venerdì 17 marzo 2017

“Avanti, insieme!”, la mozione congressuale di Matteo Renzi

Avanti, insieme!”. E’ questo il titolo della mozione depositata da Matteo Renzi, in ticket con Maurizio Martina, per la candidatura alla leadership del PD.
Si sviluppa in 8 punti e immagina un partito “pensante” che metta più politica in Europa e abbia al centro la crescita, il lavoro e l’innovazione. “Per favorire la stabilizzazione dei giovani – si legge nella mozione – dobbiamo concentrare gli incentivi sui giovani: un giovane dovrebbe aver diritto ai primi 3 anni di contratto a tempo indeterminato totalmente decontribuiti.
In questo modo diamo a tutti un’opportunità di stabilizzazione. Per lavoratori e settori particolarmente colpiti da crisi e globalizzazione, va pensata una forma di sostegno al reddito come integrazione alla Naspi, per periodi stabiliti e condizionati a programmi di riqualificazione formativa e di ricollocazione definiti di intesa fra le parti sociali. Per i lavoratori autonomi, che non usufruiscono della Naspi, deve essere realizzato un ammortizzatore che li sostenga e permetta loro di raggiungere il reddito minimale”.
Quanto all’UE, la mozione propone che, “nelle prossime elezioni europee, la scelta del candidato del PSE alla Presidenza avvenga attraverso primarie aperte tra i cittadini dell’Unione, sulla base di una rosa di candidati selezionati a livello di Partito”.
Così la mozione Renzi nel capitolo dedicato all’Europa. “Per molti cittadini – si legge nel testo – oggi l’Unione Europea è diventata un problema più che una soluzione. Per ribaltare questa percezione, serve una convergenza che faccia perno sulle tre più grandi democrazie dell’Eurozona, su un modello originale che concili integrazione e democrazia. Un modello che distingua nettamente una zona di integrazione politica da un’area di semplice cooperazione economica, che rafforzi la legittimazione democratica del Presidente della Commissione, fino a giungere alla sua elezione diretta da parte di tutti i cittadini europei. E’ necessario intervenire per ridurre l’area delle decisioni intergovernative e costruire un modello con due livelli di governo distinti, uno federale e uno rinviato alla responsabilità degli Stati, singoli o in forma associata nel Consiglio europeo”.
“Occorre – prosegue la mozione – dare risposte immediate agli obiettivi di crescita e inclusione sociale, togliendo gli investimenti in sicurezza, ricerca e cultura dalle regole di bilancio. Dobbiamo dare vita a una Schengen della difesa, partendo dal nucleo dei grandi paesi fondatori e individuando alcuni obiettivi concreti, tra cui rafforzare la collaborazione e la cooperazione, investire in una dimensione europea di integrazione dell’industria della difesa europea”.


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