domenica 6 novembre 2011

5 novembre, Roma/Piazza San Giovanni: Bersani indica la linea del PD per la ricostruzione del Paese

Roma - Piazza San Giovanni, 5 novembre 2011.
L'inno nazionale e un lungo applauso saluta Pier Luigi Bersani sul palco della manifestazione del Pd a Piazza San Giovanni. Il leader del PD inizia il suo discorso manifestando lo «sgomento» dei Democratici e delle Democratiche per la tragedia che ha colpito le popolazioni alluvionate.

Di seguito la sintesi dell'intervento di Pier Luigi Bersani alla manifestazione nazionale del PD. 

PD. OVAZIONE PER BERSANI, SEGRETARIO RICORDA TRAGEDIA ALLUVIONATI
L'inno nazionale e un lungo applauso saluta Pier Luigi Bersani sul palco della manifestazione del Pd a Piazza San Giovanni. Il leader del Pd inizia il suo discorso manifestando lo «sgomento» dei Democratici e delle Democratiche per la tragedia che ha colpito le popolazioni alluvionate. «Noi ci saremo, per tutto il tempo necessario ad avere risposte», dice Bersani.

BERSANI: A ROMA FASCISTI AGGREDISCONO E GIRANO IMPUNITI
Pier Luigi Bersani rivolge dal palco di Piazza San Giovanni «un saluto affettuoso a quei giovani democratici aggrediti vigliaccamente da quei delinquenti fascisti che girano ancora a Roma impuniti».

BERSANI, RIPORTEREMO ITALIA DOVE DEVE STARE
Il Pd riporterà l'Italia «là dove deve stare», alla sua dignità, ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Sappiamo bene che questa manifestazione si svolge nel cuore di un'emergenza drammatica per l'Europa e per l'Occidente intero. E di un'emergenza ancora più drammatica per l'Italia. Ma proprio la coscienza della difficoltà ci spinge a pronunciare oggi una promessa e a stringere un patto con le grandi forze della sinistra e del progressismo europeo. Lo facciamo a Roma, a Roma nella città dove si firmarono i primi trattati dell'Unione e dove si è sottoscritta la Costituzione dell'Europa. La nostra promessa è che riporteremo l'Italia là dove deve stare. Là dove ci aspetta il mondo». Bersani ha detto ancora: «Riporteremo l'Italia alla sua dignità, al suo buon nome, alla vocazione europeista che fu di Spinelli, di De Gasperi, di Prodi».

BERSANI, CON EURO SI VA AVANTI NON È MALATTIA
L'Euro non è la malattia, ma la medicina, a patto che l'Europa non sia quella delle destre, di Merkel e Sarkozy. Bersani: «Il patto è che tutti assieme - noi, le grandi forze della democrazia e del progresso - rilanceremo il sogno di un'Europa politica, sovrana, forte della sua civiltà e aperta verso il mondo. Dopo l'euro, non si va indietro, si va avanti! Perchè l'Euro non è la malattia. La malattia è l'Europa delle destre, l'Europa azzoppata dalle destre. L'Europa della signora Merkel e del signor Sarkozy».

BERSANI: ANTIBERLUSCONISMO NON BASTA, NESSUNO CI DIA LEZIONI
«Nessuno ci spieghi col dito alzato che non basta cacciare Berlusconi per risolvere i problemi! Lo dite a noi? A noi?». Se lo chiede il leader del Pd, respingendo le critiche di chi taccia i Democratici di essere puramente antiberlusconiani. «Ma lo sappiamo da prima di voi, che quando se ne andrà non si porterà via i problemi! - dice Bersani - Ce li lascerà tutti, e per ogni giorno che passa ce ne lascerà uno di più. Però sappiamo anche che il giorno dopo si potrà finalmente cominciare a lavorare per uscirne, dai problemi! E quando verrà quel momento non racconteremo favole, perchè di favole si può morire. Chi vorrà sentire delle favole dovrà rivolgersi altrove».

BERSANI, ITALIA SBEFFEGGIATA, NON ACCADRÀ MAI PIÙ
«L'Italia è un grande paese e ha un popolo che ha sempre avuto la forza di rialzarsi e partire. Anche per questo tra le cose che ci indignano di più è vedere il nostro Paese sbeffeggiato, vedere che all'estero dell'Italia si ride. Non era mai accaduto e non lasceremo che accadrà mai più».Bersani dice che «la realtà è che oggi noi non siamo quello che dovremmo essere ma siamo nel luogo più esposto della crisi, percepiti ormai come un rischio ed esposti alle scelte di altrì per colpa di un governo incapace e sconsiderato».

BERSANI, NON SIAMO ONDIVAGHI, NOSTRA POSIZIONE È NETTA
«Chi non ci vuole bene da tempo ci descrive come un partito incerto, ondivago. Ma io torno a chiedere se c'è qualche altro partito che in tutto questo tempo abbia avuto una posizione più chiara della nostra, visto che da due anni diciamo che la destra avrebbe avuto un tramonto fiammeggiante e pericoloso». Bersani difende così il Pd rivendicando «di aver avanzato proposte su ogni decreto e di aver detto ogni santo giorno che Berlusconi doveva andarsene perchè ci ha condotto al disastro».

