sabato 3 novembre 2012

Le candidature del M5S al parlamento? Le decideranno Grillo e Casaleggio. Altro che la rete!

"Le regole per le candidature del M5S alle politiche 2013 sono state calate dall'alto, decise dallo staff con un comunicato politico sul blog, in assenza di confronto con gli iscritti e di votazioni". Torna a puntare il dito sulla democrazia interna al Movimento il consigliere comunale ferrarese Valentino Tavolazzi, il primo espulso via blog da Beppe Grillo ma rimasto col cuore a 5 Stelle.
Le nuove 'primarie' per scegliere i candidati al Parlamento fra i non eletti in comuni o regioni? Sono "un'operazione verticistica, che viola l'art.4 del Non Statuto e che ha escluso i tanti gruppi M5S sul territorio, gli attivisti non candidati e che pare non prevedere possibilità di condivisione e discussione. Non esistono, inoltre, garanzie di controllo e trasparenza sulle operazioni di voto e sui risultati elettorali, gestite dalla Casaleggio ed Associati, che non di rado ha censurato post o commenti nel blog e nel portale".

Così, in Parlamento andranno i nominati cinque stelle' magari non più attivi, bloccando "la candidatura a cittadini M5S, che pur dedicando tempo e impegno al progetto, per ragioni varie non hanno potuto o voluto candidarsi' e così, inoltre, 'molti territori non potranno presentare liste M5S. Ora viene agitato l'alibi del ritardo - prosegue Tavolazzi - e si danno quattro giorni per accettare una candidatura al Parlamento, graziosamente offerta tramite mail personale a firma dello staff, mentre il non statuto riconosce alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo".
"Abbiamo creduto al progetto politico in cui 'uno vale uno' - ricorda - ed alle promesse di democrazia diretta del non statuto. Abbiamo atteso per anni un portale che consentisse di votare programma e candidati. Ci ritroviamo invece in un Movimento che, in nome di uno straordinario risultato elettorale, calpesta i più basilari principi democratici, trascura qualsiasi progetto formativo e allontana le persone che si dimostrarono preziose nella costruzione del M5S quando aveva zero elettori, ma ora, raggiunti i numeri elettorali, diventano superflue per parlare alla pancia degli italiani".
Il riferimento, esplicito, è anche ai due consiglieri regionali dell'Emilia-Romagna bacchettati più volte dal blog - Andrea Defranceschi e Giovanni Favia ('sfiduciato' ma non espulso da Grillo) - e al nuovo bersaglio bolognese del fondatore del M5S, la consigliera comunale Federica Salsi 'rea' di essere andata a un talk show.

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