lunedì 30 aprile 2012

30 anni fa la mafia assassinava Pio La Torre: è sua la proposta della legge di confisca dei patrimoni mafiosi

Pio La Torre
di Pier Luigi Bersani (Segretario nazionale del PD)

“Figlio di contadini, partecipò fin da giovanissimo alle lotte dei braccianti e all’occupazione delle terre. Divenne segretario della Camera del lavoro di Corleone dopo Placido Rizzotto. Dirigente nazionale del PCI, La Torre comprese per primo che combattere la mafia era una problema nazionale, per questo da parlamentare promosse una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa e prevedeva la confisca dei patrimoni illeciti. La legge fu approvata quattro mesi dopo la sua morte e non ci sarebbe stata senza il suo coraggio”.
“Purtroppo il tempo che ci separa dall’uccisione di Pio La Torre non ha visto assicurata in ogni luogo del Paese la sicurezza di chi gestisce un’amministrazione pubblica, di chi si impegna in una formazione politica, di chi lavora nel sociale a favore dei più svantaggiati. Per questo è importante ribadire, in sintonia con ciò che ha rappresentato Pio La Torre, che siamo in tanti a volere un’Italia diversa, quella scritta nella Costituzione, fondata sulla dignità, sull’onestà, sull’uguaglianza delle opportunità, sul senso civico dei diritti e dei doveri”.

Pio La Torre 
(Palermo, 24 dicembre 1927 – Palermo, 30 aprile 1982)

Nasce nella frazione di Altarello di Baida del comune di Palermo in una famiglia di contadini molto povera.[1] Sin da giovane si impegna nella lotta a favore dei braccianti, finendo anche in carcere, prima nella Confederterra, poi nella Cgil (come segretario regionale della Sicilia) e, infine, aderendo al Partito comunista italiano.
Nel 1960 entra nel Comitato centrale del PCI e, nel 1962 è eletto segretario regionale, succedendo a Emanuele Macaluso. Nel 1969 si trasferisce a Roma per dirigere prima la direzione della Commissione agraria e poi di quella meridionale. Messosi in luce per le sue doti politiche, Enrico Berlinguer lo fa entrare nella Segreteria nazionale di Botteghe Oscure. Nel 1972 viene eletto deputato, e subito in Parlamento si occupa di agricoltura. Propone una legge che introduce il reato di associazione mafiosa (Legge Rognoni-La Torre) ed una norma che prevede la confisca dei beni ai mafiosi (scopo poi raggiunto dall'associazione Libera, che ha raccolto un milione di firme al fine di presentare una proposta di legge, che si concretizza poi nella legge 109/96).
Nel 1981 decide di tornare in Sicilia per assumere la carica di segretario regionale del PCI. Svolge la sua maggiore battaglia contro la costruzione della base missilistica NATO a Comiso che, secondo La Torre, rappresenta una minaccia per la pace nel Mar Mediterraneo e per la stessa Sicilia; per questo raccoglie un milione di firme in calce ad una petizione al Governo. Ma le sue iniziative sono rivolte anche alla lotta contro la speculazione edilizia. 

L'omicidio
Alle 9:20 del 30 aprile 1982, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre sta raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trova in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbliga Di Salvo che è alla guida, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un'auto scendono altri killer a completare il duplice omicidio. Pio La Torre muore all'istante mentre Di Salvo ha il tempo per estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere. Al funerale prendono parte centomila persone tra cui Enrico Berlinguer, che tiene l’orazione funebre in ricordo delle vittime.
Poco dopo l'omicidio è rivendicato dai Gruppi proletari organizzati. Dopo nove anni di indagini, nel 1991, i giudici del tribunale di Palermo chiudono l'istruttoria rinviando a giudizio nove boss mafiosi aderenti alla Cupola mafiosa di Cosa Nostra. Per quanto riguarda il movente sono state fatte varie ipotesi, ma nessuna di queste ha ottenuto riscontri effettivi. Nel 1992, un mafioso pentito, Leonardo Messina, rivela che Pio La Torre è stato ucciso su ordine di Totò Riina, capo dei corleonesi, a causa della sua proposta di legge riguardante i patrimoni dei mafiosi.
Alcuni hanno sostenuto l'ipotesi che quello di Pio La La Torre sia un omicidio di natura politica. Dalle carte dei servizi segreti risulta che La Torre è pedinato fino a una settimana prima della morte. Il movente, in questa chiave di lettura, è da ricercare nelle intuizioni dell'onorevole: parlando in Parlamento associa l’omicidio di Piersanti Mattarella con il caso Sindona e con la riscoperta di una vocazione americana della mafia siciliana. È La Torre a conoscere i risvolti più segreti dell’attività del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; a comprendere il peso della P2; a intuire la posta in gioco con l’installazione della base missilistica Usa a Comiso; a intravedere, con nove anni di anticipo, il peso di strutture come Gladio.

L'eredità
Il 30 aprile 2007 venne intitolato a Pio La Torre, dalla giunta di centrosinistra, il nuovo aeroporto di Comiso. Nell'agosto del 2008, la nuova giunta di centrodestra guidata dal sindaco Giuseppe Alfano decide di togliere l'intitolazione a La Torre per tornare a quella precedente di "Generale Magliocco", un generale del periodo fascista distintosi nella guerra colonialista d'Etiopia.
Il 10 maggio 2008, a Torino, viene presentato libro Pio La Torre - Una Storia Italiana di Giuseppe Bascietto e Claudio Camarca, con la prefazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Si tratta della prima biografia del politico autorizzata dalla famiglia La Torre.

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