BERSANI,PRONTI A FARE NOSTRA PARTE IN OGNI SCENARIO
«Da tempo ripetiamo che tutti i Paesi più esposti a questa crisi avevano dato una risposta o cambiando il governo o anticipando le elezioni. Noi siamo sempre stati pronti a fare la nostra parte in entrambi i casi», dice Pier Luigi Bersani, che sostiene la chiarezza del Pd rispetto al quadro politico.

BERSANI: LAVORO DEI GIOVANI SARA' LA BUSSOLA
«Sia chiaro comunque che anche un eventuale governo di transizione non potrebbe che muoversi nel senso di un nuovo patto sociale, capace di tenere unito questo paese, dopo le drammatiche divisioni di questi anni», ha proseguito il segretario del Pd, che ha aggiunto: «sappiamo già quale senso dare a questa svolta, quale obiettivo mettere davanti a tutto; sappiamo con quale bussola orientare le nostre politiche come fu per l'Euro. Questo grande obiettivo, questa bussola sarà il lavoro per la nuova generazione». «Nessuno - ha detto
Bersani - sarà abbandonato, nessuna scelta sarà dimenticata ma il lavoro dei giovani sarà la bussola. Perché se l'Italia vuole avere un futuro deve mettere al lavoro la nuova generazione».


BERSANI, PENSARE A CREARE LAVORO PIÙ CHE LICENZIARE
«Bisogna fare qualcosa per chi cerca lavoro e non lo trova», ha detto il leader del Pd. «Vogliamo incoraggiare i licenziamenti, pensando che questo di per sè migliori il mercato del lavoro? Come si può pensare una sciocchezza simile?», si è chiesto Bersani. E ha aggiunto «perchè non pensiamo piuttosto a crearlo, un pò di lavoro?».

BERSANI: PD NON È RUOTA DI SCORTA. NON CI SONO SOLUZIONI CHE PRESCINDANO DA PD
«C'è chi ancora oggi perde tempo a pensare se si possa oltrepassare Berlusconi escludendo il Pd o indebolendolo. Vediamo bene le operazioni in corso e la ricerca confusa di soluzioni che possano prescindere dal Pd o ridurlo a ruota di scorta. No, il primo partito del Paese non sarà mai una ruota di scorta». È l'avvertimento che il segretario del Pd.

BERSANI: PATTO PROGRESSISTI-MODERATI PER UNA LEGISLATURA
Per la ricostruzione del Paese serve un patto di legislatura tra progressisti e moderati. Bersani: «Il messaggio fondamentale lo daremo, ho detto, alle italiane e agli italiani. Le alleanze politiche vengono dopo. Perchè il più contiene il meno; e perchè se non si alza la canzone popolare i cantanti da soli concludono poco! Le alleanze politiche sono dunque per noi la conseguenza, non la premessa, della proposta per l'Italia. Se diciamo ricostruzione, allora diciamo alleanza dei progressisti e dei moderati, diciamo patto di governo per una legislatura di ricostruzione, per sostenere la riscossa del Paese, per sconfiggere il rischio che viene dalla peggiore destra d'Europa. È inutile immaginare una destra diversa, la destra italiana è quella e non può essere che quella! Questa dunque è e resta la nostra proposta: alleanza dei progressisti e dei moderati per una legislatura di ricostruzione. Unità per la ricostruzione. Sappiamo che questa proposta è una sfida per tutti. Per il centrosinistra, per le forze di centro e per lo stesso Partito Democratico. Ma guardando il dramma del Paese tutti devono accettarla!».

BERSANI, I CINQUE PROBLEMI DELL'ITALIA
Poca crescita economica, finanza non in sicurezza, pubblica amministrazione che non gira, servizi fondamentali, dalla sanità alla scuola al trasporto pubblico in affanno, e diseguaglianze sociali tra Nord e Sud. Sono questi i cinque problemi dell'Italia e che «dobbiamo guardare in faccia» secondo il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani, che li ha elencati dal palco di piazza San Giovanni. «Il primo di questi problemi - ha spiegato - è un macigno sulla strada dell'Italia: è il fatto che da anni cresciamo poco. Troppo poco. Nei tre anni della crisi abbiamo perso ricchezza per più del doppio della media europea. Il secondo problema è il costo del debito che cresce in modo pauroso mentre l'economia è troppo bassa per portare da sè risorse alle casse dello stato. Terzo problema è che la macchina pubblica non gira. Poi - ha proseguito - ci sono alcuni servizi fondamentali finiti in affanno e in alcune aree del paese ormai sono andati sotto la soglia della sostenibilità e della decenza. Quinto ed ultimo problema, che però tutti gli altri contiene, è il tessuto civico e democratico del nostro paese. Le diseguaglianze sociali e quelle fra nord e sud sono aumentate in modo drammatico. Ma in questo enorme disagio, in questo quadro di insieme - ha concluso Bersani - la credibilità delle istituzioni e della politica è ai minimi storici».

BERSANI CHIUDE TRA OVAZIONI
Pier Luigi Bersani ha chiuso il suo discorso in Piazza San Giovanni tra gli applausi e gli slogan delle decine di migliaia di militanti che hanno partecipato alla manifestazione. Sul palco accanto al segretario del Pd, tutti i big del partito: da Rosy Bindi a Enrico Letta, da Dario Franceschini a Massimo D'Alema, a Beppe Fioroni. Sulle note di 'Cambierà' di Neffa, il segretario ha salutato a lungo i presenti sventolando una bandiera dell'Italia.

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