanti" in Italia e saranno a disposizione del rilancio del Paese come era nelle intenzioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
I denari, le azioni e le obbligazioni che i beneficiari dello scudo fiscale hanno riportato materialmente in Italia, smobilitando le attività estere e convertendole in contante, ammontano per la precisione a 34,9 miliardi, ovvero al 41 per cento degli 85 miliardi totalizzati complessivamente dalla prima fase dello scudo (si arriva a 95 solo tendendo conto di oro e gioielli, delle microperazioni e dei rientri differiti per particolari ostacoli procedurali).
Il nuovo quadro è assai meno ottimistico di quello accreditato dal Tesoro in un comunicato della fine dello scorso anno che parlava di "rimpatri effettivi" pari al 98 per cento dei 95 miliardi "scudati".
A rendere possibile un bilancio più approfondito e veritiero dell'operazione scudo fiscale sono stati i dati diffusi nei giorni scorsi dalla Banca d'Italia.
Per capire come sono andate effettivamente le cose bisogna considerare che le strade che consentono di aderire allo scudo fiscale sono tre: la regolarizzazione (si tengono i capitali all'estero presso un intermediario straniero e si denunciano al fisco); il rimpatrio giuridico, cioè si lasciano i capitali investiti in attività estere ma li si affida in gestione ad un intermediario italiano; ed infine il rimpatrio con liquidazione: ovvero si vendono le attività estere e si portano fisicamente i soldi in Italia. Come è evidente, solo quest'ultima versione dello scudo mette a disposizione denaro fresco per la nostra economia in crisi: ovvero i 34,9 miliardi classificati dalla Banca d'Italia. Le prime due, "regolarizzazione" e "rimpatrio giuridico", sono state invece le più gettonate e hanno raccolto il 60 per cento dei consensi di evasori ed esportatori di capitali pari 50,2 miliardi.
La versione dell'operazione-rimpatrio, che veniva descritta dal Tesoro come "uno straordinario successo, segno di forza della nostra economia e di fiducia dell'Italia", appare per quello che è: un grande regalo agli evasori, un modo immorale di "fare cassa", un insulto a chi - lavoratori e imprese - le tasse le paga, pagando il dovuto. A loro, agli evasori, è bastato pagare il 5%... per sanare ogni illegalità e lasciare i soldi all'estero!

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