martedì 4 dicembre 2012

Massimo Barzaglia: "Le primarie sono state una grande prova di democrazia. Il PD può essere baricentro e motore di una stagione di governo progressista"

Intervista a Massimo Barzaglia, Segretario del PD di Casola Valsenio

Anche a Casola la partecipazione alle primarie del 25 novembre è stata elevata. E si è mantenuta alta nel secondo turno di ballottaggio del 2 dicembre. Come giudichi questo dato?
L’importante partecipazione dei cittadini alle primarie del centrosinistra, in entrambi i turni della consultazione, è senza dubbio un segnale molto positivo e incoraggiante. Penso che la politica e i cittadini abbiano compiuto un passo verso l’altro per ridurre quella distanza che era aumentata progressivamente negli ultimi anni, e l’hanno fatto mettendo i contenuti in primo piano. Il dato nazionale dice che circa il 6% del corpo elettorale si è recato alle urne – per ben due volte nel giro di una settimana - per scegliere il candidato che sarà sostenuto dal centrosinistra a ricoprire la carica di Presidente del consiglio.

Questo dato, declinato nel nostro Comune, dice che gli elettori sono stati circa il 15% dei votanti complessivi. Di fronte a questi numeri non si può che essere soddisfatti e fiduciosi, sia per la capacità di attrazione del centrosinistra, sia per le implicazioni di queste primarie nella qualità democratica e civile del Paese. Personalmente ho vissuto questa consultazione con molta intensità e grande interesse, rinvigorendo la mia passione per la politica. Ho ricevuto le stesse sensazioni da molti altri militanti e simpatizzanti del PD, e da altri conoscenti – di cui non conoscevo orientamento politico - che hanno trovato in questo centrosinistra una seria proposta politica dopo un periodo di distacco. In sostanza credo che le primarie abbiano fatto bene al PD e al centrosinistra italiano.

E come giudichi l’affermazione di Bersani, sia al primo che al secondo turno. Negli altri Comuni del faentino, a parte Riolo, al primo turno era avanti Renzi.
Gli elettori casolani che hanno partecipato alle primarie hanno premiato la proposta politica e programmatica alla base della candidatura di Bersani. Un dato in controtendenza rispetto al territorio faentino, dove Renzi si è affermato in entrambi i turni in quattro Comuni sui sei complessivi del comprensorio. La forbice maggiore a vantaggio di Renzi si è registrata a Castel Bolognese e a Brisighella, mentre a Faenza e Solarolo le percentuali si sono sostanzialmente riequilibrate nel secondo turno.
E’ difficile dare un giudizio netto sul voto delle primarie, anche perché per la prima volta dalla nascita del PD sono stati ridisegnati nuovi perimetri di appartenenza al partito, e talvolta in maniera disomogenea sul territorio nazionale. Per quanto riguarda il nostro Comune, probabilmente, l’esigenza del rinnovamento tout court – percepito come messaggio sostanziale nella proposta di Renzi, e fortemente radicato in buona parte dell’opinione pubblica - non è stata valutata come assoluta novità e priorità, essendo già avviato da diversi anni un processo di rinnovamento della classe dirigente locale, sia nel partito, sia nelle cariche elettive, ed essendo stati sperimentati nuovi strumenti di partecipazione e d’informazione nella piattaforma politica del Partito Democratico.

Ma veniamo ai contenuti della campagna. Il confronto principale è avvenuto tra due candidati del PD, portatori di due diversi modi di intendere il centrosinistra di governo.
Quali sono, secondo te, i punti di contatto tra i due?
Le differenze fra i due principali candidati che si sono confrontati al ballottaggio sono state fortemente accentuate dalla netta polarizzazione del confronto, che talvolta ha ampliato eccessivamente le differenze, che pure sono ben presenti. I due candidati sono entrambi espressione del PD e i programmi sono stati pienamente all’interno del perimetro del centrosinistra riformista. Bersani e Renzi hanno dimostrato di avere a cuore le sorti del nostro partito, e hanno costruito attorno alle proprie candidature la consapevolezza che il PD può essere baricentro e motore di una stagione di governo progressista. Penso che il nostro partito abbia dimostrato di potere rappresentare pienamente le differenti posizioni democratiche e riformiste nell’ambito del centrosinistra, connotandosi un partito plurale e aperto, con uno sguardo rivolto al futuro piuttosto che al tempo che è stato. Abbiamo costruito il partito cinque anni fa facendo confluire oltre venti differenti sensibilità, che provenivano da altrettanti percorsi politici, culturali e sociali, e che ora si sono concentrate in due principali anime del partito. Quest’aspetto, secondo me, è il dato più evidente e convincete del fatto che il PD ha accelerato la propria transizione nella direzione dei principali partiti riformisti e progressisti europei, con un confronto interno fra diverse posizioni – principalmente riconducibili l’una al progressismo e l’altra alla socialdemocrazia liberale - paragonabile a quanto avvenuto nei principali partiti del riformismo europeo, come per esempio nel New Labour britannico, nel Partito socialista francese e nella SPD tedesca. Di questo occorre dare merito a Bersani e a Renzi, e lo trovo un importante punto di contatto anche per la modernizzazione della sinistra italiana.

