LA POPOLAZIONE ITALIANA INVECCHIA E LE FAMIGLIE SPESSO SI TROVANO SOLE DI FRONTE AI PROBLEMI DI CURA DEI NON AUTOSUFFICIENTI.
COME PENSATE DI AFFRONTARE QUESTO TEMA?
IN ITALIA LE NASCITE SONO IN CALO, IL 25 % DEI FIGLI NASCE FUORI DAL
MATRIMONIO, E LE FAMIGLIE MONOREDDITO CON PIÙ FIGLI SONO QUELLE
MAGGIORMENTE ESPOSTE ALL'IMPOVERIMENTO.
COSA PENSATE DI FARE?
L'ITALIA È UNO DEI POCHI PAESI A NON
AVERE UNA MISURA DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ,
COSA PENSATE DI FARE?
SARANNO MAI GARANTITI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE?
CHE RUOLO HA IL TERZO SETTORE NEL VOSTRO PROGRAMMA?
QUALI SONO LE VOSTRE PROPOSTE PER LE PERSONE DISABILI?
LA POPOLAZIONE ITALIANA INVECCHIA E LE FAMIGLIE SPESSO SI TROVANO SOLE DI FRONTE AI PROBLEMI DI CURA DEI NON AUTOSUFFICIENTI.
COME PENSATE DI AFFRONTARE QUESTO TEMA?
L'allungamento della durata della vita è un risultato
positivo ma pone nuove esigenze di cui
la politica deve farsi carico. Con il Governo Prodi
avevamo avviato la sperimentazione di un fondo
per la non autosufficienza che ha prodotto
molte innovazioni e buone pratiche in Italia, con
servizi innovativi e sostegno alle famiglie che assolvono
il carico di cura. Questa esperienza è
stata interrotta dal Governo Berlusconi che ha
cancellato il fondo e solo con l'ultima legge di
stabilità siamo tornati a invertire la rotta con un
primo, parziale finanziamento. Ma l'Italia ha bisogno
di dotarsi di un piano ed una politica nazionale
come è stato fatto negli altri Paesi europei.
Pensiamo ad un sistema integrato tra sociale
e sanitario che valorizzi l'indennità di accompagnamento
promuovendo un sistema di servizi
di cura personalizzato e graduato in base al
livelli di gravità e alla situazione economica familiare,
promuovendo, là dove possibile l'assistenza
domiciliare che garantisca il permanere
della persona anziana nel suo ambiente naturale
e relazionale.
IN ITALIA LE NASCITE SONO IN CALO, IL 25 % DEI FIGLI NASCE FUORI DAL MATRIMONIO, E LE FAMIGLIE MONOREDDITO CON PIÙ FIGLI SONO QUELLE MAGGIORMENTE ESPOSTE ALL'IMPOVERIMENTO.
COSA PENSATE DI FARE?
La natalità e la stabilità delle famiglie devono
tornare ad essere una priorità per il Paese.
Questo
si può realizzare solo leggendo i fattori di
fragilità e che ritardano le scelte di vita dei giovani
e sostenendo la vita delle famiglie già costituite.
Per questo la nascita e la crescita dei
bambini deve tornare ad essere compatibile con
l'attività lavorativa di genitori ed economicamente
sostenibile, vogliamo prevedere incentivi
per il rientro al lavoro delle neo mamme, l'incremento
della diffusione degli asili nido, servizi
per sostenere le famiglie in difficoltà e misure
fiscali che riconoscano il carico familiare.
Prevediamo
inoltre l'istituzione del tribunale per la famiglia
radicato su tutti i territori.
L'ITALIA È UNO DEI POCHI PAESI A NON
AVERE UNA MISURA DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ,
COSA PENSATE DI FARE?
Tra gli obiettivi dimenticati di Europa 2020 c'era
l'impegno per l'Italia di diminuire di oltre due
milioni il numero delle persone in povertà assoluta.
In questi anni abbiamo assistito al contrario
ad un lieve incremento e allo scivolamento di
ampie face della popolazione in condizioni di
povertà relativa. Per invertire la rotta è necessario
un vero e proprio piano di contrasto alla povertà
articolato su due livelli: l'istituzione di quello che
abbiamo chiamo reddito di solidarietà attiva,
ovvero la costruzione di un patto sociale che
tiene insieme risorse per garantire la sopravvivenza
e un progetto di reinserimento sociale caratterizzato
da impegno nella frequenza scolastica
per i minori e formazione e reinserimento
lavorativo per gli adulti. Al tempo stesso sarà
utile investire sui cosiddetti vulnerabili ovvero
persone esposte all'impoverimento che sostenute
nella fase critica ( perdita lavoro, problemi salute,
perdita casa ecc) possono agevolmente tornare
ad una condizione di autonomia.
SARANNO MAI GARANTITI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE?
Le risposte giustamente differenziate delle varie
realtà territoriali non possono cancellare l'esigenza
di definire una soglia minima di diritti
esigibili che assicurino una vita dignitosa alle
persone indipendentemente dal luogo in cui nascono
o vivono. Un obiettivo da perseguire con
gradualità, ma anche con determinazione.
CHE RUOLO HA IL TERZO SETTORE NEL VOSTRO PROGRAMMA?
Il terzo settore non può essere ridotto ad un sostituto
a basso costo dello Stato che arretra né
può essere abbandonato a pure logiche di mercato
e concorrenza. Vogliamo valorizzare questo
suo essere terzo cogliendone i fattori solidaristici,
partecipativi e non lucrativo che ne fanno il nostro
migliore alleato nella ricostruzione del Paese
e nella promozione di un sano protagonismo
delle persone e delle comunità locali. Proprio
per questo volontariato, associazionismo di promozione
sociale e cooperazione sociale sono
stati nostri costanti interlocutori nella costruzione
del progetto di “Italia. Bene comune” e vogliamo,
insieme a loro, realizzare l’Italia giusta.
Tra le proposte, la stabilizzazione del 5x1000 e
al rilancio del Servizio Civile come opportunità
di difesa non armata e non violenta della Patria
assicurandone una programmazione pluriennale.
QUALI SONO LE VOSTRE PROPOSTE PER LE PERSONE DISABILI?
Le persone con disabilità hanno diritto di avere un loro progetto
di vita. Sotto la parola disabilità vi sono
condizioni molto diverse e hanno bisogno di risposte
diverse. Occorre inserire norme più dure
verso chi compie false certificazioni e potenziare
la relazione di presa in carico del disabile da
parte dei servizi territoriali in modo da garantire
un costante monitoraggio.
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