martedì 6 aprile 2010
Respinto al mittente
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rinviato al Parlamento il ddl lavoro per le norme, in esso contenute, e che porterebbero tra l’altro all’aggiramento dell’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori. In una nota il Quirinale chiede alle Camere, a norma dell'articolo 74 della Costituzione, una nuova deliberazione sul provvedimento. “Il Capo dello Stato - motiva la nota - è stato indotto a tale decisione dalla estrema eterogeneità della legge e in particolare dalla complessità e problematicità di alcune disposizioni - con specifico riguardo agli articoli 31 e 20 - che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale”.
Napolitano ha perciò ritenuto “opportuno un ulteriore approfondimento da parte delle Camere, affinché gli apprezzabili intenti riformatori che traspaiono dal provvedimento possano realizzarsi nel quadro di precise garanzie e di un più chiaro e definito equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale”. Il presidente della Repubblica, quindi, pur in un apprezzabile quadro riformatore benché estremamente eterogeneo, chiede che le Camere individuino “precise garanzie” e un equilibrio tra legislazione, contrattazione collettiva e contratto individuale “più chiaro e definito”.
Il PD dell’Emilia-Romagna ha diffuso un volantino che denuncia come PdL e Lega Nord, con il DDL Lavoro, vogliono limitare diritti e tutele dei lavoratori; privare le imprese di riferimenti certi sul costo e sull’organizzazione del lavoro; indebolire la contrattazione collettiva e la sua funzione di regolazione sociale. Si indicano poi gli obiettivi del PD: affrontare le vere emergenze del lavoro; ammortizzatori sociali per tutti; sostegno dell’occupazione e del reddito; sostegno alle imprese per uscire dalla crisi.
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