Regione, forze sociali, economiche e
istituzioni hanno firmato il "Patto regionale per la crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva" con l'obiettivo di condividere
le scelte strategiche generali volte a sostenere lo sviluppo della società
emiliano romagnola.
Le priorità dell'accordo sono: la promozione della legalità e di un'economia sana con la lotta a ogni forma di attività economica illegale, dalle infiltrazioni criminali all'evasione fiscale; il sostegno a nuove e proficue relazioni industriali; investimenti nel sapere e nelle competenze, soprattutto dei giovani, con incentivi nei loro confronti sul versante occupazionale; azioni mirate ad aumentare l'occupazione femminile e a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Le priorità dell'accordo sono: la promozione della legalità e di un'economia sana con la lotta a ogni forma di attività economica illegale, dalle infiltrazioni criminali all'evasione fiscale; il sostegno a nuove e proficue relazioni industriali; investimenti nel sapere e nelle competenze, soprattutto dei giovani, con incentivi nei loro confronti sul versante occupazionale; azioni mirate ad aumentare l'occupazione femminile e a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Lavoro, imprese, credito, relazioni
industriali, legalità ma soprattutto occupazione delle nuove generazioni. È
questo il cuore del Patto regionale per la crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva siglato, oggi in viale Aldo Moro, tra la Regione,
l’Upi, l’Anci, l’Uncem e la Lega
Autonomie, l’Unioncamere, le associazioni
imprenditoriali, le organizzazioni sindacali
regionali, l’Abi e i rappresentanti del terzo settore.
Il nuovo accordo, nei fatti, supera
il ‘Patto per attraversare la crisi’. Attraverso la partecipazione di
tutto il sistema economico, sociale e delle autonomie dell’Emilia-Romagna sono
state definite le scelte strategiche generali: ciascun
soggetto nel proprio ambito d’azione o di rappresentanza dovrà sostenerle ora
non solo per proseguire il cammino per andare oltre la crisi, ma per cambiare
passo e supportare una nuova stagione di crescita e sviluppo della società
emiliano romagnola.
Molti degli obiettivi rappresentati
nel nuovo ‘Patto’ trovano una immediata applicazione nelle politiche già
avviate dalla Regione: sul fronte delle risorse la copertura di diversi
interventi è prevista nel bilancio di previsione 2012 della Regione che sarà
approvato entro fine anno.
Gli assi fondamentali su cui si
vuole orientare lo sviluppo sono fondati sul sapere, sulla green
economy e sul made in Italy. Centrale sarà, infatti,
il sostegno dell’export, le riforme strutturali delle
istituzioni e della pubblica amministrazione, del welfare
e del mercato del lavoro ma anche una forte
spinta alla ricerca e alla innovazione.
La gestione del Patto dal punto di
vista pratico sarà affidata anche a momenti tecnici di confronto tra le parti
che dovranno verificarne, anche con tavoli di monitoraggio, la corretta
applicazione.
Il nuovo patto nel
dettaglio
L’obiettivo è difendere e promuovere la legalità e sostenere l’economia sana. L’azione congiunta di istituzioni e società civile dovrà far emergere e debellare le infiltrazioni della criminalità organizzata, l’usura, il caporalato, l’evasione fiscale e contributiva e ogni altra manifestazione delle attività economiche illegali. La partecipazione degli enti locali al recupero dell’evasione potrà dare un contributo rilevante alla lotta al sommerso e alla giustizia fiscale. Le maggiori entrate saranno destinate agli investimenti per la crescita e l’occupazione e alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro e le imprese.
L’obiettivo è difendere e promuovere la legalità e sostenere l’economia sana. L’azione congiunta di istituzioni e società civile dovrà far emergere e debellare le infiltrazioni della criminalità organizzata, l’usura, il caporalato, l’evasione fiscale e contributiva e ogni altra manifestazione delle attività economiche illegali. La partecipazione degli enti locali al recupero dell’evasione potrà dare un contributo rilevante alla lotta al sommerso e alla giustizia fiscale. Le maggiori entrate saranno destinate agli investimenti per la crescita e l’occupazione e alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro e le imprese.
Con le leggi 11/2010 e 3/2011 la
Regione si è dotata di ulteriori strumenti di contrasto alle infiltrazioni
mafiose e criminali e di controllo della legalità e sicurezza sui cantieri
edili. Nell’ambito delle competenze regionali, una nuova legge sarà introdotta
per intervenire nei settori della logistica, dei trasporti, dei servizi e della
distribuzione.
