Marianna Madia, Ministro Pubblica amministrazione |
La Corte Costituzionale aveva stabilito che non era sufficiente il semplice “parere” della Conferenza Stato-Regioni ma era necessaria “un’intesa” tra le parti. Così, riguardo ad esempio al decreto sulle partecipate pubbliche, le Regioni avevano chiesto che la soglia del fatturato sotto la quale scattasse la chiusura della società fosse ridotta da un milione a 500.000 euro. Ma, secondo quanto si apprende, la cifra sarebbe rimasta quella della prima versione. Intesa raggiunta dunque sul tetto dei 500.000 euro.
L’approvazione del Testo unico del pubblico impiego slitta dunque al Consiglio dei Ministri della prossima settimana. Il Testo unico deve essere approvato entro il 28 febbraio per poi passare all’esame del Parlamento. La ministra Madia sta lavorando alla stesura finale, anche alla luce del confronto con i sindacati avuto nei giorni scorsi
Il nuovo intervento sui licenziamenti, invece, serve a chiarire meglio e a rendere più facile l’applicazione delle norme già varate in precedenza. Viene fatto ordine sui casi di licenziamento, dallo scarso rendimento alla cronica condotta illecita, qualora ci sia profilo penale. I tempi per arrivare a decidere sulla sanzione si riducono da quattro a tre mesi e a un mese per tutti i casi di flagranza. La sospensione può invece arrivare entro 48 ore e c’è il rischio di licenziamento anche per il dirigente che fa “finta” di non vedere. La competenza sugli accertamenti passa dalle Asl ai medici dell’Inps, con la creazione di un polo unico per pubblico e privato. Grazie a un sistema informatico avanzato le visite saranno mirate. Per gli statali resta intatto l’articolo 18, con reintegra e risarcimento nei casi di ingiusta espulsione. Ma vizi formali, cavilli giuridici, non potranno determinare l’annullamento della sanzione.
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