mercoledì 29 febbraio 2012

Per l’occupazione giovanile e femminile: il contributo del PD al confronto tra Governo e parti sociali

Le proposte che indichiamo di seguito riprendono le decisioni assunte dall’Assemblea Nazionale del PD del maggio 2010 e dalla Conferenza per il Lavoro di Giugno 2011.
Sono il contributo del PD al confronto che si è avviato in questi giorni tra Governo e parti sociali per la riforma del mercato del lavoro. 
Dal successo di questo confronto dipende la possibilità di realizzare nuove soluzioni a favore dell'occupazione giovanile e femminile e, anche, di dare risposta alle esigenze delle imprese e dei settori economici a livello nazionale e locale.  
Annunciamo fin da ora che nelle prossime settimane il PD promuoverà un "Forum dell'economia casolana" per discutere e appronfondire questi argomenti e proposte.

1 - La definizione di un contratto per l’ingresso dei giovani e per il reingresso dei lavoratori e delle lavoratrici deboli al lavoro stabile (sostituisce il “contratto di apprendistato professionalizzante”, il “contratto di apprendistato di alta qualificazione” ed il “contrato di inserimento”). Uno strumento di inserimento e reinserimento formativo caratterizzato da durata da 6 mesi a tre anni definita dalla contrattazione collettiva, livello contributivo inferiore a quanto in vigore per i “contratti atipici”, retribuzione crescente fino ai livelli delle qualifiche corrispondenti previsti nel contratto collettivo nazionale di riferimento, agevolazioni contributive per il triennio successivo alla trasformazione in contratto a tempo indeterminato secondo le regole vigenti (incluso art. 18 dello Statuto dei Lavoratori). Durante la fase iniziale, il licenziamento prevede una compensazione monetaria crescente in riferimento alla durata del rapporto di lavoro;

2 - La drastica riduzione delle forme contrattuali precarie (contratto di collaborazione coordinata e continuativa, contratto a progetto limitato alle alte qualifiche, associazione in partecipazione, rapporti a partita Iva in mono-committenza o a committenza prevalente, ecc), la limitazione per ogni impresa dell’utilizzo dei contratti a tempo determinato (in riferimento a quote e causali) e l’eliminazione dei vantaggi di costo delle forme contrattuali flessibili residue;

3 - Nel quadro di una complessiva riforma degli ammortizzatori sociali, ad esempio secondo le linee della legge delega del 2007 condivisa da tutte le parti sociali, un’indennità di disoccupazione universale e tutele fondamentali (malattia, infortunio, ferie, congedi parentali, sostegno ai carichi familiari) ridefinite ed estese a tutte le tipologie di lavoro, dipendente, autonomo;

4 - Una retribuzione o compenso minimo orario, determinato in relazione ai minimi dei contratti nazionali di riferimento per i rapporti di lavoro fuori dal contratto nazionale;

5 - In particolare, per l’occupazione femminile, il potenziamento dei servizi pubblici per conciliare lavoro e maternità ed un significativo aumento della detrazione fiscale per le mamme che lavorano; il ripristino delle norme di contrasto alle “dimissioni in bianco” e l’universalizzazione dell’indennità di maternità.

6 - Le politiche attive per il lavoro e la riforma dei servizi per l’impiego, al fine di costruire sinergie tra intervento pubblico e privato profit e non profit, e della formazione professionale e della formazione continua.

7 - La defiscalizzazione per i primi tre anni di attività delle imprese avviate da giovani.

8 - La regolazione e la remunerazione degli stage.

9 - La riforma del processo del lavoro.

10 - L’introduzione di uno Statuto per i lavoratori autonomi ed i professionisti.

(pubblicato sul sito il 3 febbraio 2012)

Nessun commento: