giovedì 27 giugno 2013

Storica sentenza della Corte Suprema USA: il matrimonio non è solo tra uomo e donna

Con cinque voti a favore e quattro contrari, la Corte Suprema Usa ha bocciato la legge nota come The Defense of Marriage Act (DOMA) riconoscendo anche a coniugi dello stesso sesso i benefici federali di cui godono mogli e mariti americani. Tra questi quindi benefici tributari, sanitari e pensionistici.
La legge è stata definita una "deprivazione di libertà eque", incostituzionale perché viola il quinto emendamento sulla difesa delle libertà individuali. Decisivo il voto del giudice Anthony Kennedy che ha fatto la differenza schierandosi con i quattro giudici scelti dai democratici.
La Corte suprema Usa ha giudicato incostituzionale il Defense of marriage act, riconoscendo anche ai coniugi dello stesso sesso i benefici federali (tributari, sanitari, pensionistici ecc) di cui godono mogli e mariti etero. Tutte le coppie legalmente sposate avranno quindi gli stessi diritti. E' una vittoria per il movimento omosessuale e una vittoria per Obama che ha sostenuto la battaglia. Sul sito del presidente un video celebra la sentenza.
"L'amore è amore" è l'hashtag lanciato su Twitter dal presidente: "La sentenza di oggi sul Doma è un passo storico verso la #parità nei matrimoni", si legge nel messaggio del capo della Casa Bianca, che usa l'hashtag degli attivisti per le nozze gay e poi ne aggiunge uno nuovo: #love is love.
Nelle strade, fuori dalla Corte Suprema la sentenza dei 9 saggi è stata attesa in silenzio, poi è stata accolta da un boato di grida e applausi della folla emozionata. Ovunque bandiere con i colori del movimento gay e striscioni che da giorni attendevano la decisione finale. Anche il sindaco di New York Michael Bloomberg ha applaudito alla decisione: "La nostra storia è definita dall'allargamento dell'eguaglianza per tutti e la Corte - ha detto il sindaco - ci ha portato un passo più vicino". A New York è festa. All'interno dello Stonewall Inn, storico bar gay di Greenwich Village a Manhattan, è scoppiato il delirio.
Il Defense of Marriage Act approvato e dal Congresso e sottoscritto dall'allora presidente Bill Clinton il 21 settembre 1996 che tempo dopo l'ha definito un errore, da oggi decade. A spezzare il filo è stato il caso United States v. Windsor, arrivato da New York e sollevato da Edith "Edie" Windsor, ora 83enne, and Thea Spyer, residenti a New York, e sposate a Toronto, Ontario, dopo 40 anni di relazione dal giudice gay Harvey Brownstone. Thea Spyer morì due anni dopo le nozze, nel 2009, per sclerosi multipla. Il fisco americano applicando il DOMA, tassò l'eredità di Edie Windsor obbligandola a pagare 363 mila dollari. La tassa non sarebbe stata imposta se il suo coniuge fosse stato un uomo. L'anno scorso la Corte d'appello newyorkese ha bocciato la norma oggetto del contendere e oggi la Corte Suprema ha confermato la decisione.
Edie Winsor ha portato avanti la sua battaglia. "Ho difeso un principio, quello di fermare una grave discriminazione. Dimentichiamo il denaro - ha detto l'anziana signora- il matrimonio è ovunque nel mondo il simbolo dell'amore". "Se Thea fosse stata Theo - ha aggiunto - non avrei dovuto pagare. E' una terribile ingiustizia che non mi aspettavo dal mio Paese. Un errore che deve essere riparato".
Oggi la Corte suprema degli Stati Uniti doveva pronunciarsi anche sul divieto costituzionale della California sulle nozze gay, la cosiddetta 'Proposition 8', legge che in California ha vietato dal 2008 il matrimonio tra omosessuali. La decisione sulla Proposition 8 e stata rimandata a una Corte federale. I nove saggi hanno comunque proposto la strada dell'abolizione. La legge, approvata con un referendum, aveva scatenato battaglie e ricorsi legali. Nell'agosto del 2010 il Tribunale di Los Angeles aveva bocciato il quesito approvato dal referendum, definendo la Proposition 8 incostituzionale.
Di fatto la non-decisione odierna lascia intatta quella della nona Corte d'appello federale, che aveva annullato tale divieto. Secondo i giudici, coloro che avevano fatto appello difendendo tale norma non avevano il diritto di difenderla. E la Corte stessa dice di non avere autorità legale per pronunciarsi. La mossa assicura future battaglie legali e confusione, almeno nel breve termine. Molti esperti legali però si aspettano che coppie delle stesso sesso possano tornare all'altare nell'arco di qualche settimana.
Attualmente, gli Stati Usa che consentono matrimoni gay sono 12: Washington, Iowa, Minnesota, Delaware, Maryland, Connecticut, Main, Massachusetts, New Hampshire, New York, Rhode Island, Vermont. A questi si aggiunge la capitale del Paese, District of Columbia (DC).
Quelli che permettono le unioni civili sono California, Colorado, Hawaii, Nevada, Oregon, Illinois, Wisconsin, Maine, New Jersey, oltre a DC. Pur riconoscendo unioni civili, Colorado, Hawaii, Nevada, Oregon e Illinois vietano i matrimoni gay insieme al resto degli Stati americani non citati.

