venerdì 8 marzo 2013

Unipol, ristabilite verità e giustizia

Piero Fassino
Condannati Silvio e Paolo Berlusconi per la vicenda Unipol

Una sentenza che ristabilisce verità e giustizia e conferma come intorno a una espressione ironica sia stata costruita consapevolmente, per anni, una campagna di denigrazione e delegittimazione politica”. Così Piero Fassino, oggi sindaco di Torino, commenta la notizia della condanna di Silvio Berlusconi e del fratello Paolo per la vicenda Unipol.
Silvio Berlusconi è stato condannato a un anno di reclusione per rivelazione di segreto d’ufficio, mentre a Paolo sono stati inflitti due anni e tre mesi per rivelazione di segreto d’ufficio.
La vicenda, come si ricorderà, risale al 2005 e riguarda la pubblicazione su Il Giornale delle intercettazioni tra Fassino e Consorte.

Vedo che Berlusconi si lamenta per la tempistica della sentenza che lo ha condannato ad un anno per il nastro sulla nota vicenda Unipol. Sa bene di che cosa si parla considerato che alla vigilia del voto usò un’intercettazione illegale, che non avrebbe dovuto conoscere, e di cui ha divulgato maliziosamente solo una parte”, è il commento di Antonio Misiani, tesoriere del PD.
Per Misiani “lui e i suoi giornali fecero una campagna devastante su una cosa che non esisteva e che penalizzò il centrosinistra in modo determinante alle elezioni. Ecco perché, quando parla di tempismo, Berlusconi si riferisce a quello che ha fatto lui”.
Per il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, “E' proprio vero: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Ogni volta che Berlusconi viene rinviato a giudizio o condannato non c'è una voce a destra che non gridi allo scandalo e al complotto. Ieri è stato così per l'indagine sui voti comprati dal senatore De Gregorio, oggi per la condanna sull'uso delle intercettazioni Unipol ai danni di Piero Fassino”.

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