venerdì 18 dicembre 2009

Per un fisco più giusto, superare gli studi di settore


La crisi economica corre, e ha reso inutilizzabili gli studi di settore. Ormai i lavoratori, le piccole e medie imprese e i professionisti ne ricevono un trattamento iniquo. Per il Partito Democratico non si può più aspettare: "Bisogna superarli – annuncia il segretario del PD, Pier Luigi Bersani - per adeguare il campo di applicazione del "forfettone fiscale", l'imposta sostituiva che si può pagare al posto di IRES, IRAP, IRPEF, IVA e delle altre imposte, per chi ha fino a 70.000 euro di fatturato, coinvolgendo una platea potenziale di circa 2 milioni tra lavoratori, Pmi e professionisti. Sono passati undici anni dall'introduzione degli studi di settore, hanno 'retto' bene ma è ora di andare oltre. Rivisitiamo strutturalmente questo meccanismo fiscale e sia chiaro – ha sottolineato - che quando il PD parla di lavoro sta parlando dei lavoratori e delle piccole imprese, per noi sono un sinonimo". La proposta è stata presentata in un incontro tra Bersani, il suo vice Enrico Letta e il responsabile economico della segreteria del PD Stefano Fassina, e la giunta di Confartigianato, guidata dal presidente dell'associazione Giorgio Guerrini.
"Avremo un 2010 difficile - ha detto Bersani durante l'incontro con la Confartigianto - e non è vero che stiamo meglio degli altri. Rischiamo di lasciare per strada tanti posti di lavoro e noi abbiamo l’impressione che le misure decise dal Governo non siano sufficienti. Nessuno chiede al Governo di risolverla, ma solo di avere un po’ di coraggio in più. Invece, dalla manovra di luglio scorso ad oggi, abbiamo avuto solo lo spostamento dei ‘carri armati di Mussolini’, con un aumento della spesa corrente e una diminuzione degli investimenti". E con loro, oltre che della questione fiscale, ha parlato di un "grande piano di piccole opere" e dell’importanza della green economy.
Il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, soddisfatto dell'incontro, anche perché "quando si va al Governo ci si dimentica delle cose promesse e si ritorna agli errori del passato. Mi auguro che ora ci sia la capacità’ di proporre ricette che servono al malato. Noi siamo per la cultura del dialogo, e per fare riforme di prospettiva è importante dialogare con chi governa, ma anche con chi è all’opposizione, perché serve un consenso ampio e con il muro contro muro si va poco lontano".

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