lunedì 4 luglio 2011

Emilia-Romagna, Toscana e Marche insieme contro la "vespa cinese del castagno"

Le Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche insieme per una più efficace azione di contrasto della vespa cinese del castagno, il cinipide originario della Cina, che, in assenza di nemici naturali, sta causando gravi danni ai castagneti di tutta la Penisola. E’ questo l’obiettivo del convegno “Emergenza Cinipide: uniti si vince” organizzato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con i Servizi Fitosanitari di Toscana e Marche che si è svolto mercoledì 29 giugno presso la Direzione generale Agricoltura, in viale della Fiera 8 a Bologna..
Al centro del convegno il nuovo Piano nazionale di lotta biologica che prevede la diffusione, nelle zone colpite, di un particolare antagonista naturale: il Torymus sinesis, un piccolo insetto di origine asiatica che attacca le larve della vespa cinese e ne arresta lo sviluppo. Tale tipo di intervento, che allo stato rappresenta l’unico strumento di lotta contro la vespa cinese, è già partito anche in Emilia-Romagna, con 12 lanci del Torymus sinesis realizzati nel 2011, dopo i 4 realizzati nel 2010. Ma per un intervento particolarmente efficace e mirato è essenziale il coordinamento e la sinergia con le Regioni confinanti, quali appunto Toscana e Marche.
La strada che stiamo percorrendo – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni – è quella della lotta biologica, in linea con un protocollo messo a punto a livello nazionale dall’Università di Torino. Dovremo attendere sicuramente qualche anno per vedere i primi risultati, ma le esperienze di altri Paesi e i dati che stiamo raccogliendo ci inducono ad essere ottimisti”. I primi lanci di Torymus in Emilia-Romagna sono iniziati l’anno scorso in via sperimentale in alcuni impianti di castagno infestati dal cinipede. Quest’anno, a fine aprile, sono state effettuate altre nuove introduzioni del parassitoide in dodici punti diversi del territorio regionale, da Parma a Rimini. Le aree sono state scelte in modo da distribuire in maniera omogenea i Torymus disponibili.
Il limite di questo tipo di lotta – ha rilevato l’assessore Rabboni – è proprio la quantità del parassitoide che abbiamo a disposizione. L’insetto non può essere allevato artificialmente, occorre moltiplicarlo in modo naturale su piante di castagno infestate dalla vespa cinese. Per incrementare la quantità del parassitoide da utilizzare per i prossimi lanci abbiamo costituito nell’imolese una seconda biofabbrica che si aggiunge a quella già operativa di Carpineti (Reggio Emilia). Questo ci consentirà non solo di essere autosufficienti per la produzione di Torymus, ma anche di attuare su un’area più vasta il programma di lotta biologica al cinipede del castagno in tempi più rapidi”.
La vespa del castagno ha iniziato la sua diffusione dal Piemonte nel 2002, i primi avvistamenti Emilia-Romagna sono avvenuti nel 2008 ed ormai la sua presenza è segnalata in tutta la Penisola. L’insetto non è pericoloso per l’uomo e causa danni esclusivamente ai castagni colpendo sia gli ibridi euro-giapponesi, sia il castagno europeo, selvatico o innestato. Le piante, anche quelle più attaccate, non muoiono, ma subiscono una riduzione dello sviluppo vegetativo ed una drastica riduzione della fruttificazione con relativo grave danno economico.

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