Fine del bicameralismo paritario
L’Italia non avrà più due Camere uguali, con identici poteri
e funzioni, così come accade nella maggior parte degli altri Paesi europei.
Iter
legislativo semplificato
Le proposte di legge non rimbalzeranno più per mesi tra
Camera e Senato. Eccetto alcune limitate materie (legislazione enti locali,
norme e accordi con l’Unione Europea, modifiche della Costituzione), spetterà solo alla Camera approvare le leggi.
Il Senato avrà al massimo 40 giorni per discutere e proporre modifiche,
l’ultima parola spetterà comunque alla Camera.
Oltre alla limitazione del ricorso ai decreti legge, viene introdotto
il voto a data certa: il Governo può
chiedere che le proprie proposte di legge, ritenute prioritarie, siano
esaminate entro 70 giorni.
L’iter di approvazione di una legge avrà tempi certi e
ridotti. Meno decreti legge e priorità ai disegni di legge del Governo
considerati essenziali per attuare il programma.
Il nuovo
Senato
Il nuovo Senato rappresenta le Regioni e gli Enti Locali
nelle scelte politiche nazionali, nell’elezione
del Presidente della Repubblica, della Corte Costituzionale, del CSM. Sarà
composto da 100 senatori (contro i 315 attuali), di cui 95 eletti e 5 nominati dal Presidente della repubblica.
Tra i 95 senatori eletti, 74 sono consiglieri regionali e 21 sono sindaci. La
loro elezione avverrà contestualmente all’elezione del Consiglio regionale. I 100 senatori non percepiranno indennità.
2 - NUOVO RAPPORTO TRA STATO E REGIONI
La
riforma semplificherà il rapporto tra
Stato e Regioni: ognuno avrà competenze
proprie, senza sovrapposizioni e conflitti. Lo Stato si occuperà di materie come le grandi reti di trasporto e di
navigazione; la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale
dell’energia. Alle Regioni
spetteranno invece competenze proprie come organizzazione sanitaria e sviluppo
economico locale.
Alle
Regioni più virtuose potranno poi essere delegate altre competenze legislative.
3 – PIÙ PARTECIPAZIONE E GARANZIE
Novità sui
referendum
Modificati i
quorum di validità del voto per i referendum abrogativi: se
sottoscritti da alemno 800.000 elettori, saranno validi se andrà alle urne
almeno la metà più uno dei votanti alle precedenti elezioni della Camera; con
500.000 firme rimane tutto come oggi. La riforma introduce anche la possibilità
di indire referendum popolari
propositivi e d’indirizzo, oggi non previsti costituzionalmente.
Leggi di
iniziativa popolare
I cittadini potranno presentare proposte di legge
(accompagnate da almeno 150.000 firme) che il Parlamento sarà tenuto a
discutere e votare in tempi certi, mentre finora sono state di fatto ignorate.
Vincolo di
trasparenza in Costituzione
Inserito nell’articolo 97 della Costituzione l’obbligo di
assicurare il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza
dell’amministrazione
Elezione
Presidente della Repubblica
Con la riforma diventerà impossibile che la sola maggioranza
che sostiene il Governo – quale che sia - possa da sola eleggere il Presidente
della Repubblica e gli organi di garanzia.
Per l’elezione del Presidente della Repubblica è richiesta la
maggioranza dei due/terzi del parlamento in seduta comune nei primi tre
scrutini, dei tre/quinti dal quarto al sesto scrutinio e la maggioranza dei
tre/quinti dei votanti dal settimo scrutinio in poi.
Corte
Costituzionale
Introdotto il giudizio preventivo di costituzionalità per le
leggi elettorali e modificata la modalità di nomina dei giudici costituzionali:
tre saranno eletti dalla Camera e due dal Senato.
Equilibrio
nella rappresentanza di genere
La
riforma promuove l’equilibrio tra donne
e uomini nell’accesso alla rappresentanza politica, sia per il Parlamento
che per i Consigli regionali.
Lo Statuto delle opposizioni
A
garanzia delle prerogative e dei diritti delle minoranze, la Camera dovrà
approvare uno Statuto delle opposizioni.
4 – PIÙ RISPARMIO E CRESCITA
Tagli ai costi della politica
I
Senatori passeranno da 315 a 100 e non percepiranno indennità, con un risparmio stimato di 80 milioni all’anno;
la nuova disciplina delle commissioni e i tagli ai finanziamenti dei gruppi
consentiranno una riduzione di spesa di ulteriori 70 milioni, cui si
aggiungeranno i risparmi derivanti dalla progressiva riduzione dei funzionari.
Non ci saranno più i “Senatori a vita”, sostituiti da 5 Senatori nominati per 7 anni dal Presidente
della Repubblica.
Eliminati i rimborsi pubblici ai gruppi politici regionali e stabilito un tetto
agli stipendi di Presidenti e consiglieri regionali, che non potranno
guadagnare più dei sindaci dei Comuni capoluogo.
Abolizione del CNEL e delle
Province
È soppresso il CNEL, il cui costo a
regime è di circa 20 milioni l’anno.
Saranno abolite definitivamente le Province,
completando il percorso iniziato con la Legge Delrio, per un risparmio a regime
di 320 milioni annui.
Vincolo di trasparenza in
Costituzione.
Si
introducono i principi di
semplificazione e trasparenza nella P.A. per favorire l’efficienza e la
responsabilità degli amministratori.
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