di Luca Landò (l’Unità, 2 aprile 2011)
«È come l’arrivo dell’elettricità nell’Ottocento: potevi farne anche meno ma restavi al buio». Metafora illuminante, verrebbe da dire, se non fosse che lo scenario dipinto da Paolo Guerriero, docente di economia alla Sapienza e vicepresidente dell'Istituto di Affari Internazionali, spegne sul nascere qualunque battuta. Perché l’interruttore che non riusciamo a premere è quello della rivoluzione digitale.
«Ci sono Paesi che in dieci anni, puntando sulla rete e su Internet, hanno capovolto il modo di pensare l’economia, la politica, la società. Il digitale non è accendere un computer: vuol dire spingere un Paese a rompere con gli schemi del passato, vuol dire utilizzare le nuove tecnologie per vivere e lavorare meglio».
(continua)
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