venerdì 18 novembre 2011

Il PdL nostrano si fa paladino del Parco! Ovvero, cosa non si fa pur di dare addosso alla Regione.

Il PdL, nella persona del consigliere Marta Farolfi, ha presentato al Consiglio dell’Unione dei Comuni un ordine del giorno in difesa del …Parco!!! Sì, proprio così. Gli acerrimi, indomiti, fieri avversari del Parco, quello stesso Parco che espropriava i proprietari, che vessava le popolazioni locali, che imponeva vincoli paralizzanti, che …bla, bla, bla, va difeso dalle minacce contenute nel progetto di legge regionale “Riorganizzazione del sistema regionale dei parchi e delle aree protette” che la Giunta della Regione Emilia-Romagna ha licenziato il 14 novembre scorso.
Peccato, per il PdL, che non fossero vere le cose che affermava qualche anno fa e non lo siano nemmeno quelle che afferma adesso.
L’odg della Farolfi vuole far credere che la nuova legge – che a breve verrà sottoposta alla discussione dell’Assemblea legislativa regionale – allontanerà la decisione sulle scelte di gestione, tutela e valorizzazione, dai Comuni e dalle Comunità locali.
Niente di tutto questo.
La consigliere Farolfi farebbe bene a ricordare che:
- mentre la Regione Emilia-Romagna ha continuato a promuovere politiche di salvaguardia e protezione ambientale, il Governo del PdL ha tagliato 420milioni di euro azzerando le risorse di gestione ambientale;
- è il Governo del PdL che ha deciso la soppressione dei Consorzi di gestione dei parchi regionali a partire dal 31 dicembre 2011, imponendo alle Regioni – entro quella data – di approvare una legge di riorganizzazione della gestione dei parchi regionali.
Con la nuova legge la Regione Emilia-Romagna non smantella il sistema dei Parchi, ma fa i conti con la necessità di far fronte ai tagli attraverso una riorganizzazione che liberi risorse. Non è solo l’applicazione della legge nazionale n. 191/2009 e n. 10/2011, ma il tentativo di farne l’occasione per superare l’attuale frammentarietà della gestione dei parchi e aumentare la capacità, del sistema dei parchi e delle aree protette, di fare sistema.
Nel caso nostro poi, nella macroarea “Romagna” – come nelle altre 4 nelle quali opereranno i nuovi Enti di gestione per i Parchi e la Biodiversità – continuerà a esistere l’attuale Parco della Vena del Gesso Romagnola, l’unico “regionale” di tutta la macroarea, che assumerà così, a partire dalla struttura di direzione e tecnico-operativa che coincide con quella dell’Unione dei Comuni montani, una funzione di assoluto rilievo in un più vasto ambito territoriale. Allo stesso modo la rappresentanza dei nostri Comuni non subirà una “diminuzione” ma una valorizzazione e un rafforzamento.
La proposta di legge, nel testo licenziato dalla Giunta regionale, contiene tutti questi elementi e – grazie all’intenso confronto sviluppatosi con i Parchi stessi, con l’Uncem, l’Upi e l’Anci – si presenta notevolmente migliorata rispetto alle prime bozze circolate. Ovviamente, al PdL risulta impossibile riconoscerlo.

PS.: Dell’argomento si è occupato anche il Consigliere regionale PdL Gianguido Bazzoni che, ancora una volta si avventura a parlare di ciò che non sa o che non è in grado di comprendere. Incorreggibile!

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