"Ravenna può e deve anticipare il cambiamento in questo Paese con un nuovo patto per lo sviluppo che sappia definire un nuovo modello. State gettando le basi affinché tutto il sistema produttivo, credito, imprese, lavoro e istituzioni si dia obiettivi condivisi ai quali tutti coerentemente lavorino. E' un cambio di marcia che Ravenna può e deve fare nell'interesse di tutto il Paese. Un Paese privo di una politica industriale degna di questo nome". Questa la linea tracciata dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, alla Conferenza economica provinciale 2010, oggi a Ravenna. Per Errani, come riferisce un comunicato diffuso dalla Provincia, "il tecnopolo e' l'occasione da non lasciarsi sfuggire. Tecnopolo infatti significa riorganizzare la filiera delle imprese che devono assumere un ruolo decisionale in un rapporto diretto e fecondo con la ricerca. Un'altra opportunità e' rappresentata dalla cosiddetta piattaforma logistica. E' inaccettabile che Ravenna sia esclusa dal corridoio 23 dell'Alto adriatico. Su questo punto occorre discutere col Governo centrale". Il presidente della giunta regionale si è quindi soffermato sulla green economy: "Occorre creare reti d'impresa sull'economia verde e la messa in sicurezza del territorio. Le centrali biomasse se ben fatte sono sicure e rispettano l'ambiente. Vanno bene anche se spunta subito un comitato cittadino contrario col quale le istituzioni devono confrontarsi ma avendo il coraggio delle proprie scelte".
Infine, un monito: "Ravenna senza area vasta della Romagna e senza Regione non va da nessuna parte - ha concluso Errani - dobbiamo sconfiggere l'idea di chiuderci in noi stessi per fare solo quel che possiamo. Dobbiamo invece riattivare il dialogo, anche se difficile, e la concertazione”.
Infine, un monito: "Ravenna senza area vasta della Romagna e senza Regione non va da nessuna parte - ha concluso Errani - dobbiamo sconfiggere l'idea di chiuderci in noi stessi per fare solo quel che possiamo. Dobbiamo invece riattivare il dialogo, anche se difficile, e la concertazione”.
La Conferenza economica provinciale si è aperta con il saluto del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, e del presidente della Camera di Commercio, Gianfranco Bessi. I lavori sono stati introdotti dal vicepresidente della Provincia, Claudio Casadio, che ha individuato le sfide che, nell'immediato futuro, attendono la comunità provinciale: "Presentiamo, nel corso di questa giornata, progetti concreti anche già finanziati oppure realizzabili. Sono stati individuati diversi punti su cui concentrare i nostri sforzi. Non dobbiamo avere paura dei processi d'internazionalizzazione che riguardano tutti, dalle imprese alla pubblica amministrazione. Dobbiamo sforzarci di allargare i nostri mercati di riferimento, di cercare nuove rotte per uscire in mare aperto, fuori dai vecchi confini. Questo significa migliorare e diversificare la nostra produzione per allargare il mercato oltre l'Europa. Dobbiamo poi ridurre i costi energetici per le nostre imprese progettando sostenibilità, un'altra sfida decisiva per creare nuove occasioni di lavoro".
Infine, per Casadio "le politiche di welfare e di solidarietà, che hanno garantito la coesione sociale della nostra provincia, devono essere rinnovate. Dobbiamo guardare a questi servizi in un'ottica diversa, più integrata anche territorialmente. La Conferenza economica è un primo passo significativo in questa direzione di marcia condivisa e partecipata. Lo dimostra il fatto che i sindacati come le imprese, nei rispettivi tavoli, hanno espresso una posizione unitaria nel percorso che ha portato alla conferenza economica".
Infine, per Casadio "le politiche di welfare e di solidarietà, che hanno garantito la coesione sociale della nostra provincia, devono essere rinnovate. Dobbiamo guardare a questi servizi in un'ottica diversa, più integrata anche territorialmente. La Conferenza economica è un primo passo significativo in questa direzione di marcia condivisa e partecipata. Lo dimostra il fatto che i sindacati come le imprese, nei rispettivi tavoli, hanno espresso una posizione unitaria nel percorso che ha portato alla conferenza economica".
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