mercoledì 29 settembre 2010

Le Feste, le Sagre e la ristorazione: il "modello" di Casola


Sui giornali è scoppiata la polemica sulle feste e sulle sagre, che – stando alle preoccupate dichiarazioni dei responsabili di Ascom e Confesercenti di Faenza – stanno mettendo in difficoltà le attività di ristorazione.
Sono troppe, dicono le due associazioni di categoria, godono di vantaggi fiscali e fanno concorrenza sleale. Il riferimento più diretto, stando alle notizie di stampa, è al "Comitato Feste & Sagre", il "consorzio" che gestisce attrezzature e servizi per la gestione di numerose manifestazioni e eventi nel faentino. Nel nostro territorio, anche se per pochi metri, organizza solo la Festa del Cinghiale di Zattaglia che attira migliaia di visitatori.
Nella discussione intervengono anche gli amministratori faentini, che segnalano la necessità di distinguere gli eventi promossi dal volontariato, per l’autofinanziamento e la promozione delle associazioni medesime, da quelli promossi da chi non ha queste caratteristiche.
Il problema posto dalle organizzazioni del commercio non è pretestuoso e va valutato con molta attenzione. Lo impone un criterio di equità e lo impone una situazione economica sempre più difficile.
Ma anche noi pensiamo che non si debba sparare nel mucchio. Il "Comitato Feste & Sagre" porterà senz'altro nella discussione i propri argomenti. Ma vediamo la situazione di Casola.
C'è una festa “politica”, nove serate in agosto (oggi Festa Democratica, ieri Festa dell’Unità… si fa da 63 anni!), come se ne fanno tante in tutta Italia, una Festa del cinghiale organizzata da un gruppo di cacciatori tra fine aprile e inizio maggio. E poi le Feste della Pro Loco, quelle legate al territorio, alla sua identità, alle produzioni agricole tradizionali e tipiche, la Festa del Marrone, la Festa dei Frutti Dimenticati, la Festa di Primavera, il Mercatino delle Erbe… Sono le feste e gli eventi che reggono una parte significativa della nostra offerta turistica.
Nelle Feste c’è, importante e qualificata, un’attività di ristorazione (che serve a finanziare quegli stessi eventi!) direttamente gestita dalla Pro Loco, con i propri "volontari" e quelli di altre associazioni casolane. Ma queste Feste non sottraggono “clienti” ai ristoranti. Sono il motivo, il traino di una parte rilevante del flusso turistico verso il nostro territorio e verso le strutture di ristorazione casolane che, a loro volta – per l’offerta gastronomica che propongono, anch’essa legata al terittorio – funzionano esse stesse come motivo di attrazione e di interesse. Così dicasi per gli agriturismi, per le attività ricettive. Senza considerare che gli stessi ristoratori concorrono direttamente a realizzare l’offerta gastronomica di uno dei principali eventi turistici casolani, il Mercatino serale delle erbe.
A noi pare che questo equilibrio, questo “modello” di integrazione tra attività di carattere imprenditoriale e attività espressione del volontariato (in questo caso quello impegnato nel turismo) sia un buon modello. Che va a merito della Pro Loco e dei ristoratori casolani.
PD Casola Valsenio

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