giovedì 21 febbraio 2013

Le domande dei cittadini. SOCIALE E TERZO SETTORE

LA POPOLAZIONE ITALIANA INVECCHIA E LE FAMIGLIE SPESSO SI TROVANO SOLE DI FRONTE AI PROBLEMI DI CURA DEI NON AUTOSUFFICIENTI. COME PENSATE DI AFFRONTARE QUESTO TEMA?
IN ITALIA LE NASCITE SONO IN CALO, IL 25 % DEI FIGLI NASCE FUORI DAL MATRIMONIO, E LE FAMIGLIE MONOREDDITO CON PIÙ FIGLI SONO QUELLE MAGGIORMENTE ESPOSTE ALL'IMPOVERIMENTO. COSA PENSATE DI FARE?
L'ITALIA È UNO DEI POCHI PAESI A NON AVERE UNA MISURA DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ, COSA PENSATE DI FARE?
SARANNO MAI GARANTITI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE?
CHE RUOLO HA IL TERZO SETTORE NEL VOSTRO PROGRAMMA?
QUALI SONO LE VOSTRE PROPOSTE PER LE PERSONE DISABILI?



LA POPOLAZIONE ITALIANA INVECCHIA E LE FAMIGLIE SPESSO SI TROVANO SOLE DI FRONTE AI PROBLEMI DI CURA DEI NON AUTOSUFFICIENTI. COME PENSATE DI AFFRONTARE QUESTO TEMA?

L'allungamento della durata della vita è un risultato positivo ma pone nuove esigenze di cui la politica deve farsi carico. Con il Governo Prodi avevamo avviato la sperimentazione di un fondo per la non autosufficienza che ha prodotto molte innovazioni e buone pratiche in Italia, con servizi innovativi e sostegno alle famiglie che assolvono il carico di cura. Questa esperienza è stata interrotta dal Governo Berlusconi che ha cancellato il fondo e solo con l'ultima legge di stabilità siamo tornati a invertire la rotta con un primo, parziale finanziamento. Ma l'Italia ha bisogno di dotarsi di un piano ed una politica nazionale come è stato fatto negli altri Paesi europei.
Pensiamo ad un sistema integrato tra sociale e sanitario che valorizzi l'indennità di accompagnamento promuovendo un sistema di servizi di cura personalizzato e graduato in base al livelli di gravità e alla situazione economica familiare, promuovendo, là dove possibile l'assistenza domiciliare che garantisca il permanere della persona anziana nel suo ambiente naturale e relazionale.
IN ITALIA LE NASCITE SONO IN CALO, IL 25 % DEI FIGLI NASCE FUORI DAL MATRIMONIO, E LE FAMIGLIE MONOREDDITO CON PIÙ FIGLI SONO QUELLE MAGGIORMENTE ESPOSTE ALL'IMPOVERIMENTO. COSA PENSATE DI FARE?
La natalità e la stabilità delle famiglie devono tornare ad essere una priorità per il Paese.
Questo si può realizzare solo leggendo i fattori di fragilità e che ritardano le scelte di vita dei giovani e sostenendo la vita delle famiglie già costituite.
Per questo la nascita e la crescita dei bambini deve tornare ad essere compatibile con l'attività lavorativa di genitori ed economicamente sostenibile, vogliamo prevedere incentivi per il rientro al lavoro delle neo mamme, l'incremento della diffusione degli asili nido, servizi per sostenere le famiglie in difficoltà e misure fiscali che riconoscano il carico familiare.
Prevediamo inoltre l'istituzione del tribunale per la famiglia radicato su tutti i territori.
L'ITALIA È UNO DEI POCHI PAESI A NON AVERE UNA MISURA DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ, COSA PENSATE DI FARE?
Tra gli obiettivi dimenticati di Europa 2020 c'era l'impegno per l'Italia di diminuire di oltre due milioni il numero delle persone in povertà assoluta.
In questi anni abbiamo assistito al contrario ad un lieve incremento e allo scivolamento di ampie face della popolazione in condizioni di povertà relativa. Per invertire la rotta è necessario un vero e proprio piano di contrasto alla povertà articolato su due livelli: l'istituzione di quello che abbiamo chiamo reddito di solidarietà attiva, ovvero la costruzione di un patto sociale che tiene insieme risorse per garantire la sopravvivenza e un progetto di reinserimento sociale caratterizzato da impegno nella frequenza scolastica per i minori e formazione e reinserimento lavorativo per gli adulti. Al tempo stesso sarà utile investire sui cosiddetti vulnerabili ovvero persone esposte all'impoverimento che sostenute nella fase critica ( perdita lavoro, problemi salute, perdita casa ecc) possono agevolmente tornare ad una condizione di autonomia.
SARANNO MAI GARANTITI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIALE?
Le risposte giustamente differenziate delle varie realtà territoriali non possono cancellare l'esigenza di definire una soglia minima di diritti esigibili che assicurino una vita dignitosa alle persone indipendentemente dal luogo in cui nascono o vivono. Un obiettivo da perseguire con gradualità, ma anche con determinazione.
CHE RUOLO HA IL TERZO SETTORE NEL VOSTRO PROGRAMMA?
Il terzo settore non può essere ridotto ad un sostituto a basso costo dello Stato che arretra né può essere abbandonato a pure logiche di mercato e concorrenza. Vogliamo valorizzare questo suo essere terzo cogliendone i fattori solidaristici, partecipativi e non lucrativo che ne fanno il nostro migliore alleato nella ricostruzione del Paese e nella promozione di un sano protagonismo delle persone e delle comunità locali. Proprio per questo volontariato, associazionismo di promozione sociale e cooperazione sociale sono stati nostri costanti interlocutori nella costruzione del progetto di “Italia. Bene comune” e vogliamo, insieme a loro, realizzare l’Italia giusta.
Tra le proposte, la stabilizzazione del 5x1000 e al rilancio del Servizio Civile come opportunità di difesa non armata e non violenta della Patria assicurandone una programmazione pluriennale.
QUALI SONO LE VOSTRE PROPOSTE PER LE PERSONE DISABILI?
Le persone con disabilità hanno diritto di avere un loro progetto di vita. Sotto la parola disabilità vi sono condizioni molto diverse e hanno bisogno di risposte diverse. Occorre inserire norme più dure verso chi compie false certificazioni e potenziare la relazione di presa in carico del disabile da parte dei servizi territoriali in modo da garantire un costante monitoraggio.

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