giovedì 24 marzo 2011

Sul nucleare il governo tenta una furbata: la moratoria di un anno. Motivo? Aggirare il referendum del 12 giugno.

La forte emozione e preoccupazione suscitata nell'opinione pubblica italiana dal grave incidente alla centrale nucleare giapponese, provocato dal disastroso sisma che ha sconvolto quel Paese - secondo il Governo - ha portato acqua al mulino di chi sostiene la pericolosità e l’inutilità del ritorno dell’Italia al nucleare. E ha fatto balenare l’eventualità che nel referendum del 12 giugno per l’abrogazione del programma nucleare, non solo prevalgano i SI’ all’abrogazione, ma si raggiunga e si superi il quorum per la validità del referendum.
Ecco allora che la «pausa di riflessione» sul nucleare annunciata l`altro giorno dal ministro Paolo Romani si trasforma in una «moratoria di un anno».
Il tentativo, evidente, è quello di depotenziare la mina referendum.
Quello che serve al paese non è un disegno sbagliato di ritorno al nucleare né vuote parole di rassicurazione, ma piuttosto un piano energetico nazionale che ancora manca, una strategia per il futuro che metta al primo posto efficienza energetica e rinnovabili con l'impegno alla ricerca e alla salvaguardia dell'ambiente. Per favorire questa politica, il 12 giugno è importante votare sì all’abrogazione del programma nucleare del Governo.

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