Le reazioni. L'ex presidente americano Bill Clinton e l'ex segretario di Stato Hillary Clinton plaudono alla Corte Suprema americana e alla sua decisione sul Defense of Marriage Act, firmato dallo stesso Clinton nel 1996. "Siamo incoraggiati anche dal fatto che l'uguaglianza possa tornare presto in California. Plaudiamo al duro lavoro degli avvocati che hanno combattuto senza sosta per questo giorno", hanno aggiunto. Dal cinema alla musica, omosessuali e etero, le star stanno festeggiando su Twitter la sentenza della Corte Suprema. Tra loro il regista liberal Michael Moore commenta: "Celebriamo". Quindi il cantante gay Ricky Martin: "DOMA è incostituzionale: giustizia per tutti!!!". La stella della Cnn, il cronista Piers Morgan: "Rip Bigotry", come dire "Bigotteria, Riposa in Pace". Alicia Keys: "Sono dalla parte giusta della storia. A favore dell'uguaglianza tra i matrimoni". Infine, il Premio Oscar, Ben Affleck: "Grande notizia dalla Corte Suprema: addio Doma e Prop8, ciao uguaglianza".

Su Google invece digitando la parola 'gay' sul motore di ricerca la casella di ricerca si illumina con i colori dell'arcobaleno, gli stessi della bandiera del Gay Pride. Celebrazioni anche su Facebook: sul social network spopola, sovraimposto alla foto degli utenti, il simbolo dell"uguale' in rosso e rosa della Human Right Campaign, immagine che a marzo, quando la Corte aveva cominciato a discutere il caso, aveva invaso la rete.

Vescovi Usa: "Giorno tragico". Un "giorno tragico per la Nazione" perché "la Corte Suprema ha sbagliato": questa la reazione dei vescovi Usa alle sentenze sulle nozze gay. "E' un giorno tragico per il matrimonio e per la nostra nazione", si legge nel comunicato della conferenza episcopale americana firmato dal presidente, l'arcivescovo di New York Timothy Dolan. Secondo l'arcivescovo di New York Timothy Dolan e l'arcivescovo di San Francisco Cordileone, "il governo federale dovrebbe rispettare la verità che il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna anche quando gli stati non lo fanno". Secondo i vescovi americani, "il bene di tutti, soprattutto dei nostri figli, dipende da una società che si sforza di rispettare la verità del matrimonio. Ora è arrivato il momento di raddoppiare gli sforzi per rendere testimonianza a questa verità". Obama però ha risposto: "L'amministrazione è stata sempre rispettosa a come le istituzioni religiose definiscono e consacrano il matrimonio. Questa decisione, che riguarda solo le nozze civili, non cambia questo nostro atteggiamento", ha precisato.

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