martedì 26 luglio 2011

Chiediamo una legge sui partiti e bilanci certificati. Vogliamo dimostrare una diversità politica


"Noi non rivendichiamo una diversità genetica. Noi vogliamo dimostrare una diversità politica". Lo dice il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, in una lettera al "Corriere della Sera", dopo le inchieste che hanno riguardato alcuni esponenti del partito.
"In primo luogo, a proposito dell'inchiesta di Monza così come in ogni altra occasione - aggiunge Bersani -, noi diciamo: la magistratura faccia serenamente e fino in fondo il suo mestiere. Abbiamo fiducia nella magistratura. Confidiamo che Penati (l'esponente PD, già Sindaco di Sesto San Giovanni e Presidente della Provincia di Milano, coinvolto nell'inchiesta - ndr) possa vedere presto riconosciuta l'innocenza che rivendica con forza. Intanto, Penati ha fatto con correttezza e responsabilità un passo indietro. Questo è infatti il nostro secondo criterio: in caso di inchieste le istituzioni e il partito, in attesa che le cose si chiariscano, non devono essere messi in imbarazzo e devono poter agire in piena serenità".
Per il segretario del PD "i nostri principi sono: fiducia nella magistratura, rispetto assoluto delle istituzioni, presunzione di innocenza secondo il principio costituzionale. Teniamo altresì fermo il principio secondo il quale, verificata l'assenza di 'fumus persecutionis' un parlamentare è un cittadino come gli altri. Se le leggi vanno cambiate, si cambiano. Finché ci sono esse valgono per tutti, per un immigrato come per un deputato o un senatore. Così ci siamo comportati sia nel caso Papa sia in quello Tedesco, per il quale abbiamo indicato l’opportunità di un passo indietro".
"Chiediamo una legge sui partiti che garantisca bilanci certificati, meccanismi di partecipazione e codici etici, pena l’inammissibilità a provvidenze pubbliche o alla presentazione di liste elettorali".
E poi "abbiamo predisposto nel nostro programma un elenco di norme da cancellare e di riforme da fare per dare limpidezza alla gestione pubblica, per evitare gli eccessi di intermediazione amministrativa, per abolire procedure speciali e opache oggi in vigore per la gestione della spesa pubblica. Bisogna approvare la legge anti corruzione, da troppo tempo insabbiata dal governo in Parlamento. Tutto questo, appunto, per togliere l'acqua in cui la corruzione può nuotare".
Bersani sottolinea che "non neghiamo dunque il turbamento che ci viene dalle indagini in corso. Sappiamo, anche per il futuro, di non poter essere immuni da sospetti più o meno fondati e da rischi. Sappiamo che anche noi dobbiamo aprire quattro occhi e fare tutto quanto ci è possibile per migliorare procedure di garanzia ed evitare che venga oscurata la nostra missione". Ma "sia altrettanto chiaro tuttavia che tuteleremo con ogni energia e in ogni direzione il buon nome del PD". Infine, secondo Bersani "non c’è bisogno di negare i problemi della politica, in ciascuno dei suoi lati. C’è solo bisogno di non spargere sale sul buono che già vive o che sta nascendo. C’è bisogno che nessuno si senta esentato dal compito di contribuire, in ogni campo, in ogni situazione, alla riscossa civica del Paese".

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