mercoledì 27 luglio 2011

Sulla caccia in deroga allo storno il Governo è responsabile di una situazione paradossale

Con una risoluzione presentata in Assemblea Legislativa il Gruppo PD ha fatto proprio il documento unitario sottoscritto da tutte le associazioni agricole e venatorie dell'Emilia-Romagna in materia di caccia in deroga allo storno. Il documento è stato inviato al Governo perché provveda a emanare a breve le direttive nazionali per la caccia in deroga e intervenga sull’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per favorire l’approvazione dei provvedimenti regionali di caccia in deroga senza incomprensibili limitazioni. Il documento chiede inoltre al Governo di intervenire in sede comunitaria per accelerare l’inserimento dello storno tra le specie cacciabili."Da una parte l'insipienza e l'incapacità del Governo che non ha ancora emanato le direttive nazionali in materia di caccia in deroga, dall'altra l'ISPRA che ha espresso parere negativo sulla proposta della Regione relativa alla riproposizione della caccia in deroga nelle stesse modalità degli anni passati, e la Direzione generale ambiente e Natura della UE che impone alle regioni di sottoporre i propri provvedimenti al parere vincolante dell'ISPRA, pena l'apertura di procedure di infrazione a carico degli inadempienti, bloccano di fatto le precedenti decisioni dell'Emilia-Romagna in materia di caccia in deroga". Lo afferma il consigliere PD Mario Mazzotti, primo firmatario della risoluzione.
"La responsabilità di quello che potrebbe accadere col perdurare di questi incomprensibili ritardi, - prosegue il consigliere - e cioè una forte limitazione della caccia allo storno o addirittura l'impossibilità di procedere al prelievo dello stesso, sarebbe del tutto ascrivibile al Governo nazionale, che non è ancora riuscito a far inserire a livello europeo lo storno tra le specie non in estinzione e dunque cacciabile."
"Chiediamo che ci sia consentito di continuare ad operare nelle stesse modalità e forme di quelle previste dagli atti adottati fin qui in Emilia-Romagna, che hanno superato i ricorsi avversi sia al Tar che al Consiglio di Stato e hanno consentito il prelievo dello storno in stretta connessione con i danni provocati da questa specie all'agricoltura; danni censiti e verificati dalle Province con la collaborazione delle associazioni agricole".
"Chiederemo dunque anche ai nostri parlamentari di intervenire con urgenza in sede nazionale per richiamare il Governo alle proprie responsabilità - conclude Mazzotti - e questo anche in riferimento al ruolo dell'ISPRA, che proprio per la funzione che è chiamata svolgere, deve essere coerente con quanto afferma nello studio prodotto a supporto della recente proposta del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali per l'inserimento della specie "storno" tra quelle cacciabili. L'Italia è l'unico tra i Paesi mediterranei dell'Unione Europea in cui, a fronte di uno stato di conservazione più che soddisfacente della specie, non è possibile cacciare lo storno."

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