E quali invece le principali differenze?
Ritengo che le differenze siano soprattutto riconducibili a quanto risposto alla domanda precedente. Quella di Bersani è stata una proposta più progressista , mentre quella di Renzi con orientamenti più moderati e liberali, anche se le connotazioni teorico/politiche da sole non bastano per descrivere appieno i contenuti delle piattaforme politiche. Le due posizioni – seppure a larghi tratti sfumate - sono portatrici di due differenti modi di intendere il cambiamento prospettato dalla Carta d'Intenti dei democratici e dei progressisti, anche con diretto riferimento al ruolo e alla struttura cui si vuole assegnare al PD come principale guida politica dell’area del centrosinistra. Bersani e Renzi hanno dato una differente interpretazione della vocazione maggioritaria cui si è richiamato unitamente tutto il PD, dopo le passate esperienze di governo del centrosinistra. Mentre il primo ritiene necessario un patto con le forze moderate, civili e sociali presenti nella società, siano essere forze politiche organizzate o semplici movimenti e associazioni civiche, il sindaco fiorentino ha fatto leva sull’autosufficienza, quella che lo stesso Veltroni espresse alla fondazione del PD. Personalmente ritengo che sia quando abbiamo allargato la base politica dell’alleanza, sia quando ci siamo fatti carico di interpretarla da soli, abbiamo finito di rappresentare nessuno anziché tutti. Per questo trovo più coerente e attuabile la proposta di Bersani rispetto a quella di Renzi, soprattutto a fronte della volatilità dell’offerta politica italiana, e dello storico frammentarismo che ha accompagnato la storia politica repubblicana. Penso comunque che la forza che ha saputo dimostrare il PD in queste primarie, se sarà realmente tradotta in un largo consenso elettorale, dovrà essere la base per una guida compatta e solida, e non ricattabile. Un’altra differenza sostanziale fra i due candidati l’ho trovata nella politica estera. A una posizione spiccatamente europeista e mediterranea di Bersani, ha fatto contraltare una diversa posizione di Renzi, sia nel rapporto in seno all’Unione europea, sia nella direttrice da percorrere per sanare i conflitti nel Medio Oriente, soprattutto nel teatro israelo-palestinese. Comunque sia, è stato molto positivo e avvincete il confronto basato sui temi e sui contenuti.

Cosa puoi dirci dell’impegno tuo e degli attivisti del PD casolano, insieme a quello degli altri partiti del centrosinistra, per l’organizzazione delle primarie? Tutti, per esempio, hanno visto la presenza del banchetto per la raccolta delle registrazioni, in piazza Oriani ogni martedì, sabato e domenica mattina, dal 4 al 24 novembre. Così come tutte le famiglie hanno ricevuto a casa il giornalino con le informazioni per registrarsi e per votare alle primarie…
Ancora una volta il centrosinistra ha dimostrato di essere organizzato e fortemente radicato nel territorio nazionale. E’ un aspetto molto importante perché permette di essere a stretto contatto con i cittadini, facilitando il dialogo, il confronto, e quell’aspetto umano e sociale della politica che non potrà mai essere completamente soppiantato dai media e da internet. Approfondendo qualche indagine effettuata sull’incidenza avuta dalla comunicazione sviluppata sui social network e su internet in queste primarie, è emerso che ha vinto il candidato – ossia Bersani – che ha utilizzato meno questi strumenti di comunicazione. Ho sempre ritenuto che la politica non possa fare a meno della socialità e del contatto diretto con i cittadini. Come PD - a livello locale – ci siamo fatti carico del processo organizzativo delle primarie, collaborando con SEL Valle del Senio, con i comitati locali a sostegno dei candidati, e con alcuni cittadini che si sono avvicinati alla politica per quest’occasione. Sono stati mesi belli, intensi, nel corso dei quali sono state organizzate varie iniziative per agevolare gli elettori nel comprendere cosa realmente fossero le primarie, e per presentare loro le varie proposte politiche e i candidati in campo. L’organizzazione e lo svolgimento dell’evento sono stati molto positivi, e ci hanno permesso di respirare un clima sereno, tranquillo, collaborativo, per nulla pervaso dalle lecite differenze che vedevano gli uni contrapposti agli altri nel sostegno al proprio candidato scelto. Occorre partire da questa constatazione per rendere ancora più saldo lo spirito dello stare insieme, seppure nelle differenze.

Archiviato il passaggio, importantissimo, delle Primarie, ora davanti a sé il PD e il centrosinistra hanno l’appuntamento decisivo delle elezioni politiche del prossimo mese di marzo. Ci separano da quella data poco più di tre mesi. Come si preparerà, cosa farà il PD casolano, in vista delle elezioni?
Il nostro prossimo obiettivo sarà quello di sostenere al massimo il PD in vista delle elezioni politiche. Lo faremo utilizzando i nostri consueti canali d'iniziativa politica e di comunicazione con la cittadinanza, e certamente non disperdendo la rete di dialogo e di confronto che abbiamo costruito in questi mesi di primarie. Ho anche pensato di posticipare l’uscita del prossimo numero de I Democratici per Casola facendolo uscire a ridosso delle elezioni, per dare voce ai nostri militanti e simpatizzanti che da molto tempo dedicano impegno all’interno del PD, soprattutto per dimostrare che non siamo un partito estratto dal cilindro magico solo in vista degli appuntamenti elettorali, ma siamo persone che dedicano costantemente impegno e passione per la politica nei territori. La nostra forza deve essere proprio  dimostrare che dietro una proposta di governo c’è un’idea di società ben presente, visibile e identificabile. La politica non si fa solamente nelle stanze delle istituzioni, ma inizia dal contatto con la realtà e con i cittadini. Questo, almeno io, ho sempre sostenuto e promosso da quando sono alla guida del PD casolano.

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