martedì 12 luglio 2011

Manovra: dal PD la proposta alternativa per lo sviluppo sostenibile

di Stefano Fassina (Responsabile nazionale economia e lavoro del PD)

Negli ultimi giorni, sono venute fuori le reali ragioni di accentuazione del profilo di rischio-Italia: la perdita di credibilità del governo Berlusconi. In parte, dovuta alle vicende emerse dalle indagini della magistratura. In parte, causata dai contenuti e, sopratutto, dalle carenze della "manovra" di finanza pubblica del 30 giugno scorso, veicolata in un Decreto Legge e un presunto Disegno di Legge Delega (in realtà, un manifesto politico) per riformare il fisco e l`assistenza, valutati, rispettivamente, 25 e 15 miliardi di euro all`anno a partire dal 2014.
Oltre all`irrealismo dei risparmi attesi dall`improvvisata Delega, seri danni di credibilità sono stati provocati dalla comunicazione sulla dimensione della manovra, cifrata dal Ministro Tremonti, nell`infelice conferenza stampa del 6 luglio, in 47, 68 ed infine in 40 miliardi di euro. Per tentare di recuperare la confusione, un comunicato del Mef fa ulteriori danni in quanto indica una correzione di 2 miliardi di euro nel 2011 e 6 miliardi di euro nel 2012, quando nella relazione tecnica allegata al Decreto è chiarito che la manovra non ha effetti netti nel biennio indicato.
Dopo le preoccupate e condivisibili analisi sulla pericolosità del Governo Berlusconi, si arriva alla domanda da 100 punti: che dice il PD? Qual è la politica economica del PD? Bersani promette e non mantiene? Non é così. Il PD ha già detto. Ha detto con una elaborazione puntuale definita in tre appuntamenti dell`Assemblea Nazionale (Maggio ed Ottobre 2010 e Febbraio 2011) dedicate ai principali problemi aperti nel Paese: dall`assetto istituzionale alle pubbliche amministrazioni, dal fisco al lavoro, dalla regolazione dei mercati alla politica industriale, dalla scuola al welfare.
Il PD non ha prodotto una lista della spesa. Il 21 marzo scorso, il PD ha discusso con le parti sociali e, poi, inviato al Ministro Tremonti un Programma Nazionale di Riforma (presentato ai media in un paio di occasioni e da fine Marzo sul sito del PD). Nel PNR elaborato dal PD, richiamato anche nelle risoluzioni parlamentari al Documento di Economia e Finanza, i singoli punti programmatici sono inseriti in una strategia riformista, definita e quantificata nella sua dimensione macroeconomica e di finanza pubblica. Secondo le nostre quantificazioni, le riforme proposte dal PD innalzano il Pil potenziale dell`Italia, la variabile decisiva per abbattere il debito pubblico e dare fiducia ai mercati, verso il 2% nel corso di un triennio.
Insieme al conseguimento di un avanzo primario del 3%, consentono di raggiungere nella seconda metà del decennio in corso una riduzione del debito pubblico in linea con le indicazioni del Patto di Stabilità rafforzato. Insomma, il PD ha già messo a punto una politica economica alternativa per lo sviluppo sostenibile, il lavoro e il taglio del debito. Intorno all`analisi della fase e alle proposte apriamo ora un confronto con tutte le forze all`opposizione del governo Berlusconi. Si tratta di una una sfida di carattere costituente. Il PD è pronto a cogliere e, soprattutto far cogliere all`Italia, l`occasione storica delle riforme.

Nessun commento: