mercoledì 20 febbraio 2013

Le domande dei cittadini. UNIVERSITA' E RICERCA

UNIVERSITÀ E RICERCA SARANNO LE LEVE FONDAMENTALI PER LO SVILUPPO. MA COME PENSATE DI INTERVENIRE PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE DI OGGI? 

Veniamo da una legislatura Berlusconi-Monti coerente sull’obiettivo di indebolire il sistema pubblico dell’Università e della ricerca, ritenuto troppo dispendioso (con falsità, visto che siamo al penultimo posto in Europa per investimenti pubblici, 0,8% del PIL contro una media dell’1,3%).
Come mostra il Rapporto Giarda, la spesa pubblica in istruzione è crollata dal 23,1 per cento del 1990 al 17,7 del 2009 (-5,4 per cento). Alla crisi si è risposto coi tagli: tra 2009 e 2013, -12 per cento del finanziamento statale alle università e diminuzione degli organici (2009/2012 -10 per cento di docenti e -10 di personale tecnico e amministrativo). Il risultato è la “fuga dall’università” (-10 per cento di immatricolati nell’ultimo anno), con le tasse più alte del sistema continentale e il peggior sistema di diritto allo studio: hanno borse solo il 7 per cento degli studenti (25,6 in Francia, 30 in Germania, 18 in Spagna). L’istruzione racconta la nuova questione sociale: solo il 10 per cento dei giovani italiani con il padre non diplomato riesce a laurearsi (40 in UK, 35 in Francia) e perdura lo scandalo degli idonei senza borsa, soprattutto al Sud. 
CHE PROPONETE DI FARE, DUNQUE? 
Discontinuità, a cominciare dalle risorse, con:
- rifinanziamento pluriennale delle università pubbliche per ripristinare da subito la situazione del 2012 (circa 7mld di euro) e raggiungere le medie europee in 5 anni;
- cancellazione dell’inutile ‘fondo per il merito’ e finanziamento di un Programma nazionale per il merito e il diritto allo studio, che affianchi gli interventi regionali e sulle residenze universitarie;
- passare in 5 anni da 20mila a 100mila studenti Erasmus all’anno (con sgravi fiscali per le famiglie, riconoscimento dei crediti, scambi di ospitalità);
- rivisitazione dell’Agenzia per la valutazione (ANVUR);
- meno burocrazia e più autonomia per gli atenei;
- per i ricercatori, contratto unico e stop al precariato;
- programmazione e finanziamento della ricerca con il metodo dello European Research Council;
- programmi di ricerca industriale per gli investimenti privati, con defiscalizzazione per le attrezzature e incentivi all’assunzione di dottori di ricerca qualificati.

Nessun commento: