
La ferita è profonda. Di quelle che spaccano la città di Napoli. Le fiamme, l'altra notte, hanno quasi interamente distrutto la "Città della Scienza". Era un museo interattivo tra i più apprezzati al mondo ma era anche una speranza di riscatto riuscita.
Il sindaco Luigi De Magistris, lo dice senza riserve: «Mi sembra che dietro le fiamme ci sia una mano criminale». E poi aggiunge: «Napoli è sotto attacco». C'è dolore, in città. Lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso «grande rammarico» sottolineando la necessità di «colmare un grande vuoto». E se l'Unione Europea si dice pronta a valutare il cofinanziamento per la ricostruzione, l'appello è unanime: «Bisogna ripartire, subito».

Sono stati compiuti ulteriori rilievi nell'area coinvolta, oltre 12 mila mq, per cercare tracce di liquido «accelerante».
Oltre al sindaco, anche Roberto Saviano avanza il sospetto: «Da sempre i clan vorrebbero edificare a Bagnoli». Tanti dei 160 lavoratori sono rimasti davanti a quel che resta tutta la notte, in lacrime. Antonio Di Roberto, responsabile sicurezza di "Città della Scienza", racconta di aver ricevuto la prima telefonata relativa alla presenza di fiamme alle ore 21.15 e di essere arrivato sul posto alle 21.30. «Al mio arrivo le fiamme erano già alte e i 12 mila metri quadrati del complesso già completamente avvolti dalle fiamme», racconta, «chiunque sia stato, se l'incendio è doloso, è venuto dal mare». I lavoratori si sono riuniti in assemblea. «Dopo i primi momenti di sgomento, ho capito che si può ripartire», ha detto loro il presidente Silvestrini, «la vera risorsa su cui possiamo contare siete voi». Tanti i sindaci che hanno assicurato solidarietà. Il segretario del PD, Pier Luigi Bersani ha espresso «sgomento e tristezza» e ha auspicato tempi brevi per la ricostruzione, al pari del leader di SEL, Nichi Vendola. E intanto, mentre a Bagnoli si contano i danni, ingentissimi, è partita anche una raccolta fondi.
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