mercoledì 30 settembre 2015

A proposito di accoglienza di chi fugge dalla guerra e dalla fame

Pubblichiamo un intervento di Giacomo Giacometti

Pur considerandomi un inesperto ho chiesto di postare nel blog del Partito Democratico di Casola alcune mie considerazioni che ho maturato in questi tempi osservando il dramma dell’immigrazione che coinvolge l'Europa ed il mondo intero compreso il nostro piccolo Comune.
Ho potuto constatare come gli avvenimenti, anche quelli drammatici, si ripetano e sempre si manifesti sorpresa, impreparazione e pressapochismo nell'affrontarli. Di immigrazioni forzate o spontanee è piena la storia della umanità. Dalle migrazioni bibliche, alla schiavitù, alla ricerca di fonti di lavoro, alle guerre o alle rivoluzioni, tanti sono stati i drammi subiti dalle popolazioni anche quando ragioni pratiche suggerivano spostamenti di massa verso nuove terre.

Ai giorni nostri il fenomeno dell'esodo dall' Africa verso l'Europa ha assunto dimensioni di massa e quello che sorprende è che i Governi dei paesi più ricchi abbiano per lungo tempo fatto finta di niente non preoccupandosi di organizzare risposte che fossero all'altezza del prevedibile fenomeno. Ognuno ha accolto o respinto secondo le proprie esigenze di mano d’opera non preoccupandosi molto degli aspetti umanitari lasciati quasi in toto alla responsabilità dei Governi Mediterranei come l’Italia.
Così è avvenuto nella Europa ricca suscitando speranze o provocando illusioni, favorendo sfruttamento pur di risolvere problemi contingenti.
In quelle condizioni applicare regole per una accoglienza civile o di processi di integrazione è stato problema secondario, perché ha prevalso l'interesse immediato, salvo poi manifestare fastidio quando si incontrano per strada stranieri ancora peggio se di colore.
E' cresciuta cosi la separatezza o la ghettizzazione o il fastidio di accogliere i diversi sistemi di vita o le pratiche religiose differenti dalle nostre.
Quello che è peggio e che ha favorito fenomeni di razzismo disprezzabili, è stata la reazione alla intromissione di movimenti terroristici nel nome della religione Islamica. Fenomeni innaturali che hanno oscurato la prevalente natura pacifica di quella religione. Ciò ha determinato in alcuni, pronti sempre a preconizzare il peggio, il fantasma della fine della civiltà occidentale col prevalere dell'islamismo assetato di vendetta verso una cultura con radici cristiane.
Se questo avvenisse davvero, dovremmo concludere che questa nostra civiltà di cui andiamo fieri ha perso la sue storiche radici ed è diventata troppo facile preda di altre civiltà presenti nel mondo.  Non credo che sarà così, perché ci sarà in tutti il bisogno di incontro ed il dialogo attraverso il quale prevarranno le ragioni della convivenza tra diverse culture, etnie, religioni. Autorità religiose e civili operano in questa direzione da tempo e nel mondo maturano esempi importanti da imitare.
Per governar il fenomeno migratorio e per renderlo ad impatto non drammatico, occorre che la politica si mostri all'altezza e non faccia prevalere gli egoismi nazionali. In Europa purtroppo ci sono stati ritardi condannabili nonostante l'insistente pressione del nostro Governo: è prevalsa una destra di governo di quei Paesi che hanno preferito il respingimento all'accoglienza.
Ci sono ancora troppe sordità ad accettare una politica europea dell'immigrazione che si basi su fondamentali pilastri quali l'accoglienza per il fuggitivo dalle guerre e dalle rivoluzioni violente e l'aiuto a casa loro  per coloro che aspirano ad una vita migliore.
Se in Europa e nel mondo, come è sembrato emergere nella recente Assemblea dell'ONU, auspice anche Papa Francesco, crescerà una alta politica per l'immigrazione si potranno affrontare le conseguenze che ne derivano.
Un ultimo accenno lo riservo al nostro paese che ha vissuto di recente un piccolo shock per l'arrivo di profughi. Vorrei che fossimo sempre sicuri delle nostre positività che hanno sempre fatto superare tante difficoltà a volte anche drammatiche come è quella di essere stati segnati dalla follia del terrorismo con la morte violenta di un nostro concittadino dialogante.

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