231 collegi uninominali, il resto proporzionale
"Il testo che ho presentato va incontro alle critiche che erano state sollevate nei mesi scorsi alle precedenti proposte - ha spiegato il relatore Emanuele Fiano (PD) -. Rafforza il potere di scelta dei cittadini attraverso i collegi uninominali e quelli plurinominali per la parte proporzionale; l'unica scheda incentiva la conoscibilità dei candidati. In più rafforza il rapporto degli eletti con il territorio ed incentiva le coalizioni".
FAVOREVOLI E CONTRARI - Fiano ha anche riferito che in favore della proposta si sono espressi "tutti i partiti della maggioranza di governo" e Forza Italia ha dichiarato la sua "volontà di approfondire il testo" stesso. "È un tentativo serio a cui Forza Italia dà un primo via libera, pensiamo che possa essere presa in seria considerazione", ha detto infatti il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta. "Condividiamo il metodo: la legge elettorale deve da una parte avere un premio di governabilità e dall'altra permettere ai cittadini di sapere chi è il proprio rappresentante. Questo potrà avvenire o con le preferenze o, come si sta proponendo, con i collegi uninominali e con listini brevi nella quota proporzionale", ha spiegato, a sua volta, Maurizio Lupi, capogruppo di Alternativa popolare.
Dalla Lega, che questa settimana non partecipa ai lavori parlamentari, sono giunti segnali di apprezzamento. "Ne abbiamo sentite tante, ma se la settimana prossima porta in discussione questa legge elettorale i voti della Lega ci sono già la settimana prossima", ha detto infatti il segretario Matteo Salvini. Un secco no è arrivato invece da M5S e MDP. "Stanno facendo una legge elettorale per fermare il M5S, in cui FI e PD si trovano perché stanno facendo un grande inciucio per arginare il nostro Movimento", ha detto il candidato premier grillino Luigi Di Maio.
Intanto il PD ha depositato anche in Senato il disegno di legge, uguale al testo base in avvio alla commissione Affari Costituzionali della Camera.
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COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI NUOVA LEGGE ELETTORALE
Poco più di un terzo dei deputati (231) eletti in collegi uninominali maggioritari, in cui i partiti si coalizzano, e gli altri in modo proporzionale in listini bloccati di due-quattro nomi. Questo l'impianto del Rosatellum 2.0 il testo di legge elettorale che il relatore Emanuele Fiano (PD) ha presentato in Commissione Affari Costituzionali.
- COLLEGI MAGGIORITARI: saranno 231 collegi, pari al 36% dei Seggi della Camera. I partiti per sostenere un comune candidato potranno dar vita a coalizioni nazionali (non circoscrizionali). Per esse la soglia sarà del 10%.
- PROPORZIONALE: dei restanti 399 deputati, 12 continueranno ad essere eletti nelle Circoscrizioni Estere, con metodo proporzionale. In Italia un deputato è eletto in Valle d'Aosta in un collegio uninominale. I restanti 386 deputati saranno eletti con metodo proporzionale in listini bloccati di 2-4 nomi. Il testo delega il governo a definire questi collegi plurinominali, che potrebbero essere tra i 70 e i 77. Le Circoscrizioni, importanti per il recupero dei resti, saranno 28 (una per Regione, 4 in Lombardia, 2 in Veneto, Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Sicilia).
- SOGLIA: la soglia sarà al 3% sia alla Camera che al Senato, sia per i partiti che si coalizzano che per quelli che corrono da soli. Le preferenze date a un partito che non superi il 3% sono ripartite tra gli altri della coalizione: unico requisito è quello che il partito in questione superi l'1%.
- SENATO: i 315 seggi sono assegnati grazie a 103 collegi uninominali maggioritari (il Molise e la Valle d'Aosta costituiscono due collegi); 206 con metodo proporzionale in 206 collegi plurinominali. Sei all'estero con il proporzionale.
- UNA SCHEDA, VOTO UNICO: differentemente dal Mattarellum, in cui c'erano due schede, una per il collegio ed una per il listino proporzionale, con la possibilità di un voto disgiunto, qui avremo una scheda unica. In essa il nome del candidato nel collegio sarà affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono e dai listini corrispondenti. Barrando sul simbolo del partito il voto andrà al candidato del collegio e al partito per la parte proporzionale.
- PLURICANDIDATURE: ci si può candidare fino a tre collegi plurinominali proporzionali, nonché in un collegio uninominale e in tre plurinominali proporzionali.
- QUOTE DI GENERE: In ogni coalizione nessuno dei due generi può superare la quota del 60% nei collegi uninominali a livello nazionale. La stessa quota è prevista per i partiti per ciò che riguarda i capilista dei listini proporzionali.
- SCORPORO: non è previsto lo scorporo come nel Mattarellum. E' un meccanismo che sottrae ai voti ottenuti da un partito nel proporzionale quelli ottenuti dai propri candidati eletti nei collegi della circoscrizione.
- TRENTINO ALTO ADIGE: rimane il testo come modificato dall'emendamento Fraccaro-Biancofiore, votato a scrutinio segreto l'8 giugno: sei collegi uninominali e cinque proporzionali.
- CAPO PARTITO: è previsto che ogni partito indichi, insieme al contrassegno, il proprio programma e il proprio "capo". Non è invece necessario che le eventuali coalizioni indichino il proprio "capo", che sarebbe il candidato premier.
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