In materia di appalti
pubblici la Regione e le Autonomie Locali sono impegnate ad adottare
le regole più stringenti consentite dalla normativa nazionale e comunitaria per
impedire la concorrenza sleale e favorire la selezione delle imprese
socialmente responsabili. In particolare le istituzioni regionali intendono
verificare con il massimo rigore, negli appalti e sub-appalti, in attuazione
delle norme del decreto sviluppo (DL 70/2011), il rispetto del costo del lavoro
stabilito dai contratti collettivi nazionali.
Sul fronte delle relazioni industriali, la contrattazione è fondamentale per esaltare la centralità del valore del lavoro. Deve raggiungere risultati funzionali all’attività delle imprese e alla crescita di una occupazione stabile e tutelata e deve essere orientata ad una politica di sviluppo adeguata alle differenti necessità produttive, da conciliare con il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone.
Fermo restando il ruolo del
contratto collettivo nazionale di lavoro, lo sviluppo e la diffusione della
contrattazione collettiva di secondo livello è essenziale per collegare gli
aumenti retributivi alla redistribuzione del reddito, al raggiungimento di
obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza, efficacia ed altri
elementi rilevanti ai fini del miglioramento della competitività e
dell’andamento economico delle imprese. La Regione ritiene che tali principi
siano bene interpretati, nella sua interezza, nell’accordo interconfederale del
28 giugno 2011, siglato il 21 settembre. Corrette ed avanzate relazioni
sindacali sono parte integrante delle politiche di responsabilità sociale
dell’impresa.
Obiettivo urgente è quello riscrivere il patto intergenerazionale per affrontare il tema dei giovani e del lavoro. Altrettanti importanti sono le riforme del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali.
L’investimento principale riguarda
l’Università, la Scuola e la Formazione, innalzando le conoscenze e le
competenze. E’ indispensabile raggiungere i traguardi europei in termini di
giovani laureati e riduzione degli abbandoni scolastici; sostenere la cultura
tecnica e i percorsi professionalizzanti, integrare formazione e lavoro e ridurre
i tempi di transizione al lavoro.
La Regione attiva per l’anno 2012
una misura di agevolazione finanziaria alle imprese che assumeranno con
contratto a tempo indeterminato i giovani, compresi gli apprendisti, nel limite
dei fondi previsti per il lavoro giovanile. Tutte le forme di incentivo
terranno conto della differenza di genere per sostenere l’occupazione
femminile.
Nei bandi regionali per i
contributi alle imprese sarà previsto un premio per le nuove assunzioni, la
trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato e
l’assunzione di lavoratori che abbiano esaurito il periodo coperto dalla
indennità di mobilità. Nel quadro della applicazione delle norme sul
federalismo fiscale che entreranno in vigore nel 2013 la Regione si impegna ad
esaminare la possibilità di ricorrere alla deduzione integrale a tempo dalla
base imponibile Irap del costo del dipendente stabilizzato.
Per il contratto di apprendistato
sono previste risorse regionali a sostegno della dimensione formativa e un
impegno congiunto per la sua diffusione ed il suo concreto utilizzo da parte
delle imprese.
Per i giovani fra i 30 e 34 anni
(per i quali non è possibile l’accesso al contratto di apprendistato) la
Regione prevede una misura formativa mirata per inserimento lavorativo
accompagnata da un incentivo all’assunzione con contratto a tempo
indeterminato.
La priorità assegnata alla
occupazione giovanile non esclude attenzione a tutti i lavoratori disoccupati,
in mobilità e coinvolti in situazioni di crisi: in questa direzione sono perciò
orientati gli strumenti formativi e i criteri premianti dei bandi e la
formazione delle persone in mobilità sarà finanziata con i fondi nazionali che
lo Stato ha assegnato alla Regione con l’accordo Stato-Regioni del 12/02/2009.
Nel settore agricolo si conferma la
priorità ai giovani nell’accesso ai fondi del programma di sviluppo rurale che
ha fin qui consentito di destinare agli under 40 il 19% delle risorse
disponibili.
Un'attenzione particolare nel patto
va alle donne e al mercato del lavoro. L’aumento
della presenza femminile sul mercato del lavoro è un indicatore di crescita
economica e di crescita sociale e culturale. Oltre alla precarietà, è
necessario rimuovere le discriminazioni di genere negli accessi e nelle
carriere e promuovere una organizzazione del welfare e della società che non
solo non scarichi sulla donna il peso del lavoro di cura, ma ne valorizzi
l’apporto favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Come per i giovani, la politica per
l'occupazione femminile integrerà le azioni di formazione con quelle di
inserimento nel mercato del lavoro e sarà sostenuto con interventi finanziari e
formativi l'avvio di attività autonome e di nuove imprese.
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