mercoledì 23 gennaio 2013

Fassina incalza Tremonti

Stefano Fassina
«Tremonti è un vigliacco». Duro scambio di accuse tra Stefano Fassina e l'ex ministro del Tesoro, a Mattino Cinque. Dalla patrimoniale alla riforma del lavoro, il responsabile economico dei Democratici incalza Tremonti che replica a muso duro.

«Non vogliamo aggiungere alcuna imposta patrimoniale. Noi diciamo che l'imposta patrimoniale c'è già. Si chiama Imu e la vogliamo redistribure, eliminandola per coloro che hanno abitazioni di valore medio e di valore basso con una detrazione fino a 500 euro. E caricandola di più sui grandi patrimoni», chiarisce l'esponente dei Democratici.

Tremonti, che premette di «non voler polemizzare con quel personaggio», spara a palle incatenate. Imputa al PD, di concerto con Monti, la volontà di istituire la nuova tassa, «è a pagina 5 dell'agenda Monti», dice. E accusa i Democratici di «aver appoggiato il governo Monti con 50 fiducie».
«Il professor Tremonti manifesta ancora una volta tutta la irresponsabilità del governo di cui ha fatto parte», è la replica del giovane economista, secondo il quale l'ex ministro «prima ha portato la nave sugli scogli e ora si tira fuori come se non avesse governato». Quelle di Tremonti sono «sciocchezze», «invenzioni», dette da chi vuol far dimenticare di essere «stato al governo di questo Paese per 8 anni durante i quali l'Italia è scesa al punto minimo di Pil e fino al 2011, quando si è raggiunto il massimo dello spread».

La discussione si sposta subito sulle responsabilità della situazione attuale, che, spiega Tremonti, «è la peggiore della storia repubblicana». Per l'ex ministro vicino alla Lega «bisognava votare nel 2011. Voi del Pd- dice senza mezze parole- non avete avuto il coraggio di portare il Paese al voto. E avete dato 50 volte la fiducia a Monti».
Fassina non ci sta: «I provvedimenti del professore Monti- osserva- non sarebbero passati senza i voti del Pdl a cui lei vigliaccamente si è sottratto», sibila. Tremonti sposta l'attenzione sulla riforma del lavoro. «Sono orgoglioso di non aver mai votato i provvedimenti di Monti e di aver sempre contestato anche la riforma Fornero che ha fatto del male all'Italia. La prima cosa che farei è togliere i contratti della Fornero, che sono una boiata pazzesca».
Per Fassina è il colmo. Il dirigente del Pd ribadisce la necessità di «concordare con l'Europa investimenti innovativi attraverso il concorso di risorse pubbliche e private in deroga alla rigida disciplina di bilancio che sta soffocando le economie» e indica nella «redistribuzione del reddito, anche per via fiscale, una condizione fondamentale per sostenere le stesse imprese». E a Tremonti, rinfaccia la responsabilità dell'Imu, «che va a finanziare le banche tedesche perchè lui e Berlusconi hanno portato lo spread a 500. È inaccettabile - dice Fassina - la faccia tosta con la quale vi presentate, come foste dei marziani».

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