venerdì 18 dicembre 2009

Un leghista Presidente della Regione? Sul web la rivolta del PdL Veneto


Un tradimento, un errore. Le parole con cui Giancarlo Galan (nella foto) commenta la decisione del PdL di candidare un esponente della Lega Nord alla presidenza della regione Veneto corrono sul web. Trovando commenti solidali e spirito di rivalsa tra gli stessi elettori del Popolo della Libertà. Che in barba alla disciplina di partito commentano: "Galan, presenta una lista civica: siamo tutti con te". E mentre su Facebook nascono gruppi per appoggiare l'eventuale corsa solitaria del governatore, sul sito ufficiale del PdL Veneto si commenta: "Silvio non tradirci; e non rinnegare la promessa fatta a Porta a Porta prima delle ultime europee". E sul sito ufficiale di Galan: "La Lega è fautrice della politica del tombino contro la politica delle idee e dei valori".
Discussioni animate sul rapporto tra il PdL e la Lega. Su Facebook nasce un gruppo - "A Roma hanno deciso: il Veneto alla Lega, ma noi non glielo daremo!" - che si propone di riunire "tutti coloro che non vogliono accettare questa imposizione mettendo da parte la volontà dei veneti". C'è chi scrive: "No alla Lega, è secessionista", "ci avete venduti alla Lega, vergognatevi". E ancora: "La Lega è amata perché parla alle paure della gente. Parla di sicurezza, di 'scacciare gli stranieri' e di Roma ladrona". Si ipotizzano nuove alleanze: "Il Veneto non può e non vuole essere verde, uniamoci con tutti i moderati".
Come si vede non è solo un problema di nomi, ma di prospettive politiche. Le posizioni xenofobe, razziste e secessioniste della Lega Nord risultano sempre più insopportabili anche a settori di elettorato del PdL. Bastava vedere, come è capitato a noi ieri sera, l'imbarazzo e il disagio dell'on Maurizio Lupi (PdL e esponente di CL) ospite della trasmissione "Anno Zero", di fronte alle immagini che documentavano la discussione in un Consiglio comunale della Lombardia - a guida leghista - che a maggioranza ha votato un ordine del giorno per vietare di esprimersi in pubblico in lingua araba e ai musulmani di riunirsi per pregare!

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